Capitolo 28

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Ryan le diede il permesso di tornare in casa di Darren e prendere le sue cose, così, Emely si recó lì consapevole che sarebbe stato per l'ultima volta.

Salì immediatamente in camera sua e ignorando i richiami di Charlotte, preoccupata nell'averla vista tanto triste e di fretta, prese un borsone che le aveva sempre fatto da valigia, e cominció a riempirlo con le sue cose.

- Signorina Emely, cosa sta facendo? - chiese Charlotte preoccupata raggiungendola in camera e consapevole di non poter fare granchè per fermarla.

- Prendo le mie cose, Charlotte. Vado via - spiegó brevemente Emely mentre stringeva gli occhi per non piangere e reprimeva tutto dentro.

- Come va via? E perchè? - chese allarmata la donna mentre la guardava inerme prendere vestiti e le scarpe che le appartenevano fin dalla vecchia casa.

- Perché devo andare via, mi dispiace - continuó a dire la ragazza mentre le si contraeva lo stomaco per la sofferenza e il dolore.

- E il signorino Darren? - chiese ancora più preoccupata e sconvolta Charlotte, impossibilitata di fare qualsiasu cosa.

- Non lo so, Charlotte... - ammise ancora Emely.

- Signorina Emely non faccia scherzi. Lo sa che il signorino Darren potrebbe perdere la calma e fare una strage - la avvertì la donna sperando di poter frenare con quell'ultimo avvertimento le intenzioni della giovane.

- Non ha importanza ora come ora - disse Emely chiudendo il borsone - Io non vedró mai più Darren e neanche tutto questo... Addio Charlotte - concluse la ragazza abbracciandola e cominciando a piangere silenziosamente.

- Signorina, la prego. Rimanga qui, non faccia sciocchezze - la imploró Charlotte prendendole una mano, poiché non era in grado di poterla fermare fisicamente.

Emely sospiró dandole le spalle: quella volta non aveva scelta, non c'era un'altra soluzione.

Strinse il manico del borsone e, afflitta, abbandonó per sempre quella casa e Darren.

Nulla contava più.

Il suo patto con il diavolo doveva essere rispettato ormai.

~~~

Darren riattaccó immediatamente la telefonata non appena udì quella notizia da Charlotte, la quale si era affrettata nell'avvisarlo non appena Emely era uscita da quella casa.

La parte peggiore del suo carattere, prese il sopravvento e, se avesse potuto, era certo che avrebbe ucciso anche qualcuno.

Compose in fretta e furia il numero di Emely, sperando in cuor suo che Charlotte si fosse presa gioco di lui.

Dopo il primo squillo, Darren non udì la voce squillante e dolce di Emely come accadeva solitamente, piuttosto sentì solo un secondo squillo e un altro e un altro ancora.

No.

Non stava accadendo davvero.

Arrabbiato e preoccupato cominció a tempestare Emely di telefonate, senza badare al suo tremendo ritardo per quella riunione d'affari importante che l'aveva trascinato via dall'unica cosa che non voleva perdere.

L'ansia lo stava vincendo, la rabbia continuava a vibrare lungo tutto il suo corpo e nulla sembrava essere in grado di calmarlo.

Voleva Emely, solo lei.

Chiamó e chiamó per dozzine di volte e, quando tutto sembrava perduto, la voce di Emely interruppe quegli squilli insopportabili.

- Emely, finalmente - disse Darren sollevato nel sentirla - Che è successo? Dove sei? - chiese poi immediatamente assumendo il suo solito tono nervoso e severo.

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