Capitolo XII

20.9K 1.4K 339
                                    

(Salve gente, scusate il ritardo! Questo capitolo è molto particolare..buona lettura. Ah l'occhio nella foto è l'occhio mutante di Sean. Ve lo immaginavate così?^^)

Corro.
Continuo a mettere una gamba davanti all'altra senza sapere dove io stia andando. Ho il fiatone, ma non posso fermarmi. Sento che mi sta seguendo. Mi sembra di girare intorno, i corridoi si somigliano.

Basta. Le mie gambe non reggono più. Mi fermo.

"Grosso errore piccola Shy, ora ti aspetta una punizione..." sibila quella strana voce.

Il pavimento sotto ai miei piedi cede e sprofondo in una stanza buia. Sento una strana presenza intorno a me. Tasto il terreno.

Oddio.

Sono ricoperta da insetti di svariate dimensioni. Urlo e cerco di trovare una via di fuga. Sento che si arrampicano sulle mie gambe, cado a terra stremata.

"E-era solo un incubo..." sussurro impaurita.

Sono sudata e la mia fronte scotta. Dopo essermi fatta una doccia, noto che non faccio in tempo a scendere per la colazione. Tra non molto ho la lezione con il preside. Ripenso a ieri.

Un insegnante è stato trovato morto nell'ala est della biblioteca. Non so più se andarci o meno. Ieri sera ho provato a far parlare Abbey, ma non voleva sentire ragioni, così ho lasciato perdere.

Sono stufa di essere lasciata all'oscuro delle cose. Preferisco una verità sconcertante rispetto ad una bugia costruita o al silenzio.

Sbuffo e chiudo la porta della camera dietro di me. Sul foglio degli orari c'è scritto che mi devo recare nella palestra della scuola.

Mentre cammino incontro lo sguardo di Jessica. Ieri sera mi ha riservato altre parole taglienti come "Sei una sfigata" oppure "Tu in questo posto non c'entri niente."

Sono stufa anche di lei, decisamente stufa.

Vedo di sfuggita April ed Abbey dirigersi verso la loro aula insieme a pandino. Noto che quest'ultimo ha un'espressione strana; allora oggi non sono l'unica con la luna storta.

La palestra è davvero enorme e ben attrezzata. Assottiglio gli occhi e mi guardo attorno con fare pensieroso. Intravedo la figura del preside parlare con un tizio dai capelli bianchi.

Andrew. È lui.

"Allora com'è la situazione?" domanda Barbarossa, che non si è ancora fortunatamente accorto della mia presenza.

"Non li ho visti, ma sentivo la loro presenza." risponde il ragazzo, scrollando le spalle. A quel punto il preside mi nota, facendomi successivamente cenno di avvicinarmi.

"Buongiorno Shannon." dice allegramente. Sorrido e mi volto a fissare Andrew, lui risponde alla mia occhiata in modo interrogativo.

Eh no caro, quella che ha mille domande in testa sono io.

"Beh allora io vado... arrivederci." proferisce lui, massaggiandosi il collo.

Arrivederci lo dici a tua nonna, Andrew. Lo lincio con lo sguardo, mentre percorre velocemente la via d'uscita.

"Bene, allora Shannon, le nostre lezioni si focalizzano sui tuoi poteri. Ho saputo che hai letto nella mente dei tuoi coetanei l'altro giorno in mensa."

"Sì, è stato strano. Non vedevo più nulla... Mi sentivo spaesata." sussurro, abbassando via via il tono di voce. Lui annuisce lievemente.

"È normale, è come se vedessi e sentissi con la tua mente i pensieri, per questo non vedi e non senti niente." sentenzia, facendomi l'occhiolino.

The Mirror of the SoulDove le storie prendono vita. Scoprilo ora