Il Campo Mezzosangue, dopo la perdita di qualcuno, diventa triste e spento.
Il fuoco, che segue l'umore generale dei semidei, è perennemente grigio e basso.
Non c'è il solito sottofondo, composto da grida, risate, canti e melodie dei figli di Apollo e dei satiri.
Si sente solo silenzio, un interminabile silenzio, spezzato ogni tanto da singhiozzi disperati.
I figli di Ermes, in quel periodo grigio, fanno molti più scherzi che li rendono più insopportabili del solito. Gli altri semidei del Campo, perfino i figli di Ares, non gli dicono niente, sapendo che quello è il loro modo di sopportare e mascherare la sofferenza.
I figli di Efesto producono molte più armi e marchingegni, perché ad ogni martellata sfogano il dolore e la frustrazione che hanno dentro.
I figli di Ares diventano stranamente calmi, come se quella perdita li avesse prosciugati delle energie; quelli di Atena passano notti insonni elaborando strategie, chini su fogli di progetti che dovranno comunque riscrivere, poiché le lacrime hanno rovinato e sbavato l'inchiostro dei fogli.
I figli di Demetra che perdono la voglia di vivere, e con loro le piante del Campo Mezzosangue, che si appassiscono.
Dopo cena, non c'è nessuna gara di canto, nessuna melodia che aleggia nell'aria.
Se ne tornano tutti nelle loro cabine, stanchi, distrutti, spezzati, a piangere per quegli amici che non vedranno mai più.
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Percy Jackson Headcanons!
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