Capitolo 8

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Pov's Samantha

Mi sveglio bruscamente a causa dell'intenso dolore al braccio che mi fa sobbalzare nel letto. Il dolore si intensifica sempre di più. Cosa mai potevo aspettarmi?! Sono passati solamente due giorni. Due giorni di assoluto silenzio da parte di mia madre. Nessun messaggio di scuse, nessun come stai?, niente di niente. Che carina, eh! penso con un sospiro, sedendomi con attenzione sul letto di Luke. Cerco di stiracchiarmi al meglio delle mie possibilità con lavambraccio ingessato.

Con fatica, mi alzo da letto e vado in bagno ad affrontare lo specchio. Limmagine riflessa mi sconvolge: pelle pallida, occhi da procione per la mancanza di sonno e i capelli da quandè stata lultima volta che ti sei fatta una doccia?. Faccio una smorfia disgustata, consapevole che il mio aspetto esteriore riflette il caos di emozioni che sto vivendo.

Mentre decido sul da farsi, sento il mio cellulare vibrare. Esco dal bagno e vado in direzione del comodino dove lho lasciato in carica. Uno sbadiglio sonoro si fa strada.

Strega dellest. Il soprannome ironico con cui ho ribattezzato mia madre. Respiro profondamente e apro il messaggio.

Sto per partire. Non sarò di ritorno prima di tre settimane. Se hai bisogno di qualcosa, arrangiati. Non chiamarmi.

La freddezza delle sue parole mi colpisce come un pugno dritto nello stomaco che toglie quel poco di ossigeno che avevo nel corpo. Non solo se ne è fregata di me per due giorni interi, ora se ne esce con questo messaggio del cazzo.

Una rabbia improvvisa si impossessa di me, invadendo ogni fibra del mio essere. La voglia di rompere tutto e di urlare è immensa ma lunica cosa che riesco a fare è accasciarmi e piangere. Dopo quella che sembra uneternità finalmente mi alzo e asciugo con movimento nervoso le lacrime che non vogliono fermarsi. Non voglio più piangere per una persona insensibile come lei. Non si merita nemmeno una delle mie lacrime. Tiro su col naso e mi siedo sul bordo del letto.

Mi rendo conto che sono sola, abbandonata da chi avrebbe dovuto essere la mia figura di sostegno, colei che avrebbe dovuto dare la sua vita per la mia, il sangue del mio sangue.

Sospiro inevitabilmente perché mi rendo conto che non risolverò niente se rimango a piangere.

A nessuno importa di me?! Bene, che si fottano tutti. Nessuna pietà per nessuno. Penserò solo a me, metterò me al primo posto e al mio piccolo e indifeso fratellino che non ha chiesto lui di essere abbandonato a sé stesso.

Con una nuova consapevolezza che inizia a prendere vita, mi alzo e vado in bagno per una doccia. Esco con un asciugamano intorno al corpo, e indosso i vestiti di Luke, che mi stanno un po' larghi, ma sono comodi e familiari. Guardo fuori dalla finestra, cercando di trovare quel briciolo di serenità che mi rimane nellanima ormai danneggiata e mantenuta fiaccamente col solo nastro adesivo.

Sistemo velocemente la camera di Luke, in cui sembra essere passato un uragano di proporzioni epiche. Non amo vedere il disordine, anzi mi destabilizza. Appoggio sulla scrivania i libri che ha lasciato sul pavimento e metto i panni sparsi per casa nella cesta della biancheria. Passo anche a sistemare i comodini e solo in quel preciso momento noto un fogliettino bianco, piegato con sopra il mio nome. Lo prendo e lo leggo.

Sam, ho preferito lasciarti dormire, visto che ti sei rigirata tutta la notte nel letto. Ho portato il tuo piccolo rompi palle allasilo. Non mi ha fatto dormire e tu lo sai benissimo che per essere una bellezza così suprema io ho bisogno, anzi no, necessito del mio sonno di bellezza, ma per te mi sacrifico. XD. Ti vengo a prendere alle sedici per andarlo a ritirare.

Trovati pronta.

Luke.

Decido di scrivergli.

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⏰ Last updated: Apr 28 ⏰

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Il Diavolo Sa AmareWhere stories live. Discover now