Capitolo 9

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Lentamente mi sveglio, stiracchiandomi su qualcosa di caldo. È davvero caldissimo. Mi stringo sempre più alla fonte del calore, rannichiandomi. Che bel calduccio.
Il 'rifugio caldo' trema, e inizio a sentire una risata trattenuta. Aggrotto le sopracciglia. Ma cosa?
Due forti braccia mi stringono verso la fonte di calore, mentre ricordo tutto quello che è successo ieri sera.
Sbarro gli occhi e arrossisco. Alarick mi guarda, con il volto sorretto dalla sua mano, mentre mi avvicina a se. Ha due occhi idescrivibili. Oggi sono cosi chiari. Quasi trasparenti. Che belli.
Mi sorride dolcemente e si avvicina al mio viso, mi bacia teneramente una guancia, mentre mi accarezza la schiena lentamente.
-Buongiorno amore mio.- dice dolcemente mentre ritorna ad appoggiare il suo viso, sulla sua mano.
Lo guardo incantata. Che visione.
I capelli spettinati ricadono in modo selvaggio sul suo viso, i suoi occhi mi guardano con dolcezza e divertimento. Le labbra piene, sono piegate in un sorriso. E la barba incolta gli decora la mascella virile.
Sospiro rumorosamente. Non fa bene alla salute svegliarsi cosi.
-Buongiorno.- mormoro delicatamente, mentre lo guardo, accennando un sorriso.
I suoi occhi si fanno ancora più belli mentre ricambia il sorriso.
Mi avvicina a lui e mi guarda, dolcemente.
Distrattamente sposto lo sguardo fuori dalla finestra, e sbarro gli occhi. Bianco. Tutto bianco. Mi metto a sedere di scatto, mentre guardo incantata il paesaggio. La neve. La neve.
Che paesaggio. Spettacolare. La finestra della stanza è situata esattamente difronte un bellissimo lago ghiacciato. Alla fine del lago, inizia la foresta innevata, fino alla montagna. Guardo tutto con estremo entusiasmo e sgomento. È cosi suggestivo.
Ho già visto la neve, ovviamente. Sia a Londra che a New York. Devo dire che vedere queste due grandi città ricoperte di neve è stato indescrivibile. Ma questo paesaggio, mozza il fiato.
Mentre guardo incantata i piccoli fiocchi di neve, che danzano nell'aria, Alarick mi stringe a se e appoggia il suo viso sulla mia spalla.
Mi appoggio di riflesso a lui, crogiolandomi nel suo calore.
-Ti piace?- mi domanda mentre mi sfiora, con il naso, il collo.
Non riesco a rispondere subito, perché il mio corpo ha reagito al suo piccolo gesto. Il cuore palpita forte, il sangue defluisce più velocemente in tutto il mio corpo, mentre tremo leggermente.
Sono incredula. Non ho mai avuto una reazione tanto esagerata.
-Molto.- dico cauta. -È cosi puro. Cosi eterno. Come vorrei dipingerlo. Forse farò un quadro e lo mostrerò nella galleria d'arte a New York- rifletto incosciamente. Immediatamente l'atmosfera cambia. Sento inspiegabilmente freddo, mentre percepisco Alarick irrigidirsi.
-Tu non andrai a New York.- ordina perentorio, concludendo la frase con un piccolo ringhio.
Mi volto sconvolta e arrabbiata.
-Io ci vivo a New York. Ci devo per forza tornare. Li ho la mia casa, il mio lavoro e la mia famiglia. Non posso lasciare tutto questo. Tutto ciò che mi sono costruita in tutti questi anni. Non posso lasciare tutto e andarmene. No, non lo farò. Io devo tornare a casa.- concludo seria. Deve capire, che è tutto ciò che ho. E tutto ciò che desidero. Apparte Alarick, ovviamente.
Lui mi guarda serio, e i suoi occhi cambiano leggermente colorazione. Uno splendido color cobalto dettato da un pizzico di rabbia. Di solito, quanto si arrabbia sul serio, diventano blu scuro. Quasi neri.
-Credi davvero che ti lascerò andare? Tu sei mia. Sei la mia compagna. E come tale devi stare al mio fianco.- ordina furioso.
Mi allontano da lui e mi alzo in piedi, arrabbiata. Lui fa lo stesso.
-Sei uscito fuori di testa? Io ci vivo a New York. Dannazione ma mi ascolti mentre parlo?- sbraito innervosita mentre lo guardo furente.
