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"Per il Sole, alzati Nolahn!" strepitò mia madre strappandomi le coperte di dosso.

Partiamo già male... pensai nascondendo la testa sotto il cuscino.

"Sei in ritardo pure stavolta! E mai possibile che tu non riesca a svegliarti ad orario decente!" continuò con la sua tiritera mente apriva le tende della mia stanza. Restai a steso finché non la sentii uscire a passo spedito. Solo quando non senti più il tintinnare delle sue perline per capelli, apri gli occhi. La luce dorata entrava a fiumi dalle enormi finestre poste davanti al letto, rendendo la mia stanza quasi irrealistica. Mi alzai svogliatamente e sentii la collana del nonno scivolare al suo posto tra i miei pettorali. Il metallo freddo contro la pelle nuda era un buon modo per alzarsi. Mi ricorda le estati passate con lui nella Foresta dietro Amplexus. Presi il ciondolo e lo rigirai tra le dita. Sospirai e finalmente dopo alcuni minuti passati a contemplare il nulla mi alzai in piedi, andando verso il bagno. Accesi la luce e fissai il mio riflesso nello specchio. I capelli rossi erano arruffati per il sonno e mi ricadevano sulla fronte mentre la treccia sul lato della testa si stava disfando, facendo sembrare il tutto un nido per uccelli, tanto che se da lì fosse uscito un martin pescatore non ne sarei rimasto sorpreso. Gli occhi azzurri ereditati da mio padre erano circondati da immense occhiaie scure come il catrame che li facevano sembrare ancora più piccoli del solito. Sarà una lunga giornata, pensai tirando fuori gel naturale e iniziando a fare la treccia.

Successivamente mi lavai il viso e applicai un po 'di fondotinta per coprire le occhiaie. Non è un bello spettacolo vedere l'erede della più grande fortuna del regno con le occhiaie sotto gli occhi perché non era riuscito a dormire bene. No di certo. Uscì dal bagno ed andai verso l'armadio. Aprì le grandi ante in legno e passai in rassegna tutti i possibili outfit per oggi. I miei vestiti andavano dalle sete più fini ad alcuni set completi di armature, nonostante io non ne avessi mai avuto bisogno di usarle. L'unica lama che io abbia mai impugnato è stato il coltello da carne alle cene importanti.

Mentre cercavo di capire con che cosa volessi passare le prossime quindici ore di inferno, il mio assistente personale, nonché unico amico Lewis, entrò nella stanza con un libro in mano. probabilmente un decalogo a cui avrei dovuto attenermi oggi.

"Buongiorno Lewis" dissi senza staccare gli occhi dall'interno dell'armadio.

"Buongiorno Nolahn" rispose lui sistemandosi gli occhiali sul naso.

Sospirai senza aver preso una decisione e lo guardai, sedendomi sul letto.

"Allora, a che scuse dovrei pensare oggi per evadere da tutto questo?"

"Oggi non potrai sottrarti ai tuoi obblighi Nolahn" alzai le sopracciglia come per dire Sfidami.

"Non fare quella faccia. E' la verità. Oggi c'è l'incontro con Bellatrix e i suoi genitori, del casato dei Devòn, per aiutarti a scegliere una fidanzata. La tua presenza è obbligatoria".

A quelle parole sentii la poca voglia di vivere che ero riuscito a raccogliere prima cadere fin sotto i piedi. Non è che odiassi Bellatrix, era solo che a me non piaceva, romanticamente parlando. Era una grande amica, una bellissima ragazza, certo. Ma io la vedevo più come una sorellina e non di certo come mia sposa!. Gemetti di fastidio e mi gettai indietro nel letto.

"E meglio che ti muovi. Hai meno di un'ora per preparati. Ti aspetto giù nella sala da pranzo per fare colazione."disse lui squadrandomi dalla testa ai piedi. Restò per un paio di minuti lì a guardarmi con disapprovazione, tanto che dopo un pò sbottai

"Sono così bello che resti a guardarmi?" ero ancora con i pantaloni del pigiama addosso e senza maglia.

"Smettila e datti una mossa." rispose lui seccato.

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