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Sentiva mani e piedi intorpiditi e quando provò a muoverli un dolore lancinante si distribuì in tutto il suo corpo. Nonostante avesse tentato di lottare, erano stati più forti di lei ed erano riusciti non solo a catturarla ma addirittura a legarla.
Si guardò intorno e solo dopo aver sbattuto le palpebre un paio di volte riuscì a mettere a fuoco. L'avevano legata al soffitto di una piccola stanza umida e buia. Le finestre erano state coperte e la porta era sicuramente chiusa. Provò a liberarsi ma ad ogni movimento sentiva un dolore pazzesco.
Sapeva che prima o poi sarebbe stata scoperta e sapeva che l'avrebbero uccisa, ma che senso aveva tenerla rinchiusa o torturata? Inoltre non capiva perché Isabelle aveva fatto una cosa così meschina.
L'allarme non aveva smesso di suonare neanche un minuto e nel breve momento in cui aveva ripreso conoscenza, aveva sentito che qualcuno era evaso dalle prigioni e che Morgan aveva chiamato i cacciatori per andare a fare un sopralluogo. Poco prima di essere legata aveva scoperto che non era stato solo il dolore a farle perdere i sensi. Quando quel ragazzo le aveva lanciato quelle frecce, c'era qualcosa in esse che l'aveva stordita, qualcosa di abbastanza forte.
Era stato tutto studiato nei dettagli, pensò Cassie, suo nonno aveva fatto bene i conti e non si sarebbe sorpresa se fosse stato proprio lui a far scattare l'allarme in modo che si creasse del trambusto.
Qualcuno entrò nella stanza e le si avvicinò. Aveva un cappuccio sulla testa ma dai capelli che spuntavano sotto capì che era una donna – Il tuo Signore ti ha mandato qua a torturarmi?
– Possibile che non riesci ad essere gentile neanche in queste situazioni?
Cassie spalancò gli occhi – Che cosa ci fai qua? Non dovresti essere chissà dove...?
– Voglio solo rimediare a quello che ho fatto!
– Isabelle, è meglio che porti il tuo culo fuori da qua altrimenti, se mai dovessi uscirne viva, ti troverò e ti ucciderò!
– Non l'ho fatto di proposito Cassandra! Sono stata costretta...
Nonostante tutto l'aveva sempre considerata una ragazza in gamba e non avrebbe mai immaginato che si sarebbe abbassata a livelli simili. Isabelle non era cattiva e questo le fece pensare che forse era stata davvero costretta ad agire in quel modo, che magari George l'aveva minacciata o chissà che cosa.
– Spiegati allora! Pensavo che fossimo diventati una squadra noi quattro, pensavo che ci dovessimo proteggere a vicenda e invece io sono qua, legata al soffitto, senza un motivo logico!
– Sei un ibrido!
– E con questo? – le urlò Cassie a sua volta – Non sono l'unica...
La ragazza fece un sorriso sghembo – Lo so... – e dal tono in cui lo disse, Cassie intuì che si stavano riferendo alla stessa persona.
– Non hai ancora risposto alla mia domanda. George ti ha minacciata? E' per questo che lo hai fatto?
– No!
– E allora spiegami Isabelle, spiegami il motivo per cui mi hai tradita...
La ragazza puntò i suoi grandi occhi su quelli della ragazza – Perché è il mio lavoro.
In un primo momento rimase colpita dalle parole della ragazza. Come poteva considerare il tradimento più forte dell'amicizia? Ma tutti i cacciatori erano così. Loro non credevano nell'amicizia vera e propria, non faceva parte della loro natura. I loro unici compiti erano cacciare e uccidere se necessario – Se questo è il tuo lavoro perché sei venuta qua?
– Te l'ho detto – disse Isabelle sorridendo – Sono qua per rimediare al mio errore.
– Non giocare con me Isabelle! So che non mi libererai.
– Infatti non lo farò, non posso farlo – Le voltò le spalle e si diresse verso la porta – Ma posso dire a qualcuno dove ti trovi. Loro possono liberarti – Chiuse la porta e andò via.

Stavano vagando per i corridoio del palazzo da un paio d'ore e avevano perlustrato quasi tutti gli appartamenti dei cacciatori e tutti i locali comuni ma di Cassie non c'era neanche l'ombra.
Non era la prima volta che spariva e non era la prima volta che la sua vita era messa a rischio ma questa volta era diverso. Le altre volte Nate sapeva che lei sarebbe ritornata a casa o che l'avrebbe trovata, questa volta no.

