CAPITOLO 26

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ALLIE'S POV

Il mio cuore perde un battito a quelle parole e non riesco a capire come possa essere così innato il fatto che sia qui.
Mi sta prendendo di contropiede e se continua a spingere sull'acceleratore credo che mi farò male, corre troppo veloce e non posso più sopportarlo.
"basta, Harry" trovo la forza di guardarlo e sento l'elettricità pizzicarmi la pelle per poi esplodermi nelle vene non appena colgo il verde infiammato nel suo sguardo.
"mi dispiace di non essere arrivato prima" dice.
"però lo hai fatto, e non ho più nessuna intenzione di starti ad ascoltare" quasi soffoco la mia voce in un tremolio ma mi riprendo e trovo il modo di divincolarmi dalla sua presa.
"non lo hai mai fatto" le labbra gli si stendono, trattenendo a malapena un sorriso.
Mi perdo un istante sul sangue che gli riga la bocca e mi sento paralizzata da ogni pensiero positivo, voglio sapere chi è stato a ridurlo così. "dimmi cos'è successo" stringo i pugni lungo le gambe mentre lo guardo grattarsi dietro il collo a pochi metri da me.
"ti ho già detto che non è niente" fa spallucce ma gli occhi socchiusi mi fanno capire quanto stia cercando di controllare il dolore, non ho nessuna intenzione di ripulire il suo sangue un'altra volta.
"se non fosse niente non saresti ridotto così" lo riprendo e mi sta irritando.
Ruoto lo sguardo verso la camera da letto e mi rendo conto che Katie sta ancora dormendo sul divano, non voglio che si svegli per colpa nostra, più sua, ma sempre nostra.
"piantala, cazzo. Ho detto che non te ne parlerò" alza il tono di voce e mi avvicino velocemente premendo il palmo contro la sua bocca. "smettila di urlare" lo rimprovero e il suo sguardo pare rilassarsi leggermente mentre la mia mano lo zittisce.
Lo fulmino con lo sguardo, abbastanza convinta a portare avanti questa cosa senza cadere.
Attorciglia le dita al mio polso e mi tira via, la macchia rossa sulla mia pelle si è ampliata così come sulle sue labbra.
Aggrotta le sopracciglia e strofina le nocche ferite, non lo sopporto. "che cazzo hai?" ringhia permettendosi sfacciatamente di scaricare la colpa su di me.
"Katie sta dormendo, quindi non voglio che le tue urla la sveglino" rispondo.
"vieni con me, allora" continua, e continua con questa stupida e malata idea di farmi andare con lui. "perché dovrei?" mi acciglio andando verso di lui. Voglio solo spostarmi da qui, so che si sveglierà a minuti e le sue domande sono l'ultima cosa di cui ho bisogno.
"fallo e basta" il suo sguardo mi segue mentre apro la porta dell'altra stanza e gli faccio cenno di seguirmi. Devo sbollire la rabbia e l'irritazione verso di lui se voglio arrivare al punto.
"è questo il tuo problema. Credi che tutti facciano come dici, ma non è così"dico e la mia voce è stabile e tagliente quanto basta per lasciarlo spiazzato. "non me ne frega un cazzo di quello che pensi, adesso. Ma devi venire con me" la sua voce rude corre velocemente verso di me e lo vedo protendersi pronto ad afferrarmi ancora. "calmati, Harry!" urlo spostandomi.
Per quale motivo dovrei andare con lui? Perché è macchiato di sangue? Perché mi sta facendo questo?
"come cazzo puoi dirmi di stare calmo?!" urla tirandosi i capelli all'indietro.
Gli occhi rossi sono contornati da lividi violacei e mi irrigidisco mentre lo guardo portarsi la lingua a bagnare il labbro spezzato.
"non verrò con te!"
Tira un colpo di tosse e i muscoli delle sue spalle si ampliano irrigidendosi alle mie parole, sta cercando di controllare il suo temperamento.
"sei ubriaco?" dico prima che faccia in tempo ad aprir bocca. Non so perché, ma mi sentivo in dovere di chiederglielo. "No"
Mi sento leggermente sollevata, ma solo fino ad un certo punto perché se riesce ad essere così scontroso anche da sobrio, la cosa non avrà buon fine.
"allora spiegami cos'è successo." Dico calma.
"cazzo, non posso! Ho solo bisogno che tu venga con me! Smettila di fare l'ostinata per un fottuto minuto e ascoltami!" urla, e le vene sul collo vengono messe in evidenza mentre la bocca si contorce in grida insopportabili.
