18. Pomiciamo e poi scopro che sei il ragazzo della mia compagna di stanza!AU

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Annabeth si sporse in avanti, facendo combaciare le labbra con quelle del ragazzo di cui non sapeva nemmeno il nome.
Le sue labbra avevano il sapore di vodka alla fragola, ma erano salate, come se si fosse appena fatto un tuffo in mare.
Aveva ballato con lui per un po', poi si erano avvicinati al bancone dove lui si era seduto su uno sgabello e l'aveva fatta salire sulle sue cosce.
Non doveva finire così, pensò, mentre lo sconosciuto le baciava il collo. Dovrei essere in camera a studiare.
Era passata solo a fare un saluto alle sue amiche, per poi tornare nella sua camera a studiare per l'esame di lunedì. Lì al college qualcuno organizzava una festa ogni sabato, quindi non si sarebbe persa niente.
Ma alla fine, niente era andato secondo i suoi piani: Piper e Talia, già ubriache, l'avevano invitata (o meglio, l'avevano costretta) a bere un drink. Poi un bicchiere tira l'altro ed eccola lì a limonare con un tizio che non aveva mai visto prima.
Gli tirò leggermente i capelli neri ancora più spettinati di prima, facendolo grugnire ancora.
Il ragazzo fece scivolare le mani sotto alla semplice maglietta grigia di Annabeth, accarezzandole la schiena e sfiorandole il fondoschiena.
Avvicinò le labbra all'orecchio di Annabeth "Andiamo nella mia stanza". Era un'affermazione, piuttosto che una domanda. Incrociò i suoi occhi e pensò che erano veramente stupendi. Non verdi, ma nemmeno blu. Li avrebbe definiti color verde mare. Recuperato lo zaino, si affrettò a seguirlo.

Annabeth controllò l'ora sull'orologio che aveva al polso.
Le 4:26.
Stava camminando in un corridoio in punta dei piedi, dato che il coprifuoco era passato da parecchio.
Aveva abbandonato la camera del tizio che aveva "conosciuto" alla festa mentre lui dormiva, dopo aver recuperato le sue cose e i suoi vestiti. Non si sentiva in colpa, era meglio così: sapeva che  se si fossero svegliati insieme sarebbe stato tremendamente imbarazzante.
Raggiunta finalmente la porta della sua camera, la aprì cercando di fare meno rumore possibile. Indossò il pigiama con le civette e notò che per fortuna non aveva svegliato Rachel, che dormiva nel letto posizionato vicino alla parete opposta.
Si buttò nel letto, esausta, addormentandosi in un secondo.

"Annabeth! Sveglia!" Rachel, la sua compagna di stanza, si aggirava per la camera buttando furiosamente tutto all'aria. "Dov'è la mia felpa? Quella blu con il quadro di Van Gogh!"
Per risposta ottenne solo un grugnito proveniente dal bozzolo di coperte nel quale si era infagottata Annabeth, in un disperato tentativo di isolarsi dal casino che stava producendo Rachel.
"Dai! Tra poco devo uscire e ho bisogno di quella felpa!" Vedendo che l'amica non dava segni di vita, le tirò un cuscino addosso. "Annabeth!"
"Mmh... Ieri ho visto che la lanciavi sotto al letto"
Trovò la felpa proprio dove le era stato detto dall'amica.
Stava per ringraziarla, quando qualcuno bussò alla porta. Rachel infilò la felpa, si guardò un'ultima volta allo specchio e aprì la porta.
"Percy!" Diede al ragazzo che era appena entrato un bacio sulla guancia. "Aspetta due minuti, devo solo prepararmi la borsa e poi possiamo andare".
Annabeth si girò verso Percy e Rachel, mettendosi a sedere. Il pavimento si mise subito a girare, e un dolore lancinante le trafisse la testa, come a punirla per la sbronza della sera prima.
Il ragazzo era alto e slanciato, i capelli neri spettinati e due stupefacenti occhi verde mar.. Oh, merda.
"Uh, sì, scusate" disse Rachel "Percy, lei è Annabeth. Annabeth, questo è il mio ragazzo, Percy".
Oh, merda, merda, merda.
E fu sicura che guardando l'espressione di Percy, che era sbiancato all'improvviso, anche lui stava pensando la stessa cosa.

-n.d.a.-
Bene, dopo questa one-shot imbarazzante vado a sotterrarmi, ma mi farebbe molto piacere se lasciaste un commento e, magari, qualche spunto per degli headcanon o one-shot
Baci,
Ali

Percy Jackson Headcanons!Where stories live. Discover now