CAPITOLO 67

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HARRY'S POV
La nebbia è un tappeto fitto quando esco di casa.
Il freddo probabilmente ancora più dannatamente irritante, questo posto è più spoglio del solito senza Allie in torno.
Con mia sorpresa, sono riuscito a dormire, ho ancora grandi capogiri ma almeno ho chiuso occhio, cosa che due mesi fa non mi sarei mai aspettato di fare dopo una serata come quella di ieri.
Non mi ricordo un cazzo in realtà, ma ero ubriaco fradicio, e ho chiamato Allie e lei ha risposto, questo lo ricordo.
Alzo il riscaldamento al massimo quando salgo in macchina e la radio di conseguenza, ho bisogno che qualcosa tappi i buchi nella mia testa. Ho bisogno di un fottuto suono più forte di quello dei miei pensieri.
Quando entro nella via del campus, una marea di gente e novellini del cazzo stanno intoppando il passaggio. Suono il clacson più volte cercando di far sgomberare questo gregge inferocito che ovviamente, ci mette dieci fottuti minuti per decidere se andare a destra o a sinistra.
Controllo il cellulare per l'ennesima volta come una fottuta ragazzina isterica ma niente, Allie non mi ha richiamato, ovviamente. Non so neanche perché me ne sorprendo. Quella ragazza mi ha fottuto il cervello. E sono davvero, davvero generoso con me stesso se penso sul serio che mi perdonerà.
ALLIE'S POV
"lascia, faccio io" Gabe mi prende il piatto dalle mani per metterlo nella lavastoviglie.
Gli do un colpetto scherzoso sul braccio e lui ride dandomi le spalle mentre fa partire l'elettrodomestico.
"tua madre ha detto che sarebbe tornata tra un paio d'ore" commenta "e che non devi muoverti troppo da letto"
Alzo gli occhi al cielo "grazie, mamma"
"ehi" si volta "mi sto solo accertando che tu faccia come dice e che tu stia bene"
Gli sorrido gentilmente, so che è così, è semplicemente difficile accettarlo.
Se ci fosse Harry, lui starebbe nel letto con me, a massaggiarmi le spalle, a dirmi qualche delle sue pietose battute e io starei al gioco, gli ricorderei che sono pessime e lui riderebbe ancora più forte, mettendo in evidenza le fossette prominenti, ma Harry non c'è. E questo non è l'Harry che conosco.
"forza, torna di sopra" Gabe mi raccoglie dai miei pensieri e la sua mano trova la mia aiutandomi ad alzarmi dalla sedia.
Afferro con prudenza le sue dita e le attorciglio alle mie, dando confidenza a delle mani diverse mentre mi accompagnano lungo le scale.
Quando sono di nuovo a letto, Gabe si preoccupa di portarmi tutto il necessario per il mio soggiorno temporaneo in questa stanza. dopo all'incirca dieci minuti, sono sola.
Non mi meraviglia il fatto che Gabe sia dovuto tornare a casa, ha già passato qui abbastanza tempo e sua madre è una abbastanza vecchio stampo, ma io comunque non dovrei star qui a giudicare.
Controllo il cellulare, Harry mi ha chiamato due volte, la distanza di tempo è minima.. che starà facendo adesso?
La tentazione di richiamarlo mi invade ma poi spengo il telefono e lo riappoggio sul comodino, sono qui per stare lontana da lui.
Ieri sera è stata solamente un eccezione, aveva bisogno di aiuto, era ubriaco.
Sono arrabbiata con lui, delusa, distrutta, totalmente. Non riesco ancora a credere a quello che è successo.. sono caduta da delle scogliere per colpa sua, si sua.
Non ricordo e non voglio ricordare molto, ho bisogno che le ultime due settimane vengano cancellate lentamente dai miei pensieri e devo cercare di tornare a respirare come prima di incontrare lui. Per quel che mi riguarda, gli ultimi due mesi sono stati solamente caos. Un immenso e inspiegabile caos che posso associare soltanto ad Harry. prima di lui, non mi ero mai sentita così a pezzi.
