Lay it all on me

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LOUIS

"Buongiorno" sorrisi, prendendo la mia tazza di caffè nero fumante sul tavolino.

"Giorno" Ed apostrofò assonnato. Sorrisi ampiamente sedendomi al bancone grigio metallico di fronte a lui.

"La smetti di sorridere? Mi dai la nausea" sbottò. Io ridacchiai, scrollando le spalle.

"Come sei scorbutico"

"Senti chi parla, quello che tirava bicchieri a destra e a manca di prima mattina" roteai gli occhi "ora sei così schifosamente innamorato"

"Non sono innamorato" precisai "sono solo di buon umore, non posso per caso?" sbattei più volte le palpebre.

"Louis Tomlinson non è mai pienamente di buon umore, tanto meno al mattino" alzai il dito medio.

"Meglio così ?"

"Ti riconosco finalmente" si passò una mano fra i capelli rossi "comunque sei in ritardo" strabuzzai gli occhi.

"Cazzo merda vaffanculo" mi alzai di scatto, prendendo il mio giubbotto di jeans, le chiavi e il casco.

"Ahhh, che bella la normalità" Ed sorrise pigramente, riferendosi al mio linguaggio colorito.

"Ciao, scappo!" urlai al rosso.

"A stasera" sentii la sua voce, mentre mi precipitavo giù dalle scale.

L'aria fredda di New York mi scompigliò il ciuffo, mentre mi gettavo letteralmente sulla mia moto. Mi squillò il telefono e sullo schermo si illuminò il nome di Carter.

"Ehi" risposi "sono davvero di fretta" montai sulla moto, accendendo il motore.

"Ciao Lou" ridacchiò "scusa, allora ci possiamo vedere? Ti devo parlare di una proposta di lavoro" corrucciai la fronte.

"Di che si tratta?" mormorai confuso.

"Vorremmo che tu lavorassi con noi, in effetti" boccheggiai.

"Ma io non-"

"Pensaci, ne parleremo poi di persona. Ci sentiamo per organizzare, okay?"

"Va bene Carter" guardai la strada "ora devo andare"

"Ciao Lou" chiuse la chiamata. Misi il telefono al sicuro e mi infilai il casco, prima di partire. Non avevo la minima intenzione di lasciare la Saint Laurent, tanto meno dopo l'aiuto che mi aveva dato Harry.

Lavorare per l'Adidas sarebbe stato un sogno, ma io sapevo che Harry ci sarebbe rimasto male, dopo tutto l'impegno che ci aveva messo. Non potevo assolutamente fargli questo.

Il motore rombò forte, mentre acceleravo volendo lasciarmi alle spalle tutto, anche quella strana proposta.

Arrivai trafelato alla sede, per la corsa così disperata. Mentre aspettavo l'ascensore mi sistemai come meglio potei i capelli e la maglia che ovviamente si era stropicciata.

"Cazzo" sussurrai a me stesso "che palle"

"In ritardo?" sussultai, trovandomi di fianco niente meno che Harry Styles.

"Nick mi ucciderà" sbuffai.

"Tranquillo, ci penso io" mi sorrise "buongiorno" l'ascensore arrivò e ricambiai prontamente il sorriso.

"Anche a te"

"Riposato bene, dopo il viaggio?" mi chiese, premendo il bottone.

"Assolutamente si" mi morsi il labbro "tu?" lui si irrigidì leggermente.

I just can't take my eyes off youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora