Cap. IX Ritardi

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Bilbo si stiracchiò nel sonno sul suo letto, proseguendo il proprio riposo, ma si alzò di scatto, ricordandosi dei suoi ospiti dell'altro giorno, uscendo dalla sua stanza ed esaminò la casa alla ricerca delle loro tracce, guardando dappertutto, ma quando si rese conto che i tredici nani, Gandalf e Astama se ne furono andati, tirò un sospiro di sollievo, 'finalmente un pò di tranquillità!' pensò lo hobbit.

Si avvicinò alla finestra accanto alla porta d'ingresso, e guardò fuori essa, notando che era ormai sorto il sole da un bel pezzo, e i carretti viaggiavano su per le stradine ciottolate.

La vita ad Hobbiville riprese come ogni giorno, e molti hobbit si dirigevano al mercato, chi a pescare, chi a muovere le greggi, oppure a comprare un mazzo di fiori per la propria amata, o chi per incontrarsi con gli amici.

Quando abbassò lo sguardo per andare in cucina, Bilbo notò un foglio di carta sul tavolino del salotto che di certo non aveva lasciato lui fuori dalle pile poste su esso. Prese il foglio in mano e lesse:

"Bilbo, ti abbiamo lasciato dormire poiché già abbastanza danno ti è stato recato. Ho comunque lasciato il contratto sul camino, e siamo alla locanda del Drago Verde. Ti aspettiamo per la colazione e la partenza alle sette e mezza.

Gandalf, Thorin & Co."

Bilbo guardò l'orologio e vide che erano le sette. "Sono in ritardo!" gridò. Di corsa si cambiò, preparò uno zaino col necessario per il viaggio, e firmò il contratto, portando con sé le chiavi di casa e uscendo al volo, correndo giù dalla Collina, attraversando il ponte sull'Acqua ed arrivando a Lungacque.

La sua corsa non andò inosservata, dato che gli hobbit di passaggio lo guardarono con confusione, e c'era chi pergiunta pensava fosse impazzito poiché alla loro domanda sulla sua così urgente destinazione, egli rispose che stava partendo per un'avventura, cosa molto inusuale per il suo comportamento e per uno hobbit del suo rango.

Presso la locanda, trovò i nani, e i pony che erano già sellati. "Fermi! Ho firmato il contratto!" annuncio lo hobbit, attirando l'attenzione della compagnia e di Gandalf. "Sono in tremendo ritardo, chiedo scusa!" aggiunse dopo aver ripreso fiato, e consegnò il contratto a Balin. Il nano prese il contratto, lo esaminò.

"Benvenuto, Sig. Baggins, nella compagnia di Thorin Scudodiquercia." al ché, Bilbo si sentì sollevato, ricevendo sorrisi compiaciuti da alcuni dei nani e da Gandalf stesso.

"Avanti Bilbo, andiamo a fare colazione, ci aspetta un lungo viaggio. Andate avanti senza di noi, vi raggiungeremo sulla strada." disse lo stregone.

"Faremo meglio ad aspettare, Astama che ancora non ha finito, e penso che sia meglio partire tutti insieme." disse Balin. "Ma vi consiglio comunque di sbrigarvi, abbiamo quasi ultimato i preparativi per il viaggio.", e i due entrarono subito nella locanda per fare colazione.

Quando uscirono, alcuni dei nani erano già a cavallo. "Dategli un pony." disse Thorin, e Bilbo, non essendo molto soddisfatto, fece per ribattere.

"No no no, posso comodamente seguirvi a piedi, mi piace camminare, una volta sono arrivato fin... Ah!", non riuscì a continuare il suo discorso, che venne issato sulla sella del pony a lui assegnato, e con poca grazia, spronò il cavallino dietro agli altri.

Camminarono per molto, attraversando la foresta, su un sentiero verde, circondato da piante estive, con alberi alti e poco fitti, che permisero alla luce solare di passare attraverso i loro rami, quando finalmente lo hobbit si accorse di una mancanza. "Dov'è... Astama?" chiese guardandosi intorno, ma non notò la donna, ma soltanto un cavallo che li seguiva per ultimo.

La Riconquista del tesoro (Discontinuato)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora