Perfect

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LOUIS

Dopo la nostra chiacchierata il riccio era sfuggevole; ogni volta che ci ritrovavamo da soli blaterava cose a caso riguardo il doversene andare di fretta e quando lo chiamavo, si irrigidiva all'istante, temendo il peggio. Vederlo così teso mi faceva sia preoccupare, sia mi faceva sentire bene. Non avevo intenzione nè di mangiarlo nè altro, ma il suo e essere teso mi dava un senso di potere: potevo sfiorarlo e farlo tremare soltanto con un piccolo gesto. 

"Lou!!!" mi chiamò Zayn "il capo ti vuole". Alzai la testa dalla rivista che pigramente stavo sfogliando, sbuffando.

"Okay" mi alzai, andando verso l'ufficio. Erano passati pochi giorni, eppure lì ero uno di famiglia, se così quella si poteva chiamare. Mi trovavo a mio agio con tutto ormai e mi sentivo libero di scherzare con tutti loro. Andai verso l'ascensore e schiacciai il bottone, aspettando pazientemente il suo arrivo. Sentii un rumore di tacchetti dietro di me e anche senza essermi girato, capii che si trattava di Harry. Lui si mise al mio fianco, in silenzio e rigido.

L'ascensore arrivò ed entrammo, sempre in rigoroso silenzio.

"Che piano?" mi chiese.

"Devo andare da Nick, mi ha convocato" scrollai le spalle. Lui sobbalzò e bloccò l'ascensore, facendomi fremere.

"Sei impazzito? Perchè?" gli chiesi, guardandolo stranito.

"Hai detto qualcosa a Nick?" mi domandò, furioso.

"Ti sembra? Ciò che succede fra di noi non interessa a nessuno all'infuori di noi, per chi mi hai preso?" mi irritai.

"Allora perchè ha chiamato anche me?" mi guardò torvo.

"E io che cazzo ne so!" sbraitai "dimmi Harry, hai così paura di Nick?" lo sfidai, incrociando le braccia.

"Ho paura di perdere il mio fottuto lavoro!" alzò la voce, sovrastandomi con il suo corpo, più alto del mio.

"Perchè a Nick interessa la tua vita privata, mh, dolcezza?" lo schernii.

"non si tratta di questo!" precisò.

"E a te quindi, che interessa cosa pensa di come vivi i tuoi affari personali?" 

"Che cosa staresti insinuando?" incrociò le braccia, alzando un sopracciglio.

"Che forse le voci che girano non sono poi così false" sputai fuori, senza rendermi realmente conto del significato delle mie parole. Lui fece ricadere le braccia lungo i fianchi, guardandomi ferito. I suoi occhi verdi si velarono di tristezza.

"Quindi pensi questo di me? Anche tu, la pensi come tutti gli altri?" mormorò tornando al suo posto, all'improvviso spaventato. La mia rabbia si placò e si fecero largo i sensi di colpa.

"Haz io-" tentai.

"No" sbloccò la porta dell'ascensore uscendo "prendo le scale" disse deciso, senza voltarsi. Le porte si richiusero e io passai i momenti successivi ad insultarmi mentalmente per ciò che avevo detto. Io ero diverso, ero superiore a quelle stupide ed insensate voci. Mi trattenni dal tirare un pugno contro al muro e in fretta arrivai a destinazione. Entrai nell'ufficio di Nick e mi tranquillizzai; al contrario della persona che lo possedeva, la stanza mi piaceva: la scrivania era in legno marrone scuro ricoperta da ogni genere di riviste, disegni e matite. Dietro di essa c'era un enorme vetrata che dava sulla città. Mi sedetti su una poltroncina in pelle nera e attesi.

"Louis" mi sorrise "dobbiamo aspettare Harry" comunicò.

"Di che si tratta?" chiesi, guardandomi in giro.

"E' una riunione speciale" rimase sul vago, scarabocchiando qualcosa su un disegno, probabilmente da rivedere. Io annuii e poco dopo Harry arrivò, con un po' di fiatone.

I just can't take my eyes off youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora