prologo...

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10 giugno.

La scuola finalmente è finita, sono sopravvissuta a quest'anno di merda. Avevo pensato tante volte di abbandonare gli studi e scappare il più lontano da questo posto dimenticato da Dio.

Christopher Lambert, il ragazzo più popolare della scuola, il campione di football, la star della nostra scuola, nonché il mio vicino mi ha preso di mira, rendendo la mia vita un inferno, deridendomi, facendomi scherzi infantili, non so nemmeno per quale cazzo di motivo. Tutto ciò mi ha resa fottutamente debole, sola, senza amici e senza nessun spiraglio di felicità. Voi lo sapete il motivo? Io no di certo.

Il pianto del mio fratellino di tre mesi mi risveglia dai pensieri negativi, mi alzo dal divano e vado a prendere il biberon pronto per dargli da mangiare.

- Arrivo Sam, dammi due secondi. – Mormoro per calmarlo.

Lo prendo in braccio e lo posiziono per avvicinargli il biberon. Io e lui non abbiamo lo stesso padre, in verità nemmeno mia madre sa di preciso chi sia il padre. Non ne parla e quando intavolo il discorso, si arrabbia e mi urla di farmi gli affari miei. Mi va bene anche così, non mi importa più di tanto.

Visto che sto in vacanza, mi devo occupare del mio piccolo e indifeso fratellino.

Quest'estate non solo mi devo prendere cura di lui ma la mamma ci spedisce in Texas, da mio zio che non vedo ormai da una decina di anni. Una cosa positiva c'è, almeno non sarò costretta a subire le angherie dei miei compagni di scuola e del mio vicino di casa, Christopher Lambert, il capo banda di quei babbuini ammaestrati.

Inizio Flashback...

- Sam, mi stai ascoltando per una buona volta? - Sbatte il piede per terra, in quanto non le sto prestando minimamente attenzione.

- No, non ti sto ascoltando. Perché io in Texas non ci vado, capito? - Urlo in preda alla frustrazione.

- Eh, no signorina, non ti permetto di rispondermi così. Tu farai ciò che ti dico. Quindi fila di sopra e prepara le valige che partite fra tre giorni. - Esce dal salotto, arrabbiata più che mai.

- Te lo puoi scordare donna, io da qui non muovo nemmeno un muscolo. - Le rispondo stizzita salendo le scale.

Ma chi si crede di essere? Da quando papà se ne è andato, le cose sono peggiorate.

Sbuffo stanca di queste stronzate e mi butto a peso morto sul letto.

Appena chiudo gli occhi, sento la mia porta aprirsi e sbattere contro il muro. Non mi muovo perché già lo so che è lei.

- Tu adesso mi ascolti molto attentamente signorina. Finché vivrai sotto il mio tetto farai ciò che ti dico. Altrimenti ti spedisco da tuo padre in Arizona. - Mi minaccia, ma non me ne frego.

- Ah, sì? Hai intenzione di mandarmi da lui o da tuo fratello così potrai scopare con il tuo adorato amante? - Mi alzo dal letto e mi metto seduta a gambe incrociate guardandola con noia.

Si avvicina e senza dire una parola mi tira uno schiaffo tanto forte da farmi girare la testa dall'altro lato.

Fine flashback...

20 giugno...

Ed eccoci qui, sul volo diretta verso il Texas. Con le mie adorate cuffie nelle orecchie e un libro in mano e il mio piccolo fratellino, di soli tre mesi addormentato beatamente.

Il volo è stancante, dura più di cinque ore e io per tutto il tempo alterno la mia attenzione tra il libro e Samuel, che dorme come un ghiro, consentendomi di fare un breve e leggero sonnellino.

Il Diavolo Sa AmareWhere stories live. Discover now