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Superai l'arcata della porta e venni accolto dalla furia di Ersa. Si muoveva rapidamente da un estremità all'altra dell'officina, raccogliendo le nostre cose ed iniziando a preparare le provviste per il viaggio. Fuori il sole era ormai sorto e proiettata dei fasci di luce arancione che risplendevano nello spazio angusto.

"Ersa." chiamai. Le mie parole caddero nel vuoto. Ersa non mi rispose. Continuava a raccogliere furiosamente gli oggetti sparsi per la stanza.

"Ersa." chiamai leggermente più forte ora, ancora nessuna risposta. Sembrava essere in una sorta di trance. Era completamente immersa nei suoi pensieri tanto da escludere la realtà. Decisi di avvicinarmi a lei e le posai la mano sulla spalla. Ersa sussulto e si voltò verso di me con un sguardo feroce.

"Ersa, che sta succedendo? Cosa c'è scritto nella pergamena? " chiesi guardandola negli occhi.

"Dobbiamo muoverci." disse lei solamente.

"Cosa?! Perché? Siamo in pericolo?" iniziavo ad agitarmi. Se questa cosa era così grande da rendere Ersa tanto nervosa, non so cosa potrebbe accadere a me!

Ersa sembrò percepire la mia agitazione e si fermò a guardarmi.

"Non siamo in pericolo. Ho solo bisogno di essere al porto il prima possibile. Mi stanno aspettando." disse lei tranquillamente.

Oh.

Non so se essere sollevato o spaventato.

Questa risposta mi mette ancora più ansia di prima. Chi è che la sta aspettando? Voglio farci del male? A me che faranno?

" Ti muovi?" chiese Ersa dalla soglia della porta. La guardai sbigottito. Come diavolo aveva fatto a preparare tutto in pochi minuti?!

"Ehi, sveglia Principino" Ersa mi schioccò le dita davanti alla faccia. Se ne stava lì davanti alla porta con un'aria annoiata come se non si fosse precipitata dentro solo pochi minuti prima.

"Si, arrivo." dissi e lei si incamminò lungo il sentiero senza aspettarmi.

La raggiunsi fuori dell' officina e non appena fui abbastanza vicino lei mi lanciò il suo zaino, fortunatamente riuscì a prenderlo poco prima che cadesse a terra

"Ehi!" esclamai offeso."Ma che ti prende?!"

"Tienimi lo zaino, Principino" disse lei ignorando la mia protesta.

"E perché mai dovrei farlo?" chiesi infastidito. Nessuno mi parla mai così.

"Perché già è un peso portarti con me. Così almeno ti rendi utile."

"Tenendoti lo zaino?"

"Precisamente" disse lei vagamente soddisfatta.

"E se non volessi farlo?" chiesi scettico

"Posso sempre ammazzarti."

Spalancai gli occhi.

COSA?!?!

"Non puoi farlo! Mi avevi detto che non l'avresti fatto!"

"Appunto. Te l'ho detto, non promesso. Potrei cambiare idea in ogni momento. Perciò tienimi lo zaino, Principino." Concluse lei,voltandosi. Mi misi lo zaino in spalla e per poco non caddi all'indietro.

"Ma cosa diavolo c'è dentro?!" esclamai. "Quest'affare pesa tantissimo!"

"Forza, muoviti! E non lamentarti." mi chiamo lei, continuando a camminare.

"Non prendiamo l'avi solis?" chiesi mentre mi mettevo al passo con lei.

"Intanto si dice Avis Solaris, e no, non non lo prendiamo. Attirerebbe troppo l' attenzione. E in più al porto non ci sono dei punti di appoggio." disse Ersa senza voltarsi. Annuì distrattamente.

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