Capitolo 2

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Appena scesa dall'aereo inspiro l'aria del Canada. Mi è mancato questo posto.
-Devi chiudere il becco dannazione- sibila Arabel mentre Matt ride. Sospiro con orrore. Forse non li dovevo portare.
-Finitela caspiterina! E muovetevi che voglio andare a dormire- dico esasperata mentre prendo il mio trolley, senza voltarmi indietro.
In certi momenti sono proprio dei bambini.
Mentre li sento bisticciare alle mie spalle, esco dall'aereoporto e un sorriso spontaneo illumina il mio volto. Mio nonno è arrivato con il suo impareggiabile furgone blu elettrico. Ho sempre trovato troppo appariscente quel furgone, e ho fatto di tutto per convincere mio nonno a cambiare colore, ma niente da fare. Mio nonno è testardo, peggio di un mulo.
-Ecco il furgone del buon vecchio Jeff- afferma Matt alle mie spalle.
-Vecchio sarà tuo padre- esclama mio nonno mentre ci viene incontro. Scoppio a ridere e l'abbraccio.
-Nonno mi sei mancato-affermo sprofondando il viso nel suo petto.
-Oh, bambina mia anche tu- dice mentre mi accarezza lentamente i capelli. Dopo un po ci stacchiamo e Arabel e Matt, che si becca un pugno sul braccio dal nonno, lo salutano.
Senza convenevoli portiamo le valigie sul furgone e partiamo. Ci aspetta un viaggio di ben due ore per arrivare nel villaggio dove abitano i miei nonni.
Libery's spirit, è un modesto villaggio situato vicino al grande bosco Queltyen, che prende il nome da tribù che in passato popolavano il luogo.
Ci sono sempre state persone, mi raccontò mia nonna, che hanno provato ad avventurarsi per il bosco ma hanno sempre fatto ritorno terrorizzati. Si dice che in quel bosco vivano due grandi branchi di lupi. Ma nessuno ha mai visto un lupo aggirarsi per i confini del bosco. Inoltre quelle stesse persone affermano che nella parte più remota e selvaggia della foresta ci sia perfino un enorme villaggio. Ma queste informazioni provengono da persone che terrorizzate avevano vagato per giorni nel bosco, in cerca della via del ritorno. Per questo le persone non hanno dato peso a quello che dicevano. "Fandonie, deliri che la mente ha progettato per avere la certezza del ritorno alla civiltà", affermò mia nonna durante il racconto. "Nessun uomo può vivere nel bosco, con lupi e bestie che si aggirono in quel posto". Purtroppo non so altro. Mia nonna concluse cosi il suo racconto e per quanto avessi insistito non mi ha detto più nulla a riguardo. Insoddisfatta, rimugino su questo ricordo fino all'arrivo nel villaggio.
È tutto come da bambina: case piccole ma accoglienti ai bordi della strada, andando più avanti troviamo i negozi con il centro commerciale e affianco il municipio e il padiglione delle fiere.
Quest'ultimo , come tutto il villaggio, è addobbato per la fiera Cake's home, che si svolge tutti gli anni il 14 ottobre. E come di consuetudine, si partecipa alla gara della miglior torta del villaggio. Mia nonna ha sempre partecipato a questa gara e non si è persa neanche un anno. Mi dispiace che quest'anno a causa del malore deve stare a casa a riposare.
-Eccoci arrivati- afferma nonno posteggiando difronte alla loro casetta in legno, accogliente e di modeste dimensioni. Si trova alla fine del villaggio vicino al bosco. Un bellissimo giardino ricoperto di rose rosse fa mostra di se di lato per poi arrivare al recinto in legno di faggio che delimita la casetta, prima dell'inizio del bosco.
Quanti ricordi. Mia nonna ha sempre amato i fiori. Ricordo che ogni giorno, prima di svegliarmi, passava per tutta casa e posava fiori di ogni genere ovunque.
-Quanto mi è mancato questo posto- dico sorridendo mentre scendo dal furgone e prendo la valigia.
-Che casa splendida- afferma Arabel mentre ci avviamo alla porta di entrata.
-Non solo la casa, Bel ma hai visto il giardino? Quelle rose sono stupende- dice Matt meravigliato.
-Mia moglie ama i fiori, in particolare le rose e negl'anni ha riempito interamente il giardino- esclama mio nonno alzando gli occhi al cielo.
Ridendo mi avvicino alla porta e busso. Niente.
-Nonno ma c'è la nonna?-domando mentre busso di nuovo.
-Si certo, forse sta soltanto riposando- dice mentre apre la porta con le sue chiavi. Appena entro sento un profumo di cioccolato inconfondibile, arrivare dalla cucina.
La torta al cioccolato della nonna è memorabile.
-Nonna!- esclamo lasciando il trolley e correndo in cucina. Entro e non trovo nessuno.
-Nonna? Che fai giochi a nascondino?- domando uscendo dalla cucina e girando per il salone.
-Gwen starà di sopra- dice ridendo il nonno mentre fa vedere la casa a Matt e Arabel. Annuisco e punto le scale come una bestie punta la sua preda.
-Nonna?- urlo salendo di corsa le scale. Apro tutte le porte. Tutte. Ma di lei non c'è neanche l'ombra. Inizio a preoccuparmi seriamente. È una signora appena uscita dall'ospedale per un malore. Dove cazzo può essere andata quella sconsiderata. Sbatto la porta del bagno e corro di sotto urlando.
-Nonno tua moglie non si trova da nessuna parte dove sta ?- arrivo in cucina interrompendo il nonno e i ragazzi.
-Ha lasciato questo- dice Matt passandomi un bigliettino.
"Cari sono felicissima del vostro arrivo. Non vedo l'ora di rivedere la mia adorata nipote e i suoi cari amici di cui mi parla da anni.
Fate come se foste a casa vostra. E per qualunque cosa chiedete al mio Jeff.
Mi trovate alla Cake's home.
Un bacio,
Michelle.
P.s. cara nipote non ti arrabbiare ma su quella coccarda c'è scritto il mio nome."
-Mi prendete per il culo?- domando a nessuno in particolare stritolando il bigliettino. Nonno sospira.
-Sai come è fatta tua nonna Michelle, Gwen. Ama quella gara di torte.- dice e mi guarda esasperato. Sospiro. Purtroppo lo so come è fatta.
-È testarda ed è competitiva, si si ricordo benissimo.- esclamo.
-Uh ma guarda tale e quale a te- dice Matt ridendo mentro gli lancio un'occhiataccia. Arabel annuisce.
-Gwen la batte di sicuro-.dice scherzando Bell e batte il cinque a Matt che se la ride con il nonno.
Sbuffo e incrocio le braccia al petto.
-Che carini. Davvero simpatici.- esclamo girandomi e andando verso la porta di entrata. - Passerei volentieri tutto il mio tempo con voi, ma ho una nonna da scannare, quindi ci vediamo- apro ed esco di casa. Mentre cammino verso il padiglione sento Matt urlarmi dietro.
-Aspettaci donna-. Indifferente aumento il passo fino a quando Matt non mi ferma bloccandomi la strada sorridendo. Lo guardo irritata.
-Sorridi troppo per i miei gusti, idiota.-
dico mentre un Arabel con l'affanno si piega in due al mio fianco.
-Ma cosa cazzo correte? Vi odio- dice ansimando e guardandoci storto.
Matt mi lascia e le risponde con un ghigno.
-Tesoro tutto bene? Vuoi una respirazione bocca a bocca?- e cerca di avvicinarsi, ma Bell lo blocca con un'occhiataccia.
-Non ci provare o giuro che ti spezzo il pene e te lo faccio ingogliare. Su andiamo a mangiare un po di torte- dice mentre mi prende sotto braccio e inizia a camminare non curante di Matt che ci segue continuando a ridere sottovoce.
Oh dea luna falli finire. Anzi falli mettere insieme e donami la pace per piacere.
Dopo una decina di minuti arriviamo difronte al padiglione.
Devo ammettere che anno dopo anno si sono migliorati a decorazione. Ci sono grandi pezzi di veli dal rosso al rosa antico che drappeggiano i lampioni fino alla struttura del padiglione. Su esso stesso hanno messo il simbolo della città, un acchiappasogni posto al centro di un albero, in argento al centro della vetrata situata sopra il portone. Quest'ultimo è stato cambiato con un bellissimo portone in ebano, molto bello ed elegante, in confronto alla porta che prima era l'entrata della fiera, quand'ero piccola.
Non c'è anima viva fuori, ma dal padiglione proviene una musica e un rumore di chiacchiericcio abbastanza forte.
Mi aggiusto la giacca di pelle e mi avvicino al portone seguita dai due sconsiderati.