Non posso lasciare tutto ciò che ho costruito. Tutta la mia vita.
Lui ricambia il mio sguardo, impassibile.
-Sei tu che non mi senti. Tu non ci andrai. Fine della discussione.- dice lentamente, con freddezza. Io lo guardo incredula da tanta ottusità.
-Non puoi decidere per me, uomo delle caverne. Io ho un cervello. So cosa è giusto per me. E tornare a New York lo è. Fine della discussione. Se proprio non mi vuoi lasciare, te ne vieni con me.- propongo furiosa, ma speranzosa. Certo, che può venire da me a New York. Dea, sarebbe perfetto.
Lui mi guarda impassibile.
-Non posso venire. Non posso lasciare, il villaggio. Ci sono persone che contano su di me, sul mio aiuto. Non posso lasciare tutto, e andarmene. Non posso voltare loro le spalle. Per questo io non mi muoverò da qui. E nemmeno tu.- conclude deciso mentre mi sorpassa ed entra nella porta situata nella stanza.
Lo guardo sgomenta. Prego?
Stringo le labbra, letteralmente furiosa, mentre lo raggiungo, e apro la porta. Trattengo il fiato, mentre arrossisco, chiudendo la porta immediatamente. Non poteva avvertire che doveva andare al bagno?
Mi allontano dalla porta e mi avvicino alla portafinestra della stanza. Il terrazzo è ricoperto di neve. Appoggio la testa sul vetro freddo, e chiudo gli occhi.
Non posso lasciare tutto. Non posso. Ma non voglio nemmeno lasciare Alarick.
Al solo pensiero mi salgono le lacrime agli occhi. Non voglio lasciarlo. Ma non posso mollare tutto, e andarmene via. Io ho lavorato sodo per avere tutto ciò che ho sempre desiderato. E adesso lo devo lasciare?
Due mani mi stringono la vita, allontanandomi dal vetro. Mi giro verso Alarick, affranta. Non può farmi scegliere. Non può farmi questo.
Lui mi guarda deciso e irremovibile. Ma quando nota il mio sguardo, si addolcisce e mi stringe a se, accarezzandomi la testa.
-Mia piccola Luna, mi dispiace. Ma non posso sopportare la tua lontananza. In questi due anni ho retto abbastanza.- conclude serio, mentre mi tocca i capelli. Io mi allontano, per guardarlo negli occhi.
-Anche io. Ma non puoi farmi scegliere cosi. Non puoi davvero chiedermi di lasciare tutto all'improvviso. So che siamo legati in modo unico. Lo capisco. Ma non posso. Non posso.- dico scuotendo la testa. Lui mi guarda, confuso.
-Certo che puoi. Puoi lasciare tutto perché avrai me. Io ti darò tutto ciò che vuoi. È il mio compito Badare a te. Prendermi cura di te. Non farti mancare nulla. Io sono il tuo uomo, e tu la mia donna. Devo sostenere io la casa. Io devo proteggere ciò che è mio. E tu lo sei dal primo momento che ho messo i miei occhi su di te.- mi dice determinato. Io lo guardo a bocca aperta. Ma siamo davvero ritornati ai tempi della pietra? Non nego che ha detto parole belle. Parole virili, decise e sentite. Parole da vero uomo. Ma davvero dice? Io voglio lavorare. Per me non è un dispiacere, ma un piacere. Dipingo per vivere. Che lavoro faticoso é mai questo?
Lo guardo decisa, ma intenerita.
-Mi fa piacere sapere che vuoi prenderti cura di me. Ma tesoro, non me ne starò in casa senza fare nulla. Non l'ho mai fatto e mai lo farò. Io voglio lavorare. Dipingo per vivere. Non é un lavoro faticoso.- dico dolcemente mentre avvicino la mia mano alla sua guancia e con il pollice traccio piccoli cerchi sulla sua barba.
È davvero erotica. La guardo totalmente ipnotizzata.
-Appunto, dipingi. Come lo fai a New York, lo puoi fare anche qui. Con me. A casa nostra.- dice lentamente mentre socchiude gli occhi, deliziato dalle mie carezze.
Lo guardo senza dire nulla. In un certo senso ha ragione. Voglio dire posso dipingere qui, e inviare i lavori a Holland. Ma non sono sicura che possa farlo. Ne devo prima parlare con lei.
La casa non è nemmeno un problema. Non ho mai sentito veramente casa mia nessun luogo dove ho vissuto. Neanche la casa dove sono nata, per ovvi motivi.
Ma lasciare Matt e Arabel è fuori discussione. Con Arabel mi devo ancora chiarire. Ha fatto cose che non mi piacciono, ha avuto comportamenti sbagliati, anche se lo ha fatto per il mio bene. Ma ciò non toglie che le voglio bene. Abbiamo passato tutta la vita insieme. E Matt è mio fratello, un mio amico, un mio rifugio costante.
No, loro non li posso lasciare.
-Hai ragione, forse con il lavoro posso risolvere. E la casa non è un problema. Ma non posso laciare Matt e Arabel.- dico con fermezza. Io non abbandono la mia famiglia.
Lui mi guarda comprensivo e mi studia apertamente.
Quando apre la sua bocca carnosa per parlare, mi sento svenire dalla felicità.
-Neanche questo è un problema. Possono venire a vivere qui, con noi. Sento che sei legata molto a loro, e mi farebbe piacere conoscerli.- dice lentamente mentre studia la mia reazione.
Sento gli occhi umidi. E lentamente lacrime di gioia scendono dai miei occhi. Nessuno ha mai fatto cosi tanto per me. Nessuno. È cosi bello essere amata.
Mi butta tra le sue braccia, respirando il suo odore di pino, stringendolo a me.
-Davvero? Davvero lo faresti?- domando mentre strofino il viso sul suo petto. Lui mi circonda con il busto, con le sue braccia, mentre ridacchia felice.
-Certo amore mio. Qualunque cosa pur di farti felice e averti con me.- specifica delicatamente.
Ridacchio felice. Che bello, non sembra vero.
Ma non dura molto il momento di felicità.
E se Matt e Arabel non sono d'accordo? Anche loro hanno una vita a New York, un lavoro. Non possono davvero lasciare tutto per me. Gli ho gia portati via da Londra. Non posso fargli anche questo.
Sbarro gli occhi orripilata.
Se decidono di rimanere a New York, io che faccio?
Non posso lasciarli, ma non posso nemmeno lasciare Alarick.
E poi non è deciso nulla per quanto riguarda il mio lavoro.
Faccio progetti, mi riempio di speranze, ma alla fine nulla è deciso.
Alarick mi stringe più forte a se.
-Perché sei triste? Non capisco.- dice confuso. Lo guardo dispiaciuta.
-Non è detto nulla, Alarick. Ne per il mio lavoro, e ne per la mia famiglia. Non è detto che Matt e Arabel lo faranno. Stanno bene a New York, non penso che vogliano trasferirsi e lasciare i propri lavori.- rifletto triste mentre appoggio la testa, pensierosa, dietro verso il vetro della porta finestra.
Lui mi guarda stringendo gli occhi.
-Se ti vogliono bene, e se non ti vogliono perdere, lo faranno. E poi anche se decidessero di rimanere a New York possono sempre venirci a trovare. Potete parlare per telefono, tramite email o tramite videochiamate. Oppure possiamo andare noi a trovarli. Credo che posso concedermi qualche giorno di vacanza, qualche volta.- conclude serio ma sollevando le labbra in un sorrisetto. Lo guardo incantata. Non me ne sono mai accorta, ma ha una fossetta. Una bellissima fossetta sulla guancia destra. Forse non me ne sono mai accorta a causa della barba.
Barba e fossetta sono un mix micidiale. Lo guardo sognante. È perfetto. Ok, forse è troppo prepotente e dispotico, ma è perfetto per me.
-Davvero possiamo andare a trovarli? E possono venire anche loro qui?- domando meravigliata, mentre continuo a parlare. -Anche se non sono sicura di farcela. Mi mancherebbero troppo. Io, non lo so. Siamo sempre stati noi tre contro il mondo. Non sono sicura di riuscirci.- concludo pensierosa.
Lui mi guarda fiducioso e amorevole.