Mi ha distrutta mentre io cercavo di aggiustarlo. Mi ha rotto ogni volta che mi ha mandata via, ogni volta che mi ha baciata e poi ritornava ubriaco. Mi ha fatto a pezzi tutte le volte in cui non è stato sincero con me, tutte le volte in cui non sono stata abbastanza per lui da lasciare da parte il resto e aprirsi.
Mi ha distrutta, in ogni modo in cui una persona può essere distrutta.
Dopo due strazianti ore a riguardare il soffitto della mia stanza, decido che ho davvero, davvero bisogno di fare qualcosa se non voglio annegare nei miei problemi.
Scendo le scale ed entro in salotto dove mia madre sta leggendo una rivista sulla poltrona.
"come ti senti, meglio?" alza gli occhi dal giornale quando mi avvicino e siedo sul divano.
"adesso si, ho anche piuttosto fame" metto le mani sul ventre che mi gorgoglia.
"è un buon segno Allison"
" lo so"
"quando credi che tornerai al campus? Sai che non devi perdere troppe lezioni, la tua media ne risentirà altrimenti"
"tornerò non dopo della fine della settimana credo, voglio riprendermi totalmente prima" voglio riprendermi totalmente e prepararmi al peggio.
Mia madre annuisce e si porta un ciuffo di ricci dietro l'orecchio "sai" dice "quel ragazzo.. quell'Harry" oh, no.
"che cosa c'è tra voi due?" mi guarda incuriosita, un enorme e evidente traccia di giudizio nel suo sguardo. Odio che qualcuno possa giudicare Harry senza conoscerlo affatto.
"non c'è niente.. o non più almeno" dico piatta, non ho le forze di mantenere questa conversazione ma per un motivo o per l'altro, sapevo sarebbe venuta a galla dalla visita poco gradita di Harry all'ospedale.
"cosa vuoi dire con non più? Avete una storia, Allison?" la voce le si alza drammaticamente.
"No, mamma. Ma anche se fosse non capisco perché dovresti reagire in questo modo" vado sulla difensiva. Dandomi della stupida da sola perché dopo tutto, cerco ancora di difenderlo.
"perché?" inchioda "Ah! Avresti dovuto vederlo.. è così maleducato! Ha passato due intere settimane a litigare con medici e infermieri solo per dei capricci e poi, l'hai visto? Tatuato da cima a fondo" increspa le labbra in segno di disgusto "non fa per te Allison, siete così diversi. Solo a guardarvi si direbbe che appartenete a due pianeti differenti"
"non dovresti parlare di lui in questo modo, non sai niente davvero di lui mamma" irrompo, sentendo un enorme magone sul petto ai ricordi di un Harry vulnerabile che si fanno strada nella mia mente.
"non devo per forza conoscere una persona per dire che tipo di persona sia, l'hai guardato bene? Sono sicura che si ubriaca tutte le sere e dio solo sa cos'altro!"
"adesso basta" dico, irritata.
"Harry non è una cattiva persona"
"un ragazzo del genere credi che abbia buone intenzioni? Sei così ingenua figlia mia" quasi ride, prendo in giro la mia sensibilità. Se fossi davvero così ingenua come crede, ora non sarei qui.
"non puoi permetterti di parlare in questo modo, non puoi essere davvero seria.. non lo conosci affatto!"
"e tu?"
"più di te, mamma"
Mi alzo, infastidita dal suo comportamento.
"non è il ragazzo giusto per te, figlia mia, ascoltami"
"non voglio ascoltarti." Ma hai ragione.
Esco dalla stanza arrabbiata e frustata, la mia mente che ruota ferocemente facendomi uscire di testa.
Ho il cellulare tra le mani nel giro di pochi secondi, sento di poter scoppiare da un momento all'altro, trattenere le lacrime è così difficile. L'ho fatto per troppo tempo.
"liam?" sospiro quando risponde.
"Allie!" esclama, sorpreso "dove sei finita? Cioè, so che sei a casa di tua madre ma perché? Non mi hai detto niente.. sono passate, quante? Du.."
"due settimane,si" tiro sul col naso e lui se ne accorge.
"stai piangendo?"
"no" premo l'indice sullo zigomo facendo scivolare via una lacrima.
"che succede?" Liam è attento, dolce, sento la sua voce così calda e protettiva che riesco quasi a respirare.
"io.. " sospiro "ero in ospedale"
"tu che?!" quasi urla
"si, sono caduta da delle scogliere.. e..io, oddio Liam.." scoppio. Il mio pianto disperato che si rovescia tra le piccole mura della mia stanza, le mie mani a coprire il viso e il disastro che sono.
"ehi, ehi calmati Allie.. cerca di respirare" si agita e io decido che respirare fa troppo male in questo momento quindi soffoco altri singhiozzi e ingoio a fatica il mio dolore che cresce ogni secondo di più.
"scusa.." sussurro
"non chiedermi scusa, che succede?"
"io.. è un disastro, Harry.. io.."
Sento Liam sospirare, e posso immaginarlo alzare gli occhi al cielo.
"non dire te lo avevo detto, ti prego.."
"non lo farò ma, te lo avevo detto che non sarebbe finita bene. Stavo solo cercando di tenerti alla larga da lui. Cosa ti ha fatto?"
"lui.. mi ha praticamente fatto capire che non mi vuole abbastanza da smettere di far girare il suo mondo intorno a se stesso e poi, poi io sono venuta qui e.. ero distrutta, Liam. sono caduta, io non volevo.. non era ciò che volevo causare. E dopo lui è venuto qui, è stato qui tutto il tempo ma io non posso più combatterlo, sai, non ce la faccio. È così pesante, devastante..."
"Allie" richiama la mia voce accelerata e agitata dalle lacrime "ti prego, prima di tutto, cerca di calmarti"
Posso sentirlo parlare con fermezza, con quella sicurezza che non ho mai trovato in Harry.
"e dopo, siediti e cerca di raccontarmi, se te la senti, e se non te la senti, sarò li nel giro di poche ore."
"non c'è bisogno che tu venga qui" c'è ne assolutamente bisogno, ma non gli permetterò di trascorrere una giornata in auto solo per venire da me, che sono un disastro assoluto.
"se c'è ne fosse, sai che verrei, e lo farò se dopo questa chiacchierata non sarai più tranquilla.. cosa che non credo accadrà, ti conosco"
Sospiro
"forza" mi incoraggia dolcemente.
"ricordi la sera in cui Harry è venuto da te? Ubriaco? E ha incontrato tua madre?" quasi scoppio di nuovo a piangere ai ricordi di ciò che successe la mattina dopo.
"ehm.. si"
"Harry era distrutto, così stanco.." pensieri di come mi ha tenuta stretta durante la notte mi inondano "solo quando mi hai raccontato la storia ho più o meno capito e.."
"lui non sa che lo sai?" mi interrompe
"No"
"perché non glielo hai detto?"
"perché non appena siamo tornati a casa, mi ha mandata via, di nuovo.. ma questa volta è stato diverso, era impazzito Liam. e io mi sono arrabbiata, non voleva parlarmi! Non voleva aprirsi con me, dopo tutto quello che..."
"che...?"
"è successo okay? L'abbiamo fatto Liam, e dio, mi sento così umiliata" singhiozzo di nuovo.
"tu ed Harry? quindi vuol dire che tu e lui.. state.. stavate.."
"no. È questo il punto, è come se mi avesse usata. Non ha fatto mai niente per me, mentre io cercavo di farlo star bene lui era troppo impegnato ad auto commiserarsi e ad ubriacarsi per accorgersene"
"volevo conoscerlo meglio, avrei voluto così tanto conoscerlo meglio.. ma lui non me lo ha mai permesso"
"ti ha raccontato di Gemma?"
