Cap. II Riunione

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Dopo due settimane di viaggio, la sera, entrata in casa, Astama si tolse di dosso il mantello e lo appese vicino alla porta, e si diresse verso la camera da letto, dove si tolse via tutte le armi e le ripose in una cassa di quercia, in un'angolo della stanza, poi si spoglió e fece un caldo bagno, contenta, dopo mesi a dover lavarsi in stagni, laghi e ruscelli freddi, sempre con la guardia alzata, finalmente poteva rilassarsi.

La casa era a due piani, molto semplice, con mura in legno e pavimento in pietra al piano terra e in legno al piano superiore. Aveva anche una cantina che conteneva molto cibo e molte bevande. Dalla porta d'ingresso si stendeva un corridoio che sbucava sul salotto, che aveva un camino sempre acceso, mentre ai lati del corridoio c'erano le stanze per gli ospiti, tre in tutto. Alla fine del corridoio, sulla destra stava la scala per il piano di sopra, mentre sotto di essa c'era quella per scendere nella cantina.

La cucina stava adiacente al salotto, entrando a sinistra. Il piano di sopra, invece, comprendeva il bagno e la camera da letto. Per quanto però possa sembrare grande, la casa realmente non era molto estesa.

Dopo che si lavó, Astama uscì dal bagno e si rivestì, quando la porta d'ingresso sentì qualcuno entrare. Ella si diresse verso l'ingresso.

"Com'è andata oggi Thorin? Hai trovato tracce?" chiese lei mentre il Nano posava a terra i propri strumenti e le proprie armi.

"Non ho trovato niente, sembra svanito nel nulla." disse lui, appendendo il proprio mantello accanto a quello di Astama.

"Ma mi aspettavo più un «bentornato» o un «quanto mi sei mancato»." continuó, alzando la testa in alto per guardarla negli occhi.

"È ovvio che mi sei mancato, ma preferirei che facessi un salto in bagno prima di parlare di abbracci." rise Astama. "Come stanno i piccoli khâzad (Nani)?"

"Bene. Pestiferi come sempre, in cerca di guai più del dovuto. Ma ti attendevo per il prossimo mese, come mai sei tornata?"

"Mi hanno chiesto di mandarti una proposta, che sicuramente accetterai, anche se io non approvo pienamente."

"E sarebbe?" si incuriosì lui.

"Prima cambiati, mangiamo e poi te lo dirò. Non è giusto fare aspettare il Re dei Nani sullo zerbino, stanco e affamato."

"Va bene, farò come detto." concluse il Nano e andò in camera da letto, dove anche lui fece un bagno e si cambiò.

Si sedette a tavola e Astama gli mise davanti una bistecca su piatto e aspettò lei, che prese la sua cena e si sedette a sua volta sulla sedia opposta a Thorin.

Mangiarono e parlarono di ciò che successe nei mesi in cui non stavano insieme. Lei delle pattuglie di Orchi, lui della lavoro alla forgia del villaggio in cui vivevano, più, le sue informazioni riguardanti la scomparsa di suo padre, che cerca come se fosse acqua nel deserto in varie zone dell'Eriador, fra Minhiriath e l'Eregion.

Quando finirono di mangiare, Astama mise via i piatti e si risedette di fronte a Thorin, mentre lui accese la sua pipa.

"Ora vuoi parlarmi di questa proposta?" chiese lui, dopo una tirata.

"Mahal..." disse chiudendo gli occhi a bassa voce. "Quando ero a caccia nella zona sud dell'Ered Luin, uno Stregone venne a farmi visita."

"Uno Stregone?" chiese perplesso Thorin.

"Sì, precisamente Gandalf. Il Grigio. Mi chiese di venire insieme a te a Brea, nella locanda del Puledro Impennato per parlare di «faccende segrete», come le ha chiamate lui."

"Ti ha detto di cosa si tratta?" chiese Thorin e Astama esitò per un pò.

"... Riprendere Erebor." disse lei a tono basso.

La Riconquista del tesoro (Discontinuato)Where stories live. Discover now