Prologo

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La ragazza emise un gemito finale dopo l'ultima spinta e, passato qualche minuto, si rilassó sotto il corpo del suo ragazzo, che continuava ad osservarla lasciandole languidi baci sul collo e sussurrandole, romanticamente divertito, all'orecchio: - Dio, quanto sei bella in questo momento, qui, distesa sotto di me, vulnerabile e indifesa.

La ragazza aprì gli occhi e chiese altrettanto divertita: - Questo mi dovrebbe far capire che ti piaccio solo in questi momenti?

Il ragazzo rise e rispose: - No. Sappi che come mi piaci ora, mi piacerai in qualsiasi momento. - e continuó a baciarla spostandosi sulle labbra.

La giovane fece per parlare ma venne interrotta dallo squillo di un cellulare.

Era il cellulare di Edison.

Il ragazzo visualizzó subito il messaggio e, riponendo il telefono sul comodino, ne riferì il contenuto alla ragazza dicendo: - É mia madre. Chiede quando arriveremo per la cena perché non vede l'ora di mostrarti dei vestiti meravigliosi che le ha mandato una sua amica per te - e mimó i classici gesti della madre quando pronunciava una frase simile.

- Per me?! - esclamó la ragazza ridendo; in realtà la notizia non la sorprendeva, non era la prima volta che la madre di Edison le faceva certe sorprese. In un certo senso ci aveva fatto anche l'abitudine.

- Su, non fare la sconvolta. Lo sai che ti adora - disse il ragazzo ridendo - a volte credo che preferisca te a me - concluse rimanendo fermo a guardarla, come se credesse davvero alle parole che aveva appena finito di pronunciare.

Ma come non adorare una ragazza come lei? Era perfetta in tutto e per tutto.

Spesso lodava perfino il cielo per aver avuto la fortuna di incontrarla: non poteva immaginarsi con una ragazza diversa da lei al proprio fianco.

- Come sei esagerato - commentó la ragazza provando a scivolare via da sotto il suo corpo e senza conoscere i pensieri adoranti del giovane.

- Dove stai cercando di andare? - chiese ridendo il ragazzo cambiando argomento e riportandola sotto di sé per lasciarle un altro fugace bacio sulle labbra.

Il contatto con il suo corpo era sempre qualcosa di magico e sopraffino, avrebbe potuto stringerla a sè per sempre.

- Dovremmo farci una bella doccia prima di andare dai tuoi - disse la ragazza decisa a farlo impazzire, poichè attratta dall'idea che il suo fidanzato, la stesse costantemente provocando.

Così si aggrappó a suo collo e mordendosi maliziosamente e perfidamente le labbra, chiese in tono provocante: - Non sei d'accordo anche tu?

- Ohh - si lasció sfuggire il giovane con un sorriso altrettanto malizioso e fissandola intensamente negli occhi, com'era sua consuetudine fare - Non fare in quel modo o potrei volerti fare di nuovo mia - e le morse il labbro con passione.

La ragazza gemette di nuovo estasiata e divertita, poi ridendo scherzó ancora: - Mmmm, fammici pensare.

Edison si unì a lei scoppiando in una fragorosa risata ed in seguito, alzandosi, disse: - Forza, andiamo a darci una pulita, mia piccola Cerys - e le porse una mano per aiutarla ad alzarsi da quel grande letto bianco completamente disfatto.

- Ti raggiungo fra un attimo - rispose la ragazza prendendo l'accendino e il pacchetto di sigarette dal comodino.

Edison non apprezzava particolarmente quel suo vizio, ma ormai arresosi all'idea che lei non gli avrebbe mai dato retta a riguardo, disse: - Va bene amore. Ti amo - e la bació di nuovo prima di dirigersi in bagno.

Lei accese una sigaretta e, dopo essersi assicurata che Edison fosse in bagno, avvolse il proprio corpo in un lenzuolo e si diresse verso la finestra ancora chiusa.

Non aveva bisogno di guardare la città dietro il vetro, l'aveva sognata così tante volte che ormai ne conosceva anche i più piccoli dettagli; quella cittá era diventata il suo mondo.

Piuttosto, guardava il proprio riflesso che mostrava la stessa ragazza immortalata su riviste, giornali e siti internet vari, ogni volta che il suo ragazzo la trascinava ad eventi particolari, a cui lei avrebbe preferito non andare.

Non le era mai piaciuto essere al centro dell'attenzione, ma almeno poteva consolarsi sul fatto che i giornalisti non la consideravano quando era da sola, o per meglio dire, non la consideravano poichè non aveva mai fatto niente che potesse attirare la loro attenzione.

Capelli biondi quasi simili al bianco, occhi scuri e ammalianti, pelle candida, fisico snello e labbra carnose.

Wow.

Cerys Hamilton, la ragazza ventenne e fidanzata del ricco erede di gran parte degli hotel di New York, Edison Donovan, era davvero splendida anche dopo certi momenti di intimità con il suo ragazzo.

Quello sì che era un gesto che avrebbe certamente attirato la loro attenzione, visto che nessuno aveva mai colto Edison in momenti tanto personali e affettuosi con la sua ragazza.

Rise pensando ai titoli dei giornali se i paparazzi l'avessero fotografata in quel modo.

Scosse la testa e continuó a guardare il proprio riflesso: quei capelli scompigliati, quegli occhi semichiusi, quelle labbra piene di baci e passione... Le ricordavano qualcosa, anzi, qualcuno.

Vide dei capelli lunghi, arruffati e castani.

Vide degli occhi scuri e stanchi.

Vide una pelle macchiata di ferite e labbra sporche di peccato e bugie.

Vide ancora una volta quella triste diciassettenne che era stata tre anni fa, nonchè Emely Anderson.

Emely Anderson...aveva giurato di non pensare mai più al passato.

Glielo aveva giurato.

Recentemente, peró, tutto si era ridotto a lui e a lei: un'immagine che non riusciva più ad eliminare dalla mente e che si ostinava a ritornare incessantemente.

Nessuno sapeva della sua storia, nemmeno Edison.

Gli unici a conoscerla erano quel Lui, lei e il suo dannato riflesso.

CensoredWhere stories live. Discover now