Cap. VIII Speranza

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Balin sospirò. "I fatti ci sono a sfavore."

"Non è il momento di perdere la speranza." lo incoraggia Astama. "Io dico che verrà."

"Anche se verrebbe la missione in sé è molto pericolosa da compiersi." continua comunque Balin.

Thorin, Balin e Astama vedono lo Hobbit Bilbo uscire dal salotto, udirono le sue parole dirette a Gandalf.

...

"Datemi solo un pò di tempo." disse Bilbo ripresosi dallo svenimento.

"Te ne sei stato tranquillo per troppo tempo." ribatté Gandalf. "Dimmi: da quando i piatti di tua madre e i centrini sono diventati importanti per te?" chiese il Mago. "Io conoscevo un piccolo Hobbit che andava a cercare gli Elfi nei bosci, e tornava la notte, seguendo le lucciole e le farfalle."

"È passato molto tempo da allora." disse Bilbo. "Io non posso andarmene da casa, perché io sono un Baggins di casa Baggins!" affermò lo Hobbit.

"Tu sei anche un Tuc!" disse allora Gandalf. "Lo sapevi che il tuo pro pro pro pro zio, Ruggitoro Tuc, era talmente grande da poter cavalcare un vero cavallo?"

"Sì." disse Bilbo.

"E sapevi anche che nella battaglia dei Colli Verdi ruotò la sua mazza così velocemente e con forza, da staccare la testa al re dei Goblin, Golfinbur, e la mandò lontana per mille metri, finché non andò a rotolare dentro una tana di coniglio? La battaglia fù vinta. E il gioco del golf fù inventato in quel giorno!" ridacchiò Gandalf insieme a Bilbo.

"Questa mi sà che te la sei inventata." aggiunse in fine lo Hobbit.

"Tutte le storie meritano un'infiorettatura." disse Gandalf sedendosi di fronte a Bilbo. "Il mondo non si trova nei tuoi libri e nelle tue stoviglie...", Gandalf puntò con la pipa la finestra del salotto, "... è là fuori."

"Mi puoi permettere che tornerò?" chiese Bilbo, e Gandalf lo guardò attentamente.

"No." rispose il Mago. "Ma se farai ritorno, non sarai più lo stesso."

Bilbo sospirò. "Era ciò che temevo." lo Hobbit si alzò dalla poltrona su cui era seduto, e posò il bicchiere di tè sul comodino accando ad essa. "Mi dispiace, Gandalf, ma non posso partire." disse in fine Bilbo, e lasciò la stanza, andando nella propria camera da letto.

...

"A quanto pare abbiamo perso il nostro scassinatore." disse Balin. "E forse anche per il meglio. Cosa siamo noi? Minatori, stagnai, giocattolai, fabbri, non di certo roba da guerra."

"Vi sono dei guerrieri fra di noi." dice Thorin sorridendo.

"Vecchi guerrieri ahimè."

"Ma comunque abili nel maneggiare un'arma." aggiunge Astama.

"Io sceglierei uno di questi Nani ad un esercito dei Colli Ferrosi, perché quando li ho chiamati loro sono venuti. Coraggio, lealtà, un cuore volenteroso. Non posso chiedere più di questo." disse Thorin.

"Thorin, non sei costretto a farlo. Ci hai donato una vita decorosa, case accoglienti, un buon commercio ed un posto sicuro dove crescere i nostri figli. Una vita che vale più di tutto l'oro di Erebor." disse Balin, guarando Thorin con gratitudine e sostegno per il grande lavoro del principe dei Nani, il quale per il proprio popolo ha messo da parte la vendetta e il risentimento.

"Questa mappa e questa chiave sono passati da mio nonno a mio padre. Da mio padre a me. Da anni il nostro popolo aspetta quel giorno quando potrà tornare a calpestare la pietra della nostra casa, riavere cosa è nostro e regnare in pace negli anni a venire. Devo farlo Balin..." guardò con apprensione il nano dalla barba argentata, "... tutto quello che ho fatto, e faccio, è per loro."

La Riconquista del tesoro (Discontinuato)Où les histoires vivent. Découvrez maintenant