Quella sera Nathan se ne andò.
Sulla porta di casa mi sollevò dalle ascelle e mi strizzò come io abbracciavo il cuscino di EL. Quasi mi schizzarono gli occhi dalla faccia.
«Scricciolo, io vado. Ma ti prometto che torno, e soprattutto, che puoi chiamarmi sempre, notte e giorno.»
I miei piedi toccarono terra di nuovo e subito dopo mi trovai spinta addosso a secchione.
«Mi raccomando, voi due dovete andare d'accordo.» Fece l'occhiolino e mi sentii il sangue andare alle guance.
Alzai la testa verso secchione, che guardava il fondo del giardino. Non sembrava nemmeno essersi accorto che il mio braccio era appiccicato al suo.
Strinsi le mani a pugno e la scena di lui con Juliet mi fece venire il mal di pancia.
Col cavolo che gli parlo ancora. Non mi ha nemmeno chiesto come stavo.
Nate si girò e, un po' correndo e un po' saltellando, raggiunse la sua Ford nocciola, decorata in vari punti da pezzi di nastro adesivo argentato. La portiera fece veramente uno strano rumore quando la chiuse, ebbi paura che si dovesse stacare, e per i primi secondi dopo essere stata accesa, mandò degli strani scoppi con del fumo scuro.
Così se ne va la mia tranquillità. In mezzo a nuvole nere.
Il loro salvataggio però mi fu di comodo. Ross e gli altri cambiavano strada appena si accorgevano di me in mezzo ai corridoi, e io potevo respirare.
Qualche giorno dopo entrai in mensa, dei ragazzi e delle ragazze si voltarono verso di me poi mormorarono tra di loro continuando a fissarmi. Una sensazione di appiccicoso mi si spalmò sulla pelle, come se con i loro occhi mi stessero mettendo addosso della colla.
Feci finta di niente e mi servii con quello che Nate mi aveva consigliato di mangiare a scuola prima di andarsene. Trovai manzo e nachos.
Di nuovo nachos e manzo. Miss Scarlett, perlomeno, cucina qualcosa di diverso. Ora che ci penso, il giorno di pulizie non faceva altro che fissare Nathan e arrossire. Avrà fatto dei massaggi anche a lei?
Mi sedetti a un tavolo libero in attesa di Janine.
Un paio di ragazze che facevano tennis si misero a sedere di fronte a me. Allungarono il collo da una parte e dall'altra, sorrisero e si tirarono qualche gomitata. Dall'altra parte della sala, Brad ci stava guardando. Si voltò di nuovo dai suoi e le due divennero serie e si sporsero verso di me.
«Senti, Bennett» iniziò una di loro, capelli corti e castani e molto brava a giocare. «Voglio che tu sappia che siamo dalla tua parte. Molti lo sono. Ma in tanti hanno paura di Bradley. Lo sai lui fa~»
Alzai la mano «Lui fa il bello e il cattivo tempo perché la squadra della scuola non è mai stata così forte e può fare quello che vuole e bla bla bla...» Tagliai un pezzo di carne senza guardarle «Loro tre prendono la gente, la isolano e poi fanno quello che vogliono. Come portarle dal benzinaio.»
Le due alzarono la testa fissando dietro di me. Mi girai e c'era Janine.
«Ehi, che ci fate voi due qui? Sciò!» Fece il giro del tavolo
«Non ti preoccupare, non ho bisogno della guardia del corpo.»
Juliet apparve e mise il suo vassoio accanto al mio «Per me sì, almeno finché non torna la torre biondo ossigenato. Quanto hai detto che è alto?»
Addentai una carota bollita e la guardai di sbieco. Ancora non mi era andato giù quel comportamento ruffiano che l'aveva portato via da me. Mi bruciava nello stomaco. Si rimescolava e bolliva come il brodo di cavolo della nonna, e mi faceva sentire la stessa nausea.
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Pink Sapphire
General Fiction«Anche i tuoi regali devono avere dei nomi complicati. Lo zaffiro però è blu. L'ho visto nei libri». «È uno zaffiro speciale. Si trova solo in India. Invece di essere blu, è rosa. Ma è comunque uno zaffiro». Casa Simmons nasconde un segreto e Juno s...