Capitolo 4

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Lucius

Ed eccomi di nuovo di fronte al cancello di quelli che molti considerano gli inferi, ma che io definisco casa. Non mi sento più un corpo senz'anima che attraversa tali cancelli e se ci penso la cosa mi pare pure un pò buffa, dato che questo ingresso viene varcato da anime dal corpo ormai privo di vita. Prendo un profondo respiro, finalmente questo luogo non mi pare più tanto ostile come lo è stato negli ultimi tempi. Strano come la presenza di una figura possa interferire tanto in un'altra persona e pensare che ho sempre deriso gli umani per la loro debolezza nel farsi influenzare, ma ora mi accorgo di quanto ho errato, infatti alla fine anch'io come loro mi sono ritrovato ad essere intrappolato nelle mani di un'altra persona.

Moon non mi attende e varca la soglia di casa per poi correre all'interno di esso, mentre io attendo che i cancelli siano attraversati dalla figura accanto a me.

"Prometti sulla tua persona che non mi verrà torto un capello?" Chiede lei ancora una volta.

Porto una mano al cuore e dico:

"Prometto. Quante altre volte te lo devo dire?" Domando con il sorriso sulle labbra.

"Non potrai mai dirlo abbastanza da farmi convincere. Non mi fiderò mai al cento per cento di un principe degli inferi." Afferma dura e io non posso fare a meno di aprirmi in un altro sorriso.

"Non posso darti torto. Infondo io non sono altro che l'incarnazione del male, della menzogna, della tentazione e dei vizi. Re della tragedia e principe dell'imbroglio." Dico per poi fare un ironico inchino.

"Così non mi rassicuri per niente." Dice, facendo una smorfia.

"Eppure sei comunque qui." Le faccio notare malefico, mentre lei sbuffa irritata.

"Prometti che non verrò di nuovo imprigionata e che sarò libera di lasciare questo luogo in qualunque momento io desideri." Chiede per l'ennesima volta.

"Prometto." Rispondo ancora.

Luna mi scruta con quei suoi vitrei occhi dal colore indefinito, accompagnate da delle labbra vellutate, pressate l'uno contro l'altro.

"Non so fino a che punto posso fidarmi di te."

E io non posso far a meno di accennare un palese sorriso malefico.

"Ormai sei qui, tanto vale varcare la soglia e togliersi il pensiero." Dico sincero.

Lei rivolge lo sguardo verso i cancelli in ferro battuto, ha gli occhi chiusi in due strette fessure, le iridi sono più scure del solito quasi tendenti al nero, ha le narici dilatate, le mani strette in due pugni e tutta la sua postura emana rigidezza.

Lei non considera questo posto casa come lo faccio io, infatti per lei esso non rappresenta solo l'inferno, ma anche la prigionia.

Senza proferire più alcuna parola, con il passo leggiadro di una ballerina di danza classica e con gli occhi di un predatore che scruta ciò che ha attorno, varca i cancelli e procede con sicurezza.

Devo confessare che dubitavo che alla fine avrebbe ceduto e mi avrebbe seguito verso gli inferi. Mi sa che quegli oggetti per lei hanno un valore maggiore di quanto credessi.

Serro le mani in due pugni, non riuscendo a fare a meno di provare una fitta di gelosia per James. Anche se è morto, in un modo o in altro è sempre presente. Gli oggetti a cui Luna tiene non sono altro che collegamenti a lui. L'angelo ha dato prova di un amore oltre la morte, ma esso finirà per roderla, infatti nonostante i suoi forti sentimenti per James, essi non basteranno mai per riportarlo indietro e non cambieranno il fatto che lui sia morto; allora perché continui ad essere così invidioso di una persona senza vita?

Back from The DeathDove le storie prendono vita. Scoprilo ora