Socchiudo gli occhi per alcuni istanti cercando di sopportare tutto ciò in cui sono caduta e tiro un respiro profondo prima di riconcentrarmi su di lui e sull'errore che è.
"non verrò con te! Sei troppo arrabbiato e non so perché, quindi non farò nulla di tutto ciò!" ribalto la situazione mentre riprende fiato.
La mascella gli si contrae brutalmente e mi sento congelata quando i suoi occhi mi guardano assassini.
Faccio un passo indietro quando si avvicina, e mi guarda torva.
Mi fa male la testa, non capisco come siamo arrivati a questo. Non andrò con lui, non voglio. Non se prima non mi spiega come sono andate le cose, non può presentarsi qui sanguinante e pretendere che lo segua ovunque.
Mette le mani in tasca mentre mi guarda ed io abbasso per alcuni istanti lo sguardo, ho troppe cose che mi frullano nella mente e devo cercare di ricacciarle fuori se voglio poter capire il perché di tutto ciò.
Una parte di me sa che non mi dirà niente, ma ho la piccola speranza che possa sbagliarmi e che per anche solo un minuto lasci da parte il suo orgoglio e me ne parli.
"hai paura di me?" chiede serio. Non azzarda altri passi e lo guardo incerta mentre si tira i capelli via dalla fronte.
Ho paura di lui?
"no" dico, gelida ma ancora in balia del suo sguardo ipnotico.
Sono sorpresa dalle mie parole più di quanto pensassi, forse dovrei averne, forse dovrei seriamente correre e chiedere aiuto. Scappare via da lui, ma qualcosa me lo impedisce.
E non so perché, ma ho la piccola certezza che ciò che sento nei suoi confronti, qualsiasi cosa sia, non è paura.
"devi ascoltarmi" mi si avvicina e il tono nella sua voce si è calmato ma è severo.
Non dico nulla, aspetto solo che sia abbastanza vicino da poter vedere senza interferenze il verde che brucia nel suo sguardo.
Faccio un cenno portando gli occhi verso il pavimento, non voglio più crollare per colpa sua.
"è successo un casino, Allie" sospira e la voce roca si affievolisce contro la sua espressione interdetta.
"cosa?"
"non posso dirtelo ora, ma ti prego vieni con me" alluna una mano e guarda velocemente la mia.
Mi avvicino ma non allaccio nessun contatto, non mi piace questa cosa.
È come se fosse in grado di alterare i miei pensieri o le mie convinzioni. È come se mi manipolasse e non posso sopportarlo. "no, Harry" sospiro e sento un macigno schiacciarmi il petto.
"ti prego" supplica e il tono dolce mi fa tremare le ginocchia, sento il respiro morirmi in gola e sono bloccata dal dire o il fare qualsiasi cosa.
"perché dovrei?"
"fallo e basta" risponde.
"tu non puoi pretendere che io ascolti ogni tua parola e obbedisca all'istante" piagnucolo muovendo le mani in aria.
"tu con capisci"dice tra i denti.
"fammi capire allora!" esplodo e lo spingo dal petto, non mi importa più quanto male possa fargli.
"cazzo! Vaffanculo Allie!" abbaia e mi urla in faccia con quanta più aria ha nei polmoni.
"devi lasciarmi in pace, Harry!" la voce mi trema e sento gli occhi diventare più pesanti, non voglio piangere davanti a lui ancora ma sto bruciando dentro e non riesco a controllarlo.
" e tu dovresti darti una cazzo di calmata e ascoltare, smettila di fare la stronza!"
"io? Dici sul serio?" tiro su col naso restando inflessibile mentre le guance avvampano velocemente. Il suo sguardo corre al mio viso e so quanto i miei occhi siano lucidi.
"si, merda. Vuoi davvero sapere cosa c'è?!" quasi grida ma ferma la voce ad un tono vicino all'insopportabile, senza arrivarci.
Apro la bocca ma le sue parole mi fermano.
"c'è che sei una fottutissima ragazzina impertinente. Porca puttana, posso sapere qual è il tuo problema?!"abbaia.
E sento le prime lacrime rigarmi le guance. Il respiro mi si è appesantito troppo in fretta ed è come se un camion di cemento mi stesse schiacciando.
"tu sei il mio problema"
"bene, allora và al diavolo tu e la tua cazzo di egocentricità!" urla e un fremito mi scappa dalle labbra mentre mi si bagna il volto.

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