-Tesoro, non essere cosi pessimista. L'hai detto anche tu, prima. È ancora tutto da vedere. Per il momento godiamoci questi momenti. E andiamo a mangiare che ho una fame da lupi.- dice ammiccando giocoso, mentre mi prende in spalla e si incammina verso la cucina. Caccio un urlo, sorpresa. Cambia umore ogni dieci minuti. Inizio a calciare per gioco, e a mordergli la schiena. Lui ringhia divertito e mi assesta una pacca sul sedere. Trattengo il fiato, piacevolmente sorpresa. Non per la pacca, ma per la mano che continua a massaggiare e tastare il mio sedere. Senza accorgemene un languido sospiro lascia le mie labbra, e un piacevole calore avvolge le mie membra. Di conseguenza sento i miei capezzoli irrigidirsi contro la sua schiena, e il mio centro pulsare voglioso.
Ho notato che le mie reazioni sono più forti, più potenti.
Alarick ringhia compiaciuto, mentre attraversiamo il soggiorno e arriviamo in cucina. Mi posa sul ripiano in legno scuro della penisola, e si infila tra le mie gambe. Mi prende la testa con al mano sinistra e avvicina il mio viso al suo, mentre con la destra mi stringe una coscia. Chiudo gli occhi deliziata da tanta irruenza. La trovo eccitante.
-Tesoro, ti conviene trattenerti, altrimenti mangerò te.- mi informa con voce roca e sensuale. Deglutisco, in allerta.
Oh, ti prego divorami.
Mi guarda compiaciuto mentre si allontana e inizia ad armeggiare con pentole e posate.
Guardo il suo corpo fasciato da un semplice boxer, e instintivamente rispenso a quando l'ho visto, per sbaglio, in bagno. Subito arrossisco. Per fortuna l'ho visto di sfuggita. Non ci voglio nemmeno pensare. Eppure lo penso. Che controsenso.
Sono immersa nei miei pensieri perversi, e non mi accorgo che Alarick mi sta fissando curioso, mentre posa due piatti pieni di pancakes con sopra il cioccolato, sul tavolo.
Mi si avvicina, mi prende per i fianchi, e mi fa scendere dalla penisola. Io lo guardo adorante.
Lui ricambia lo sguardo e mi porta vicino al tavolo, e mi fa sedere.
Distolgo lo sguardo da lui mentre si siede al mio fianco, e lo poso sul mio piatto. Solo in questo momento noto la fame che mi contorce le budella.
Prendo in fretta la forchetta, prendo un pancakes e lo mordo affamata. Chiudo gli occhi estasiata. Che buono. Mastico lentamente assaporando il dolce del pancakes e il sapero deciso del cioccolato. Divini. Ingoglio e apro gli occhi. Mi ritrovo due fari blu notte, guardarmi vogliosi. Lo guardo arrossendo. Perché mi guarda cosi?
-Sei davvero una tentazione. Sto davvero valutando l'idea di buttarti su un letto, di infilare la testa tra le tue gambe e assaggiarti fino a farti venire. Una colazione divina. Ma noto che mangi con gusto, e che hai fame. Quindi, mi trattengo. E poi devo mettermi anch'io in forze.- dice mentre inizia a mangiare e mi manda un occhiolino. Stringo subito le gambe e ripenso a due anni fa, quando l'ha fatto. Sospiro sognate.
Fallo. Ti prego.
Lui mi guarda divertito.
-Non ci pensare, Gwen. Mangia.- ordina divertito, ma sincero.
Io sbuffo indispettita, e continuo a mangiare. In risposta lo sento ridacchiare divertito, e sento la sua mano accarezzarmi il ginocchio. Sospiro felice e finisco tutto ciò che ho nel piatto, mentre Alarick fa lo stesso.
Appena finito prende i due piatti e le posate, e le mette nella lavastoviglie. Mi prende per mano e mi porta in soggiorno. Sprofondiamo in un comodissimo, divano. Mi spinge su di lui e mi accarezza la coscia, mentre guardo fuori dall'enorme finestra. Il bosco ricoperto di neve è splendido.
Mentre fisso un albero particolare, noto un piccola palla di pelo marrincina, correre tra gli alberi. La guardo curiosa. Non appena la riconosco sorriso felice. È un cucciolo di lupo. È bellissimo. Mi sporgo per vedere meglio, mentre sento gli occhi di Alarick non mollare per un secondo il mio viso. È davvero magnifico. Mi hanno sempre affascinato i lupi. Trovo che siano animali possenti e regali. Decisi. Vivono in branchi, e si affidano alla forza dei loro compagni. Sono davvero stupendi.
Guardo meravigliata il cucciolo, avvicinarsi lentamente alla casa, mentre gioca con una farfalla. Lo guardo intenerita. Come vorrei toccarlo. Purtroppo i lupi non si fanno avvicinare dagli umani.
