Capitolo 12

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- Emely sto aspettando una risposta - disse Opal continuando a bussare insistentemente alla porta del bagno, dove Emely si era chiusa da circa venti minuti senza dare spiegazioni.

- Una risposta a cosa? - chiese la ragazza da dentro mentre continuava a truccarsi per cercare di avere un aspetto presentabile e adatto all'occasione.

Opal sbuffó e massaggiandosi le tempie disse: - Ti odio quando fai la finta tonta. - poi riprendendo a bussare alla porta per richiamare la sua attenzione e farla spazientire continuó - Sono la tua migliore amica, merito di sapere tutto quello che ti riguarda.

- Ma la pianti con tutto questo baccano? - si intromise Simon salendo dal piano inferiore e, mettendosi a braccia conserte appoggiato alla parete, fulminó la sorella con lo sguardo.

- Non vuole dirmi chi le manda quel pacco e cosa c'è dentro - si giustificó la giovane con finto fare disperato.

- Forse non sono affari tuoi. Tu che dici? - disse sarcasticamente il gemello facendole una smorfia come ad imitare la sua faccia sconvolta.

Sua sorella era davvero una gran impicciona, non riusciva a vivere senza immischirsi nelle vite altrui. Inoltre tutti i giorni ne aveva anche una conferma fin troppo concreta.

- Odio anche te, stupido! - esclamó Opal provando a tirargli un colpo sul braccio, poi riprese a bussare alla porta del bagno dicendo : - Emely non ignorarmi o giuro di non rivolgerti mai più la parola. Apri questa cazzo di porta!

Come ad esaudire il suo desiderio Emely aprì la porta mostrandosi come mai prima di quel giorno.

I capelli erano acconciati in uno chignon disordinato, trucco elegante e sofisticato, al collo una collana che doveva essere molto costosa, il corpo messo in risalto da un abito lungo senza spalline nero e raffinato.

Quella era certamente la parte di Emely più raffinata e delicata che, ovviamente, non aveva mai lasciato vedere a nessuno.

I due gemelli spalancarono la bocca per la meraviglia ed Emely, evitando i loro sguardi, imbarazzata, si voltó e chiese: - Qualcuno puó alzarmi la lampo per favore?

- Se ti vedessi così preferirei lasciartela abbassata - commentó Simon senza distogliere lo sguardo dalla schiena nuda della ragazza e senza trovare il coraggio di allungare una mano per aiutarla.

Emely era davvero incantevole, forse troppo per dover semplicemente a cena con un ragazzo qualunque, come aveva cercato di far credere loro.

- Simon! - lo richiamó Opal che nel frattempo le aveva alzato la cerniera.

Simon ed Emely risero ed Opal interruppe il momento dicendo: - Invece di ridere, perché non mi dici il motivo di questo vestito, il pacco e soprattutto chi l'ha mandato? Non dirmi di nuovo l'assursità del ragazzo qualsiasi perchè non ci casco.

- Ecco stronzetta - intervenne Simon continuando a ridere - pensavi di poter uscire così da questa casa senza dirci niente? - e imitó l'espressione della gemella.

- Credo che mi divincoleró grazie ai vostri genitori - disse furbamente Emely cominciando a scendere le scale e tenendo su un lembo del vestito per evitare di cadere.

- Che non sono a casa visto che avevano una cena di lavoro - rispose Opal seguendola con il fratello.

- Oh andiamo, siete pesanti - esordì Emely alzando gli occhi al cielo e avviandosi verso il salone: non aveva alcuna voglia di parlare di Darren.

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