Capitolo 55

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Durante la fuga (inizio flashback)

Luna

Non posso rimanere troppo a lungo in questa abitazione diroccata. Sono ancora troppo vicina al Lago di Mydol e l'odore del mio sangue ancora sparso in giro, lascia una traccia fin troppo evidente per giungere a me e dopo tutta la foga con cui sono fuggita, non mi lascerei mai catturare così facilmente, purtroppo però sono ancora debole per poter rimettermi nuovamente in marcia. Ora come ora delle calzature non sarebbero di certo sgradite, ma di certo non sono così stolta da immaginarmi che ne troverò un paio qui in mezzo alla natura. Non ho altra scelta che ritornare a marciare a piedi nudi, nonostante la certezza che altre ferite si aggiungerebbero ai miei piedi dolenti. Sono ora seduta sul legno marcito del pavimento della casa malridotta, troppo stanca per camminare fino alla fonte d'acqua dove troverei sollievo nell'immergere i miei piedi, ma allo stesso tempo così insensibile che ormai mi viene naturale ignorare il dolore. Con gesti meccanici mi ritrovo ormai da ore ad accarezzare in modo quasi inquietante le ciocche della mia chioma argentea che ho tagliato con tanta foga, quasi come se fossi stata impaziente di togliermi di dosso tale fastidio, eppure sento la mancanza della loro presenza nella mia testa, ma non mi pento del gesto compiuto in un momento di lucida pazzia. Non aveva senso lasciare una chioma così lunga e vistosa, ma nonostante ciò, resta il fatto che essa è comunque argentea, ancora troppo appariscente agli occhi di chiunque.

La brezza mattiniera che soffia attraverso i vari fori dell'abitazione porta via dal mio tatto, alcune delle mie ciocche, mentre i raggi del sole con il suo gioco di ombre e luci, aiutato dalle foglie degli alberi circostanti, infastidisce la mia vista attraverso ogni lato della casa diroccata. Quanto a lungo sia rimasta qui, mi è impossibile dirlo con precisione, poiché il tempo mi appare non esistere più, infatti non saprei dire se i granelli della clessidra del tempo siano caduti con lentezza infinita o con una velocità tale da rendermi impossibile accorgermi dello scorrere del tempo; ma una cosa è certa il tempo di certo non è mio amico. Se resto qui troppo a lungo, rischio di essere scovata, se permango troppo poco, lascio comunque dietro di me la scia del mio sangue. Alla fine un giorno intero passa, mentre io resto immobile esattamente dove sono, non avendo altra scelta che accogliere le tenebre che la notte porta con sè, accompagnato dai raggi lunari che filtrano effimeri attraverso i fori dell'abitazione, con la gelida brezza serale che ha intorpidito il mio corpo. Dopo non molto cado tra le braccia di Morfeo, stanca e sofferente come sono, nonostante il timore di essere ritrovata. Scivolo tra le assi del pavimento, mentre sento le ciocche argentee ogni secondo un centimetro più lontano da me a causa del leggero soffiare del vento. Sono così debole che non riesco nemmeno a creare del fuoco per riscaldarmi.

La mattina dopo decido di alzarmi e immergermi nuovamente tra le acque del ruscello, sentendo immediatamente sollievo. Rivolgo il mio sguardo verso i cieli e mi domando se dovrei chiedere alloggio a loro, in fondo è la razza a cui appartengo eppure non posso fare a meno di dubitare il fatto che magari si lascerebbero scappare l'informazione che sono rifugiata da loro agli inferi. Ho la mia dimora dove potrei nascondermi, ma non è un luogo dove vorrei ritornare, preferisco mille volte spostarmi di luogo in luogo come un'errante vagabonda. In fondo a questo mondo non c'è mai stato posto per una come me che non è né demone, né angelo, né umana. Con questa fuga, ho finalmente scelto la libertà che un tempo mi sono negata quando mi fu posta una scelta e io decisi da stolta di rimanere tra le fiamme dell'inferno.

Mentre immergo la testa tra le gelide onde del ruscello, un'idea si forma nella mia mente e ancora una volta decido di voler sfidare le fiamme rodenti degli inferi. Una volta soddisfatta della durata del bagno, vado alla ricerca di rose selvatiche. Ho un ultimo messaggio da lasciare al principe delle tenebre, prima di sparire completamente.

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