"si, ma non c'entra.. non lo avrebbe fatto se non lo avessi supplicato con tutte le mie forze"
"però l'ha fatto."
"Liam?"
"senti, non lo sto difendendo. Non lo farei mai, non dopo quello che ha fatto passare alla mia famiglia, non dopo tutto il casino che ha causato nelle vite di chiunque gli fosse vicino ma, l'ha fatto Allie"
"io non posso farmi scivolare tutto di nuovo addosso" sussurro, sentendo le lacrime scendere di nuovo.
"non devi farlo, saresti pazza se lo facessi" dice "ma non voglio nemmeno che tu ti distrugga in questo modo. Devi tornare qui Allie, continuare la tua vita, i tuoi studi, i programmi. Ti stai nascondendo da qualcuno che da quel che ho capito, non hai intenzione di rivedere"
Ha ragione, Liam ha sempre ragione.
"lo so ma.."
"cosa?"
"quando mi sono risvegliata, ieri, lui era li e io non sono stata abbastanza forte. Ho ascoltato quello che aveva da dire e.. ed era tutto quello che ho sempre voluto sentirmi dire da lui"
"ma mi ha devastata. Sono così confusa e arrabbiata, sento di voler spaccare tutto intorno a me, di aver bisogno di urlare e piangere.."
"allora fallo, tenersi tutto dentro non fa bene"
"non ce la faccio"
"ce la fai.. ce la fai Allie"
Socchiudo gli occhi bagnati e gonfi e prendo un grande respiro che mi fa male al petto. Sento la voce di Liam tranquillizzarmi dall'altra parte del telefono e il mio cuore batte forte e dolorosamente nel mio torace, questo muscolo capace di spaccarmi la gabbia toracica.
"voglio che tu stia bene, Allie. Voglio che tu possa vivere la tua vita.
Harry non ti fa bene, e lo sai.
Ma non posso nemmeno dirti che ti faccia male, perché dopo tutto, se stai così , significa che un qualcosa di giusto deve averlo fatto anche lui"
Le lacrime riprendono irrefrenabili e amare più del solito. Sento il corpo tremare e la voglia matta di prendere la lampada dal comodino e romperla contro il muro. Riesco a sentire il magone e la rabbia e il dolore, soprattutto un pesto ed enorme dolore sotto la mia pelle.
"credi di.. di poter venire qui? di venire a prendermi?" tiro su col naso, passandomi una mano sotto gli occhi e poi sulla fronte.
"certo" so che sta sorridendo. "torni a casa?"
"non so più cosa sia casa ormai.."
"torni, qui?"
"si"
"credo sia la scelta migliore, sai. Basta scappare dall'inevitabile Allie, basta combattere una battaglia già persa in partenza"
odio sentirlo dire, odio pensarlo.. lui non è una battaglia persa in partenza, non voglio che sia la mia battaglia persa in partenza, non voglio che sia quella battaglia a cui ogni donna deve sottoporsi nella sua vita e sia persa.
Dopo aver riattaccato il telefono e dopo che Liam mi ha promesso che sarà qui per domani mattina, prendo la borsa coi vestiti che avevo preparato per andare da Harry e la appoggio ai piedi del letto.
Spengo il cellulare e spero, che per una volta, io possa sentirmi in un modo diverso da quello in cui mi sento adesso. Perché è insopportabile, ed è colpa sua.


SPAZIO AUTRICE❤️
Ecco il nuovo capitolo ragazze! Spero infinitamente vi piaccia :)
Commentate in tante e fatemi sapere cosa ne pensate! Ah, e ci tengo a ringraziarvi di nuovo per tutto... Manca pochissimo ai 23 mila lettori! E per me è un traguardo enorme!! :) non me lo sarei mai immaginata quindi grazie, semplicemente grazie.

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