-Ma Gwen siamo in ritardo?- domanda Arabell aggiustandosi nervosamente i capelli a caschetto biondi.
-Credo di si, cara - dice Matt tranquillamente guardando Bell che non lo degna di uno sguardo.
-Non ho parlato con te- dice e mi guarda infastidita. Matt continua a ridere sotto voce.
Adesso gli uccido.
Alzo le spalle indifferente.
-Non mi interessa se stiamo in ritardo, non devo seguire orari precisi per scannare mia nonna. Se da fastidio a qualcuno che me lo venga a dire- affermo e con questo apro il portone.
Inutile dire che quasi mezzo padiglione si volta verso di noi. Ho sempre odiato le persone che mi fissano. Sin da bambina e questa cosa mi irrita molto.
-Ma che carini ci stavano aspettando- dice ridendo Matt mentre avanziamo in mezzo alla gente. Che irritazione.
Cosa hanno da guardare. Sto seriamente progettando un omicidio di massa.
Mentre penso questo, mi guardo in giro in cerca di una testa rossa. Mia nonna.
Fino a quando il mio sguardo non si posa su di lui. Sussulto nel momento esatto in cui i nostri occhi si incrociano. Ghiaccio. Occhi di ghiaccio mi bramano. Lo vedo, lo sento sul mio corpo. Mi fissa con possessione. Con uno sguardo mi ha pietrificata. Con un brivido percorro tutto il suo corpo. Dai lunghi capelli neri disordinati, ai tratti decisi del viso. Alle labbra carnose. Passando per il collo possente e le spalle ampie e robuste, al petto muscoloso, coperto da una misera maglia nera attilata.
Mi fermo per il semplice motivo che si trova seduto. Sembra alto. Molto alto, anche da seduto si nota. I miei occhi ritornano automaticamente ai suoi, per poi passare alle labbra. Dio le sue labbra. Quelle labbra carnose che adesso si stanno incurvando in un sorriso strafottente. Sa che gli sto guardando le labbra. Mi fa rabbia che se la rida ma non ce la faccio. Lo voglio. Sto per fare un passo, per andare da lui. È una cosa stupida, non l'ho mai visto in vita mia, ma il mio corpo lo brama. Per fortuna mi fermo quando Bell mi tira per un braccio.
-Gwen tutto bene?-domanda stranita visto che mi sono presa il mio tempo per guardarlo per bene.
Scuoto la testa per riprendermi e mi volto verso di lei.
-Si certo - le dico - andiamo a vedere vicino le torte per la gara, la troveremo sicuramente li- e faccio segno ad entrambi di andare avanti. Mi volto un'ultima volta verso lui, che continua a fissarmi, e mi avvio alla ricerca di mia nonna.
Non hai tempo di pensare a un uomo Gwen, mi ripeto, cerca tua nonna cosi la scanni.
Mentre camminiamo attraverso gli stand delle torte la vedo.
La mia pazza nonna, non solo è appena uscita dall'ospedale ed è venuta a una stupida gara di torte quando il dottore gli ha detto di stare a letto e riposare, oh no, si sta anche per sbranare con un'altra signora che sinceramente mi sembra abbastanza antipatica.
Io la strozzo.
Vado a passo di carica verso di lei e la interrompo dalla sfuriata verso la signora antipatica.
-Ma ciao cara, anzi carissima nonna. Ti ricordi di me ? Si sono la tua dolce nipote Gwendolyn che è arrivata di fretta e furia da Londra, perché la mia cara nonna non si è sentita bene da essere portata, addirittura, all'ospedale. Ma per fortuna tutto bene, solo un falso allarme, ma comunque il dottore le ha detto di stare a riposo su un letto. E cosi la nipote insieme ai suoi amici scemi- dico infuriata fregandomene delle lamentele di Bell e Matt, guardando mia nonna negli occhi verde bottiglia, poco più chiari dei miei, tutto il tempo- arriva a casa, apre la porta e cerca la nonna. Ma la nonna non si trova. Quindi due sono le cose. O la cara nonna è stata mangiata da qualche lupo enorme. O si è messa a giocare a nascondino. Purtroppo nessuna delle due opzioni è quella giusta. Perché la cara nonna ha lasciato un bellissimo biglietto dove mi diceva che sulla dannata coccarda di questa cazzo di gara , sta il suo nome sopra e che quindi doveva per forza partecipare. Dimmi nonnina come la mettiamo? La tua cara nipote è solo leggermente infuriata e ti vuole scannare!- finisco il mio monologo urlando verso la fine. Se prima si era voltato solo mezzo padiglione, adesso ho tutti gli occhi puntati addosso.
Irritante. Mia nonna sbatte gli occhi una, due, tre volte prima di scoppiare a ridere a crepapelle. Ride cosi tanto che si piega in due dallo sforzo. Io mi irrito ancora di più. In tutto questo non vola una mosca.
- Od-oddio- dice tra le risate - Sei tale e quale a tuo nonno- si asciuga le lacrime e mi abbraccia. Io la guardo storta, ma comunque l'abbraccio forte. Mi è mancata. Sa di rose e di qualcosa di dolce. Cannella.
- Dovresti stare in un letto vecchia- mi lamento scherzosamente sciogliendo l'abbraccio. Lei mi guarda sorridendo.
-Oh avanti nipote non sono cosi vecchia.- sposta lo sguardo dietro di me, verso Matt e Arabel, si avvicina e gli abbraccia presentandosi.
- È un piacere ragazzi. Benvenuti a Libery's spirit. Sono cosi felice che siate arrivati. Ma che bei giovani.- mia nonna non la smette mai di parlare. Adesso inizierà a parlare a macchinetta. La devo fermare prima che mi arrivi un'emicrania.
Sto per parlare quando una voce nasale mi anticipa.
-Vedo con disgusto che la maleducazione è di famiglia.- conclude con disgusto la voce. Mi volto lentamente. Il mio livello di sopportazione è bassissimo.
Il mio sguardo si posa su di una vecchia signora, svestita per i miei gusti anche di merda, con troppo trucco in faccia. Continua a parlare.
- Questa è tua nipote Michelle? Ti somiglia. Di carattere sicuramente sembra impertinente e sfrontata come lo sei sempre stata anche tu.
Ma i tratti del viso sono di Jeff. Anche il colore dei capelli-. Mi scruta dalla testa ai piedi. Mi sta giudicando. Povera pazza.
- È bassina, con un bel davanzale e un bel di dietro, e questi cara Michelle non sono tuoi- conclude con una risata orribile. Mi ricorda un ratto quando squittisce. Orribile. Irritante. Tutti continuano a farsi i cazzi nostri.
E io continuo a irritarmi. Mia nonna diventa rossa dalla rabbia. La situazione mi lascia indifferente, sono abituata ad essere squadrata dalle persone anche se mi irrita a morte,
ma nonna non può innervosirsi.
Cosi mostro il mio più bel sorriso da vera bastarda e mi volto verso mia nonna.
- Vecchia da quando parli con certe persone? Non vedi che ha più aria che materia grigia nella testa ? Lascia stare e cerca di calmarti. Sei troppo impulsiva- le dico poggiando una mano sulla sua spalla. Lei ridacchia e annuisce con la testa.
-Hai ragione a volte mi lascio trasportare. Devo darmi una calmata, anche se a tuo nonno fa piacere avermi cosi infuocata- dice scherzosamente e facendomi un occhiolino. Io alzo gli occhi al cielo esasperata. Mi circondo di persone strane. Poi continua guardando male la vecchia - Per quanto ti possa fregare, si lei è mia nipote e sono fiera della sua maleducazione. E tale e quale a me non ti preoccupare.- dice ridendo ma poi torna seria e si avvicina pericolosamente alla vecchia- la prossima volta che nomini il mio Jeff ti faccio ritornare al creatore comprendi ?- senza aspettare la risposta si volta verso i miei amici e continua a parlare con loro che scioccati, ma meravigliosamente sorpresi le sorridono divertiti. Io ridacchio. Siamo proprio simili io e mia nonna.
-M-ma come ti permetti ?- dice la vecchia incazzata. Visto che mia nonna non la prende in considerazione neanche di striscio, si volta e se ne va sbuffando e rossa in volto. Io sorrido e mi volto verso la gente. Sospiro esausta. Alzo lo sguardo e sbatto due volte le mani.
-Lo spettacolo è finito. Tornate a fare quello che stavate facendo.- dico urlando. Visto che continuano a fissarmi, sbotto - Smettetela di fissare. Subito. Mi fate saltare il sistema nervoso cazzo.- concludo urlando e guardandoli male. Come per magia tutti tornano a farsi i cazzi loro. Che persone gentili.
Appena concludo sento la risata di mio nonno.
