4. Occhi

229 23 4
                                    

Il dottor Polser aveva delle strane fattezze.
Piccolo, pingue, rosso di capelli e dai tratti forestieri.
Ciò che più colpiva del dottor Polser, tuttavia, erano i suoi occhi.
Polser aveva degli occhi piccoli e infossati, spesso socchiusi. Non si capiva con esattezza se li tenesse chiusi per sospetto o per difendersi ulteriormente dal vedere le brutture del mondo.
Ultimamente, qualcuno affermava di non aver più trovato gli occhi del dottor Polser.

Polser aveva uno studio disordinato nella periferia di un paese di provincia, e gli affari andavano decisamente peggio rispetto ai suoi sogni di gloria adolescenziali.
Sognava di avere un attico, magari nel centro di qualche grande città, con finestre su tutti i lati, tappeti persiani d'importazione e divani in pelle di struzzo. Chiaramente qualcosa di eccentrico.
Fosse stato per Polser, probabilmente sarebbe andato in giro vestito di piume e tessuti peruviani, camperos di coccodrillo e gingilli d'ogni luogo.
Polser, tuttavia, lavorava come psicoterapeuta da una ventina di anni e non poteva sembrare uno struzzo preistorico, non quanto avrebbe voluto.

Il dottor Polser era stato uno strano soggetto da giovane, uno di quelli che le persone si girano a guardare. Portava spesso degli abbellimenti che gli altri percepivano come bellissimi e stravaganti allo stesso tempo. Aveva un carattere che si definirebbe sanguigno, e si infuocava con la stessa velocità dei suoi capelli alla luce del sole.

Non si può dire che il suo fosse un lavoro facile, e non si può dire che Polser non avesse gli occhi nemmeno in gioventù. 
Gli occhi di Polser erano piccoli e sgargianti, di un colore azzurro acceso. Brillavano spesso come piccole gemme preziose, soprattutto quando Polser si apprestava a fare attività interessanti.

Ultimamente, però, Polser non aveva più gli occhi.
Molti degli abitanti della zona affermavano di aver visto Polser muoversi normalmente, aggirare gli ostacoli, afferrare oggetti e guardare il cielo, ma molti - se non tutti - avrebbero giurato che gli occhi non li avesse più.

Alcuni pensavano che li tenesse in qualche barattolo sotto formalina, altri pensavano che li avesse mangiati per ottenere una "vista interiore", altri pensavano che il suo corpo li avesse inghiottiti in qualche rara forma di debilitazione genetica.

La realtà è che Polser vide troppe cose, così tante cose che i suoi occhi, a poco a poco, si chiusero.
Come gli uomini che strabuzzano gli occhi nel buio credendo di poterci vedere meglio, così Polser chiuse a poco a poco i suoi piccoli lapislazzuli sperando di vederci qualcosa di buono in tutto l'immondezzaio che ricopriva l'umanità.
Li chiuse talmente tanto, ad un certo punto, che i suoi occhi si fecero piccoli come una fessura che alla fine si cicatrizzò.

Il dottor Polser, da quel momento, affermò ai suoi pazienti che la bellezza, senza quelle fessure sul volto, si vedeva decisamente meglio.




Racconti dalle Interiora.Where stories live. Discover now