Ci incamminiamo lungo il corridoio, diretti in verso le scale che portano al secondo piano dove si trova l'aula C. 109 di chimica.
- Dopo le lezioni hai gli allenamenti? – Cerco di essere tranquilla e non prendermela per quello che mi ha detto prima.
- Si, dopo andiamo in palestra per allenarci coi pesi e testiamo la nostra resistenza. –
- Hm, ho capito. Stasera vai alla festa? - Domando curiosa.
- Ovvio, chi si perde la festa d'inizio anno. Vieni pure tu. – Non era una domanda ma piuttosto un'affermazione. Lo guardo e alzo le sopracciglia in modo interrogativo.
- Non mi sembra di averlo detto. – Ribatto, in modo molto tranquillo cercando di trattenermi dal sorridere perché lo voglio prendere in giro.
- E dai, non sarà divertente se non ci sei anche tu. Fallo per me. – Mi fa uno dei suoi sorrisi che io amo e non riesco a non accettare.
- Ci devo pensare. – Ribatto ancora più seria, mordendomi il labbro per non ridere della sua faccia.
Raggiungiamo la classe e la seconda campanella dell'inizio della seconda lezione tintinna. Prendo come sempre il posto vicino alla finestra e cerco di non sbadigliare e rimanere sveglia mentre il professore chiacchiera coi compagni.
Sbadiglio coprendomi la bocca con la mano e sussurro – Che stanchezza. -
- Hai fatto ore piccole? - Alza e abbassa le sopracciglia.
- Si, io e il letto abbiamo fatto follie. – Scoppiamo in una ristata, cercando di non farci vedere e sentire dal professore. Mi rimetto nella posizione più comoda.
- Sei incredibile. –
- Non sai quanto, soprattutto a letto. – Ammicco, facendogli l'occhiolino.
- Non è vero. – Afferma incredulo.
- Che cosa? Di che diavolo stai parlando? – sbotto non capendo nemmeno io.
- Non mi dire che tu e il cowboy del Texas... - Lascia la frase sospesa.
Finalmente capisco cosa intende e a voce troppo alta rispondo – No, ma che cazzo dici. Ma ti sei bevuto il cervello? –
- Signorina Kramer, moderi il linguaggio o sarò costretto a mandarla dal preside il primo giorno di scuola. – Vengo rimproverata davanti alla classe come una bambina e le mie guance si fanno rosse come peperoni.
Mi alzo al rimprovero e dico imbarazzata - Mi scusi professore Gibson, non succederà più. –
Guardo male Luke. – Tutta colpa tua. Cosa diavolo vai a pensare. –
- Scusa, non volevo. – bisbiglia.
Gli voglio bene, ci conosciamo solo da poco più sei mesi ed è già il mio migliore amico, senza di lui non sarei riuscita a sopportare le angherie di quei babbuini ammaestrati.
All'improvviso la malinconia mi assale, i brutti ricordi affiorano e le lacrime minacciano di uscire. Alzo la mano e dico: - Professore Gibson posso uscire? – Spero e prego che la voce non si incrini sulle ultime parole. Trattengo le lacrime e abbasso la testa, tento di calmare il mio battito facendo respiri lenti e stringendo le mani a pugno.
- Certo. – Appena sento le parole, esco a passo spedito dalla classe lasciando sfuggire solo una lacrima che non sono riuscita a trattenere.
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Il Diavolo Sa Amare
ChickLitLa storia di Samantha e Christopher non è come tutte le storie d'amore e di odio: si odiano senza apparente motivo anche se non è così. Al contrario di Samantha, Christopher conosce bene il motivo dell'odio verso lei. Samantha Kramer è una ragazza...