-Che carino. È stupendo. Come lo vorrei toccare.- mormoro incuriosita, mentre lo continuo a fissare. Sento Alarick guardarmi felice.
-Ti piacciono i lupi? Ne girano molti da queste parti.- mi informa mentre mi alza e insieme ci avviamo verso la finestra.
-Certo che mi piacciono.- confermo mentre mi accovaccio a terra guardando il cucciolo che in questo momento saltella per mordere la farfalla. Ridacchio intenerita.
-Lo vuoi accarezzare?- domanda Alarick senza staccare gli occhi dal mio viso. Lo guardo perplessa.
-Vorrei, ma non posso. I lupi non si lasciano avvicinare dagli umani.- dico triste mentre mi lascia scappare una risata non appena vedo il cucciolo rotolarsi nella neve. Mi alzo e mi avvicino ad Alarick prendendogli la mano.
-È vero, non si fanno avvicinare. Ma solo se si sentono minacciati.- conclude deciso mentre apre l'enorme finestra. Io lo guardo con occhi sbarrati. Ma cosa fa? Adesso il cucciolo si spaventa e scappa.
Non faccio in tempo a farglielo presente che mi trascina fuori. Appena poso i piedi sulla neve rabbrividisco, ma non stacco gli occhi dal cucciolo di lupo che ci guarda attentamente. O meglio, guarda solo me attentamente.
Gli faccio subito gli occhioni dolci. È bellissimo.
Sento la mano di Alarick spingermi sulla schiena, verso il lupo.
-Su avanti vai. Procendi lentamente. Fagli sentire che non gli vuoi fare del male.- mi consiglia mentre muovo un piccolo passo incerta. Non appena noto il cucciolo irrigidirsi e fare un piccolo passo indietro, mi pento e ritorno al mio posto, triste.
Non lo voglio spaventare. Alarick non lascia un secondo la presa e mi esorta di nuovo a provarci. Lo guardo indecisa ma lui mi sorride e mi invoglia a provarci. Annuisco incerta e questa volta mi avvicino più lentamente. Noto il cucciolo irrigidirsi ma questa volta non si allontana. Sospiro felice. Lentamente, senza staccare gli occhi dai suoi, faccio un altro passo. Ancora niente. Felice, mi appoggio sulle ginocchia e lo guardo incantata.
Senza accorgemene inizio a parlare direttamente con il cucciolo. Come se fosse naturale.
-Sei davvero, davvero bello. Come ti vorrei disegnare. Ti vorrei anche accarezzare ma non lo farò. Ti può dare fastidio. Però devi sapere che mi piacerebbe davvero tanto.- concludo seria. Ho sempre avuto la convinzione, fin da bambina, che quando parlo con gli animali questi mi capiscano. È assurdo ma lo sento. Loro mi capiscono. Voglio dire se i cani capiscono i loro padroni, vuol dire che anche tutti gli altri animali possono capire.
Il cucciolo piega la testa di lato.
Io ridacchio. È davvero bello.
-Non fare cosi. Altrimenti mi fai passare per pazza.- dico divertita mentre noto il cucciolo piegare la testa dall'altra parte.
Mi siedo per terra, anche se rabbrividisco per il freddo, e incontrocio le gambe.
Sento Alarick ridere e sedersi affianco a me mentre mi prende e mi fa sedere su di lui. Mi accoccolo meglio sul suo petto, senza distogliere lo sguardo dal cucciolo, che ci fissa curioso.
A che bel calduccio. Alarick è una stufa umana.
Sorrido dolcemente al piccolo lupo, mentre accarezzo le braccia di Alarick.
Stranamente, ma con somma gioia, vedo il cucciolo camminare lentamente verso di noi. Lo guarda trattenendo la gioia, spaventata dall'idea di un suo rifiuto.
Si avvicina a noi, e si sdraia si sdraia difronte, mentre ci continua a fissare. Ha due occhi neri come la pece. Alarick ridacchia.
-Perché non lo provi ad accarezzare? - domanda mentre mi prende una mano e l'avvicina al pelo del cucciolo. Io ritraggo la mano incerta.
-E se non vuole? Non voglio che se ne vada via. È la prima volta che vedo un lupo cosi da vicino.- dico mentre fisso assorta Alarick al mio fianco. Un piccolo guaito attira la mia attenzione e noto il cucciolo fissarmi, mentre muove la coda.
