Magnets

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LOUIS

Uno, due, tre squilli. Scossi la testa, come a voler far capire a quel qualcuno che non avevo intenzione di parlargli.

"Dovresti rispondergli" mi suggerì Ed, mentre corrucciava la fronte.

"tu dovresti essere a lavoro" biascicai, girandomi dall'altra parte, cambiando lato del cuscino.

Uno, due, tre, quattro squilli.

"Rispondi tu" gli chiesi, lui mi ascoltò.

"Pronto? Oh" sussurrò "sta...dormendo..no, non si è sentito bene. Un po' d'influenza. Non c'è bisogno" proseguì. Afferrai la coperta con le mani, fino a farmi diventare le nocche bianche.

"Grazie per aver chiamato..glielo dirò...grazie, Harry" il rosso posò il telefono sul comodino, sedendosi poi sul letto accanto a me.

"Sono uno stupido" sussurrai "un vero idiota integrale" tirai su con il naso; avevo pianto e non me ne vergognavo assolutamente.

Per l'ennesima volta, io, Louis Tomlinson, mi ero fottutamente innamorato della persona sbagliata.

"No, Lou" mi consolò Ed "ma io ancora non ci credo, non mi sembra possibile" mi accarezzò il ciuffo.

"Lo è invece, mi ha pure guardato negli occhi... o almeno ci provava" scattai nervoso a sedere "ma io non riuscivo a guardarlo... Zayn aveva ragione" soffiai "ho sbagliato"

"Non devi pentirtene e poi lui non lo sa" chiarii.

"Figurati, avrò solo avuto scritto sulla fronte a caratteri cubitali 'Harry ti amo per favore esci con me' " sospirai "sono un vero mega coglione, come speravo io di piacergli? Insomma l'hai visto?" sbuffai, rimettendomi giù.

"dovrai affrontarlo" mi ricordò Ed.

"Non nell'immediato futuro" chiusi gli occhi "so che dovrò guardarlo negli occhi e salutarlo come se non mi mancasse, ma lui non è qui adesso e mi manca quindi ti prego, posso soffrire?" gli chiesi.

"la supererai, credimi" sospirò.

"Io ho chiuso con gli uomini" lo guardai da sopra la spalla "posso diventare etero?" chiesi. Lui ridacchiò, scompigliandomi i capelli.

"Troverai qualcuno di speciale Louis, te lo prometto" mi sorrise. Io annuì, riuscendo solo a pensare che l'unica persona speciale che volevo era Harry.

Credevo sinceramente che lui fosse la mia persona speciale o se preferite anche senza lo speciale. Credevo che fosse la mia persona e basta.

Ed decise di lasciarmi solo, promettendo di portarmi qualcosa di super calorico da mangiare questa sera.

Riuscivo solo a rigirarmi nel letto, lamentandomi e singhiozzando qualche volta. Dopo qualche ora, decisi che poltrire nel letto non mi stava più bene. Presi la mia coperta fidata, tappezzata di disegni di ancore e corde e scesi piano le scale, trovando qualcosa di cui lamentarmi per ogni scalino che scendevo.

Il mio appartamento sembrava più grigio del solito come il cielo plumbeo. Mi strinsi nella coperta, notando che la luce grigia delle nubi rivestiva tutti i mobili, facendomi sentire ancora più triste.

Qualcuno bussò e io guardai la porta, valutando se rispondere o meno: il postino non poteva essere, forse poteva trattarsi del portiere che si lamentava sempre del fatto che io e Ed ordinavamo dal cinese perchè 'quell'ammasso di immondizia' mandava cattivo odore in tutto il palazzo.

"Arrivo Mr. Jackson, ma io e Ed non abbiamo ordinato cines-" aprii la porta e davanti mi ritrovai Harry Styles, con tanto di spesa da Starbucks.

"Ho saputo che stai male e così" sventolò la busta e io lo guardai. Gli occhi pizzicarono, trattenni a stento le lacrime. Il suo sorriso si spense. Vederlo, mi mandò in palla.

I just can't take my eyes off youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora