Capitolo 11

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Velocemente andiamo in albergo prendiamo le nostre cose, e ci avviamo verso la casa di Alarick.
In macchina regna un'aria allegra e serena. Matt parla in modo aperto e amichevole con Alarick, mentre io e Arabel lo guardiamo sorridendo.
Durante il viaggio presto molta più attenzione alla strada che percorre Alarick e devo dire che il paesaggio è davvero suggestivo.
Una città innevata. È davvero splendida e incantevole.
Distolgo lo sguardo dal panorama quando sento la mano di Alarick appoggiarsi sulla mia gamba e stringerla. Una piccola scossa piacevole attraversa tutto il mio corpo, mentre mi fissa con occhi infuocati e sempre più tendenti al blu notte.
Sorrido dolcemente e inclino il capo di lato.
-Tesoro, Matt mi diceva che hai picchiato un ragazzo.- mi informa divertito mentre arrossisco e lancio un'occhiataccia a Matt, che sorride angelico.
-Ma non è vero.- esclamo sempre più in imbarazzo.
-Oh, andiamo Gwenny. Quel tizio era terrorizzato da te. Sai, Alarick, alle superiori Gwen era una vera teppista. Aveva scatti di rabbia e tutti le giravano alla larga.
Ovviamente il fatto che ha picchiato quel povero ragazzo ha inciso, particolarmente, sulla sua reputazione.- racconta trattenendo le risate. Lo guardo incenerendolo con lo sguardo.
Non è esattamente vero quello che ha detto. Non ero una teppista. Ero solo una ragazza con il cuore troppo fragile. Trattenevo le lacrime e le tramutavo in rabbia. Non è esattamente un comportamento maturo, ma all'epoca è stata la scelta migliore.
L'argomento "Famiglia", è sempre stato un taboo per me. Non sopportavo l'idea di essere sola.
Purtroppo i giovani sanno essere molto crudeli quando mirano a farti provare dolore.
Quel giorno, quando ho aggredito quel cretino in mensa, non è stato per uno scatto rabbioso.
Aveva deciso di mirare al mio punto debole, parlare della mia famiglia. All'inizio facevo finta di niente, continuavo a mangiare tranquillamente il mio pranzo. Non calcolavo niente e nessuno.
Ma quando si è avvicinato e mi ha sussurato all'orecchio "Una bastardella abbandonata dai propri genitori, non deve respirare la mia stessa aria." Ho perso la testa. Ho perso la ragione. Ho perso il mio cuore, e ho trovato la rabbia ceca. Mi sono avventata contro con tutta la mia forza. L'ho preso a calci e pugni, fino a quando Matt non mi ha allontanata da quel tizio. È rimasto in coma per due settimane. Da quel giorno nessuno mi ha più parlato e tutti erano terrorizzati da me. La cosa migliore, sinceramente.
-Se l'è meritato.- concludo la discussione innervosita.
Odio quel periodo della mia vita.
Credo che durante l'adolescenza prendiamo atto del mondo che ci circonda. E capiamo. E infatti ho capito.
Quando capisci cosa ti rende triste, la tristezza aumenta, il dolore sboccia, e la rabbia esplode.
Preferisci rimanere rinchiusa nel tuo mondo, nel tuo vero io. E alla fine non ti vivi le cose migliori, le persone che non ti hanno mai abbandonato.
L'ho capito troppo tardi, ma, alla fine, l'ho capito.
Alarick stringe più forte la mia gamba e mi guarda serio, io scuoto la testa e gli stringo la mano.
Mi accarezza il palmo con il pollice mentre alterna un'occhiata prima a me e poi alla strada.
Sorrido intenerita e gli bacio la mano grande e calda. Un contatto innocente, una carezza per la sua preoccupazione. Ma Alarick non la pensa cosi. Mi fissa lussurioso e voglioso mentre strizza leggermente gli occhi.
Arrossisco sotto il suo sguardo e giro il viso verso il finestrino. Riconosco il viale che porta alla casa e mi giro sorridendo verso Matt e Arabel, che si stanno baciando.
-Piccioncini siamo arrivati. Presto avrete una stanza tutta vostra, quindi evitate di spargere feromoni in macchina, grazie.- concludo divertita mentre Arabel si scansa da Matt imbarazzata, e quest'ultimo e Alarick ridono divertiti.
Appena Alarick accosta esco dalla macchina e mi precipito, per quanto faccia freddo camminare sulla neve con le calze, in casa. Mi tolgo le calze e le butto direttamente nel cestino mentre salgo e le scale e trovo la camera da letto. Mi levo il pantalone e con solo il maglione di Alarick, mi butto sul letto e chiudo gli occhi esausta.
Troppe emozioni. Troppe situazioni. Troppo tutto. Ho bisogno di riprendermi.
Mi accoccolo nel lato di Alarick e mi addormento, consapevole di Alarick e i ragazzi in casa che ridono allegri.

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