Ok, forse non gli da fastidio. Alarick ridacchia divertito.
Avvicino lentamente la mano, e non appena tocco il pelo morbido e caldo, inizio ad accarezzarlo assorta. Che bello. Sto accarezzando un lupo.
Il cucciolo chiude gli occhi e si rilassa, mentre si butta di pancia all'aria. Io ridacchio felice. Mentre lo continuo ad accarezzare, mi rivolgo ad Alarick.
-Quanto è bello vero? È anche dolcissimo. È cosi morbido.- dico assorta, continuando ad accarezzarlo. Alarick mi bacia teneramente la guancia mentre si accosta a me, per guardare meglio.
-Si piccola è davvero bello.- dice dolcemente mentre accarezza il muso del cucciolo. Il piccolo apre gli occhi e muove la coda felice.
Ridiamo insieme, felici. Non vedo l'ora di dipingere questo momento. Il cuccioll si alza in piedi e si scrolla la neve di dosso. Poi si avvicina e si mette tra le mie gambe, rannichiandosi in cerca di calore. Lo guardo intenerita. D'istinto lo prendo e lo stringo al petto, accarezzandogli il pelo. Mi preparo a una sua reazione, ma non si muove. Anzi si rilassa, e chiede gli occhi. Lentamente noto il suo respiro farsi pesante e costante. Sbarro gli occhi incredula. Si è addormentato. Giro di scatto il viso verso Alarick che mi guarda dolcemente.
Sorrido felice. Mi avvicino al suo viso e gli bacio teneramente le labbra. Alarick cerca di approfondire il bacio, ma non appena il cucciolo si agita, mi allontano. Sento Alarick sbuffare, mentre controllo che vada tutto bene con il cucciolo.
Sorrido divertita.
Un rumore di rami spezzati giunge alle mie orecchie e alzo lo sguardo. Fisso incredula i due enormi lupi restare ai margini del bosco.
Sono due adulti e sono davvero maestosi. Il più grosso e possente ha il pelo color ramato e due occhi neri, mentre il secondo è più piccolo di corporatura e ha il pelo marroncino e due occhi celesti.
Fissano la scena, ma noto lo sguardo del lupo più piccolo fissare il cucciolo tra le mie braccia. Oh, sono i suoi genitori.
Lentamente, sotto gli occhi attenti dei due lupi e di Alarick, sveglio il cucciolo. Accarezzo il pelo del collo mentre lo vedo agitarsi. Ridacchio divertita. Continuo fino a quando non ringhia, assonnato. Apre gli occhi e mi fissa, infastidito. Io lo guardo colpevole.
-Scusa. Lo so che stavi dormendo, ma ci sono i tuoi genitori.- gli dico dolcemente mentre lo sposto in modo tale che guardi verso il bosco. Non appena nota le fugure dei suoi genitori saltella dalle mie braccia e si avvicina a loro. Subito i due lupi lo accarezzano con il muso. Che dolci. Dipingerò anche questo momento.
Senza accorgemene inizio a pensare ad alta voce.
-Dipingerò molti quadri. E credo che sarete i miei modelli personali. Siete davvero belli.- incomincio a dire fissandoli assorta, mentre mi fissano straniti.-Non vi preoccupate i quadri li appenderò in casa. Li vedremo solo io e il mio compagno.- li rassicuro. Il cucciolo saltella, mentre i due lupi si scambiano un'occhiata. Alarick cerca di trattenere una risata alle mie spalle.
-E anche voi ovviamente. Ee tornate a farci visita.- continuo speranzosa. Alarick comincia a ridere divertito mentre noto i lupi rantolare. Ok, ho detto qualcosa di divertente? Io sono seria.
Mi sento presa in giro. Sbuffo e metto su il broncio.
Alarick mi bacia una guancia, chiedendomi scusa mentre noto i lupi avvicinarsi di qualche passo.
Sono diventata lo zimbello dei lupi. Ottimo.
Il cucciolo si avvicina e mi lecca una guancia. Caccio un urletto sorpreso e incomincio a ridere divertita.
Lo accarezzo lentamente e guardo verso i due lupi.
-Tornate a trovarci va bene? Vi vorrei tanto rivedere.- esclamo sincera mentre vedo il cucciolo tornare verso i suoi genitori. I lupi mi guardano ed emettono un ululato prima di abbassare il capo. Poi si girano e spariscono in mezzo al bosco.
