Somebody that I used to know

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LOUIS

Respirai a fondo, sbattendo gli occhi. Non ero stanco, anzi, ero perfettamente riposato; quella mattina non dovevo andare a lavoro, solo al pomeriggio mi aspettava un piccolo servizio. Respirai ancora, sentendo il profumo della pelle calda di Harry. Sorrisi subito, al sentire il suo respiro regolare. Strofinai il naso contro il suo collo, mugolando d'apprezzamento; la pelle di Harry era morbida e calda.

Mi morsi il labbro, togliendo il viso dall'incavo del suo collo. Lo spinsi di lato, facendolo finire a pancia in su. Lui sbuffò sonoramente, spostando il labbro inferiore. Io sorrisi, mettendomi piano a cavalcioni su di lui. Cominciai a baciargli il viso dolcemente, attento a non svegliarlo ancora. Lui si mosse piano, rilassato. Io sorrisi contro le sue labbra, lasciandoci un piccolo bacio. Lui sorrise, mettendo piano le mani sui miei fianchi.

"Giorno" sussurrai. Lui spalancò i suoi occhioni verdi.

"Lo è davvero" io sorrisi, scendendo contro il suo collo. Mi afferrò le natiche, mugolando per i baci umidi che stavo lasciando sul suo collo.

"Dormito bene?" gli chiesi, mentre continuavo la mia dolce discesa; presi fra i denti il suo capezzolo, tirandolo con i denti per poi leccarlo avidamente.

"Oh mio Dio" esalò, inarcando la schiena. Io gli lasciai un bacio poco sotto, leccando e succhiando la pelle vicino al fianco.

"Oh ma guarda che bella pancia" ridacchiai. Lui mi guardò da sotto le ciglia.

"Che ha che non va?" Io gli sorrisi, lasciandoci sopra tanti baci.

"È adorabile" lui corrucciò la fronte, mentre io gliela baciavo piano sentendo la sua pelle scossa dai brividi.

"Il tuo respiro mi fa il solletico" sottolineò. Io vi soffiai sopra, per sfidarlo, comprendola poi di baci caldi. Riempii il suo ombelico con la lingua.

"Scendi?" mi chiese, supplicando. Io lo guardai da sotto le ciglia, sorridendo impudente.

"A fare la colazione?" sorrisi, scendendo da sopra di lui. Lui spalancò la bocca e si alzò di scatto. Mi misi la sua camicia e mi lasciai in boxer.

"Io non intendevo-" si ribellò.

"Ti aspetto di sotto" lo interruppi, lasciandogli un veloce bacio sulla fronte. Lui grugnì, mentre io velocemente scendevo le scale.

Fischiettai, sentendomi felice dopo tanto tempo, o almeno, ero felice così genuinamente dopo tanto tempo. Non avevo alcun motivo preciso per sorridere, eppure, il riccio mi infondeva una strana ed insolita felicità. Insolita mica tanto mi rimbeccai, notando che effettivamente avevo ammesso a me stesso che ero innamorato di Harry. Ero felice semplicemente perché lo amavo, senza sapere se contraccambiasse. Decisi che era meglio non pensarci, avrei momentaneamente divorziato con la mia testa, che non la smetteva di programmare un piano da attuare con Harry.

"Sei un vero stronzetto" due braccia avvolsero la mia vita, mentre io accendevo il fuoco per il caffè. Mi baciò piano il collo, inumidendomelo.

"Harry" sospirai soltanto, non trovando nulla di intelligente da dire dato che il suo membro spingeva esigente contro il mio sedere.

"La mia camicia ti dona" i suoi ricci mi solleticarono la guancia, mente mi baciava la spalla "ma stai meglio senza" mi voltò, sorridendomi. Mi tolse piano la camicia e mi sollevò, sul piano della cucina. Incontrai i suoi occhi verdi lucenti, illuminati dalla luce del mattino che penetrava dalla finestra. Qualche raggio si impigliò fra i suoi ricci castani, rendendolo quasi angelico. Le sue labbra rosse, ora curvate in un sorriso quasi presuntuoso, erano lucide. Mi mancò qualche battito, mentre mi occupavo ad amare ogni piccolo dettaglio di un Harry illuminato dal sole.

I just can't take my eyes off youWhere stories live. Discover now