-Gwen sempre a dettare legge eh? Comportati bene-. dice ridendo mentre mi da una pacca sulla spalla. Poi guarda mia nonna. E sorride.
-Donna sono passati anni, ma mi fai sempre impazzire quando marchi il territorio- si avvicina, la prende per i fianchi e la bacia dolcemente sulle labbra. Mia nonna con un cipiglio, risponde al bacio.
-Se ci sono gatte morte che cercano ancora di mettere mani sul mio uomo la colpa non è mia.- conclude nonna con un sorrisetto. Mio nonno la guarda e sorride. Matt e Bell si stanno divertendo un mondo con i miei nonni. Buon per loro. Io li trovo esasperanti e basta.
Mentre fisso i miei nonni parlare con i miei amici, il mio sguardo si posa nuovamente su di lui. Sorride divertito. Io lo guardo storto. Ho poca pazienza, non mi piace quando mi si ride in faccia. Mentre lui continua a ridere noto che non è da solo sulle gradinate. È circondato da molti ragazzi e ragazze. Tutti dannatamente belli. Ma mai quanto lui. Mi fissano anche loro. Passo il mio sguardo ancora più in là e noto altri bei ragazzi e ragazze. Che diamine, è la giornata mondiale dei modelli? Tra questi ragazzi noto un ragazzo. Un bel ragazzo. Capelli biondo chiaro. Occhi chiari sul grigio. Tratti delicati, labbra sottili. Un corpo da urlo e possente.
Ma ancora una volta il mio uomo è qualcosa di superiore. Non so perché ma sembrano simili. Voglio dire tra tutti i ragazzi ho notato loro perché, a pelle danno una sensazione di potere. Per questo si distinguono. Mi fissano anche loro. Che irritazione.
Ritorno al mio bel fusto. Dio è bellissimo. Ma se continua a fissarmi cosi lo picchio.
-Cosa succede Gwen?- chiede Arabel, stranita dal mio comportamento.
-Mi continua a fissare.- sbotto ,incredula, continuando a guardare le gradinate.
-Ma chi?- chiede Arabel lanciandomi uno sguardo confuso e guardando nella mia stessa direzione.
-Quel tizio! Non la smette di fissarmi.- le spiego con calma.
-Per quel tizio, intendi quel gran figo che ti sta letteralmente spogliando con gli occhi?- mi domanda con occhi sbarrati. Distolgo un attimo lo sguardo e lo rivolgo alla mia amica.
-Si , mi da fastidio!- le dico con stizza. Fa una smorfia terribile e mi guarda stralunata.
-Ma sei normale?- chiede esasperata.
La guardo.
-Non lo so.- dico sincera- appena l'ho visto, stavo per svenire. Quando ci siamo guardati negli occhi ho avuto un brivido di eccitazione. E quando ho visto il suo corpo e ho fissato con insistenza le sue labbra volevo andare da lui e baciarlo. Secondo te sono normale?- chiedo con sincerità. Lei mi guarda con occhi sbarrati. Poi parla.
-Sei più che normale. Dio vai da lui e scopatelo- conclude spingendomi nella sua direzione. Io la guardo a bocca aperta.
-Ma se non l'ho mai visto in vita mia- dico estrefatta. Lei mi guarda sorridendo sarcastica.
-Anche lui ma comunque ti vuole nuda sotto di lui.- dice saltellando. Ha problemi mentali. L'ho sempre pensato. Ora ne sono sicura.
-Tu hai problemi. Problemi grossi. Fatti controllare.- le dico, poi guardo verso Matt e urlo per farmi sentire da lui- Matt prenditi Bell prima che muoia per mani mie.- e la lancio verso di lui. Che la prende per i fianchi e facendomi un occhiolino, ritorna a parlare con mio nonno. Sposto lo sguardo e vedo nonna dietro la sua postazione che parla con dei bambini.
Sorrido felice. È un sollievo vedere che sta bene.
Mi sento osservata. Da vicino.
Mi volto e sbarro gli occhi. Lui. Il mio uomo sta a meno di cinque passi da me. E mi fissa. E oddio mi sorride.
-Piccola- dice con voce roca e sensuale. Si avvicina e mi prende possessivamente per i fianchi. -Sei mia.- Dea Luna.


Momento autrice

Secondo capitolo re-inserito. Sono una malata.

Amatemi lo stesso.

Un bacio

Marika

Alpha Where stories live. Discover now