Io li guardo affascinata.
Sento Alarick alzarsi e prendermi in braccio, stile sposa.
-Sei contenta? Ti adorano anche loro.- mi informa divertito mentre ritorniamo in casa e chiude la finestra. Io sospiro felice mentre punta verso le scale. Mi stringo a lui, e accarezzo con le labbra il suo collo.
Lo sento irrigidirsi e ringhiare, in avvertimento.
Io continuo, lentamente dalla parte bassa del collo, fino alla guancia. Arrivo vicino le labbra e giocosamente, gli lecco l'angolo.
Mi stringe più forte a se mentre entriamo nella stanza e mi butta sul letto. Rido felice mentre sale sopra di me e mi blocca sotto il suo peso. Mi guarda giocoso e muove i suoi fianchi sul mio centro. Getto la testa indietro estasiata. Rifà lo stesso movimento solo che questa volta sfrega la sua erezione sul mio centro e gemo eccitata. Prova a baciarmi ma mi squilla il cellulare. Provo ad ignorarlo, ma continua. Sbuffo infastidita.
-E adesso chi cavolo è ?- domando acida mentre mi alzo, lasciando un bacio sulla guancia ad Alarick che mi fissa voglioso, mentre prendo la borsetta da terra, la apro e prendo il cellulare.
Rispondo subito senza notare chi mi ha chiamato.
-Chiunque tu sia, sbrigati a dire quello che devi dire, perché ho da fare?- dico infastidita mentre mi volto verso Alarick e lo fisso. Lui ricambia ridacchiando e si stiracchia sul letto. Non posso fare a meno di guardarlo vogliosa, ha un corpo stupendo, e non posso fare a meno di notare la sua erezione. Mordo il labbro, trattenendo un gemito. Anche a questa distanza mi fa effetto.
Non sento nessuno dall'altra parte del telefono e aggrotto le sopracciglia.
-Heila? C'è nessuno?- domando mentre guardo Alarick appoggiarsi di fianco sul letto, e farmi segno di raggiugerlo.
Sorrido e arrivo vicino al letto, ma una voce mi fa bloccare.
-Gwendolyn.- dice una voce possente e roca. La riconoscerei ovunque. Quasi svengo. Papà.
Che cavolo vuole? Come ha avuto il mio numero? Cosa è successo?
Come è possibile che accadano sempre tutte a me?
-Cosa vuoi?- domando rabbiosa mentre vedo Alarick farsi attento.
Sento un sospiro dall'altra parte del telefono. Ah lui sospira? Quella che deve sospirare sono io.
-So che non mi vuoi parlare, ma è urgente. Devi venire all'ospedale. La nonna. La nonna non si è sentita bene. Fa presto.-
Mi informa mentre chiude la chiamata. Fisso Alarick in preda all'orrore. Lui non dice niente e si veste subito. Mi passa un pantalone della tuta, a cui devo fare parecchi risvolti e mi passa una paio di calzini. Li infilo e lui mi prende in braccio scendendo velocemente di casa, e salendo in macchina. Velocemente parte e si avvia verso l'ospedale. Per la strada continuo a torturarmi le mani in ansia. Alarick per sostegno mi mette una sua mano tra le mani. E inizio a torturare la sua.
Come mai si è sentita male? Che cosa ha avuto? Perché mi deve sempre far preoccupare?
Arriviamo all'ospedale e Alarick parcheggia velocemente, uscendo dalla macchina e prendendomi in braccio. Entriamo dentro, passa davanti il centro assistenza e si fionda dentro l'ascensore.
Lo guardo sconvolta.
-So dove devo andare. Dopo ti spiego- continua guardando il mio viso scettico. Le porte dell'ascensore si aprono e vedo una decina di teste girarsi dalla nostra parte. Appena riconosco i miei genitori, deglutisco pronta al peggio.
Appena mia nonna si riprenderà, mi dovrà ringraziare, se oggi non uccido nessuno.

Momento autriceeee
Hola genteee. Eccomi qui con un nuovo capitoloooo.
Lo so, lo so. È finito davvero male. Ma hey ci vuole un po di suspance.
Vi avverto che nel prossimo capitolo Gwen metterà scintille e vedremo una parte del suo carattere.
Adesso vado perché ho un sonno che non vi posso spiegare.
Un bacio,
Marika.








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