14. Non puoi far esplodere un microonde a settimana!AU

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In una sera di una giornata particolarmente stancante, Annabeth Chase imprecò a mezza voce, maledicendo le chiavi che non volevano farsi trovare, e lo zaino che sembrava infinito come la cintura degli attrezzi di Leo.
Era ferma da un quarto d'ora davanti al portone dell'appartamento che condivideva con Percy, a cercare, appunto, quelle stramaledette chiavi.
L'appartamento era piccolo, in centro a New York, e sapeva di loro due: era arredato in uno stile minimalista, come piaceva ad Annabeth, con qualche mobile blu, un'enorme libreria, uno skateboard abbandonato in un angolo della loro camera, una scrivania piena di fogli e il copriletto di Nemo che Percy adorava.
Era situato in una posizione comoda, a metà strada tra le università che frequentavano e il Campo Mezzosangue. Era anche abbastanza vicino alla piscina dove lavorava Percy per guadagnare qualcosina.
Per gli dei, pensò Annabeth, ora dovrò tirare pugni alla porta finché Percy non mi verrà ad aprire. Devo assolutamente chiamare qualcuno della casa di Efesto per far aggiustare questo campanel-
"Grazie al Cielo!" Esclamò, per poi zittirsi subito, ricordandosi della vicina di casa brontolona. Aveva finalmente trovato le chiavi azzurre che inspiegabilmente si erano infilate in mezzo ad un libro di storia dell'architettura.
Aprendo la porta il più piano possibile, entrò nell'appartamento lanciando un'occhiata all'orologio appeso alla parete che segnava le undici e mezza.
Fantastico. Percy si sarà sicuramente addormentato sul divano, sbuffò mentre si avviava in cucina.
Invece, contro ogni sua previsione, lo trovò seduto sul tavolo, chino sul libro di biologia marina, l'espressione corrucciata e un evidenziatore azzurro in mano. Di fronte a lui, un posto apparecchiato con una tovaglietta, un piatto, le posate ed un bicchiere.
Si accorse di lei solo quando Annabeth si avvicinò e gli scoccò un bacio sulla guancia.
"Oh, ciao" le sorrise "ti ho preparato la cena, sta scaldando nel microonde".
"Hai già mangiato?" Gli chiese, sedendosi al posto apparecchiato.
"Si, mi sono preso una pizza con Jason, sapevo saresti tornata tardi".
Solo in quel momento gli occhi di Annabeth caddero nel ripiano della cucina dove era acceso il microonde, dietro Percy.
"Percy" lo chiamò.
"Sai, Piper è al Campo per alcuni problemi con la casa di Afrodite. Ah, ha chiamato durante la cena e quando ha saputo che c'ero anche io ha detto di salutarti."
"L'ho sentita circa mezz'ora fa, mi ha chiamato per dirmi che ha scoperto che Connor Stoll e Katie Gardner stanno uscendo insieme" rispose Annabeth distrattamente. Ripensò agli urletti di gioia dell'amica quando, per telefono, le aveva raccontato che aveva beccato Katie e Connor a baciarsi dietro alla capanna 11.
"Ma comunque, sei sicuro di non-"
"Poi Jason mi ha raccontato di come stanno andando i lavori per espandere Nuova Roma, e ha detto che uno di questi giorni dovresti passare, hanno fatto degli appartamenti proprio come tu avevi progettato e-"
"PERCY" lo interruppe lei, fissando intensamente il microonde.
"Che c'è?"
"Non hai messo di nuovo l'alluminio nel microonde, vero?"
Percy si voltò accigliato, accorgendosi dello sguardo preoccupato della ragazza.
Fece per rispondere, ma un botto lo precedette.
"Come non detto" Annabeth appoggiò con un tonfo la fronte al tavolo. "Percy, non puoi far esplodere un microonde a settimana, per la divina Atena!"

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