Non capiva perché Isabelle avesse fatto una cosa simile ma allo stesso tempo non la biasimava. Quello era il suo lavoro, le era stato dato un compito e lei lo doveva portare a termine che le piacesse o no. Era in situazioni come quelle che era grato a Robert per il fatto che lo aveva portato via da quel posto.
– Nathan... – Qualcuno lo chiamò a voce bassa, troppo bassa. Diede un'occhiata alle sue spalle e la vide. Prima di avvicinarsi controllò che gli altri fossero abbastanza lontani da non notare la sua presenza. Se avessero saputo che cosa aveva fatto probabilmente l'avrebbero uccisa, soprattutto Morgan.
– Ti consiglio di levarti di mezzo se non vuoi che ti facciano fare una brutta fine!
Isabelle lo guardò con occhi tristi – E' quello che mi merito, non credi? Mi sembra strano che non sei stato proprio tu a uccidermi...
– Non avrei motivo di farlo.
Lei sorrise – Ho fatto rinchiudere la ragazza che ami, non è un buon pretesto per uccidermi? – Nate rimase in silenzio. Era stanco di dover dire che non era così, che Cassie era solo una missione da compiere. Non era così, lo sapevano tutti. La verità era che lui era davvero innamorato di lei solo che non riusciva ad ammetterlo e soprattutto non riusciva a dirlo a lei, non poteva farlo.
– Dimmi dov'è – chiese con tono disperato.
Isabelle si guardò intorno e fece un passo verso di lui – Nei sotterranei, la prima stanza destra prima delle celle. Non sta molto bene. L'hanno dovuta sedare per legarla.
Nathan annuì – Grazie mille, davvero!
Lei alzò le spalle – Abbi cura di te Nate – E sparì nell'ombra dei corridoi.
Stava scappando, era chiaro. Sapeva che aveva fatto una cosa terribile e che prima o poi l'avrebbe pagata.
Si guardò di nuovo intorno. Morgan e Ethan non erano più nei paraggi. Forse avrebbe dovuto raggiungerli e dire loro dove si trovava Cassie. Insieme sarebbero riusciti a liberarla e a portarla via non solo dal luogo in cui la tenevano prigioniera ma soprattutto da quel maledetto palazzo, lontana da quello psicopatico di suo nonno. Avrebbe dovuto, ma non lo fece.
Scese le scale pian piano e si mischiò ai cacciatori che stavano perlustrando il palazzo in cerca degli evasi. Nessuno lo conosceva e di conseguenza nessuno avrebbe avuto sospetti.
Si sentiva in colpa per non aver avvertito Morgan e Ethan ma, per quanto potessero riuscire a portare in salvo Cassie, si trattava di una vera e propria missione suicida considerando che probabilmente la stanza in cui era stata rinchiusa era posta sotto strettissima sorveglianza. Per quanto potesse essere forte, da solo non ce l'avrebbe mai fatta. Eppure eccolo lì, che si addentrava il quel corridoio buio per andare a salvare l'unica persona che fino a ora era riuscita e entrargli nel cuore. Sorrise pensando che si sarebbe arrabbiata da morire quando lui l'avrebbe portata via da li. Perché Cassie era fatta così. Per quanto volesse fare la parte della dura, della menefreghista e dell'indifferente, la sua bontà e la sua apprensione nei confronti delle persone uscivano sempre fuori, anche quando aveva davanti le persone che le volevano fare del male. Nate lo aveva capito quando si era dispiaciuta per il fatto di aver mentito a Cameron, quando aveva perdonato Morgan per quello che le aveva fatto, quando stava cercando di far ragionare quel cacciatore che si era trasformato anche se lui voleva ucciderla. Ma, soprattutto, lo aveva capito quando, nonostante il modo brusco con cui lui stesso si era comportato nei confronti della ragazza, lei lo aveva perdonato. Non glielo aveva mai detto a voce alta, ma il semplice fatto di volerlo al suo fianco, gli fece capire che in realtà lei non era più arrabbiata e che forse, in fondo al suo cuore, era felice di vederlo anche solo la metà di quanto lo era stato lui nel vedere lei.
Non sapeva ancora se quella sera, prima che tutto cambiasse, lei lo avesse baciato per istinto o perché provava qualcosa. Glielo avrebbe voluto chiedere fin dal principio ma non aveva mai trovato il coraggio di farlo. Era strano per lui trovarsi in quella situazione. Aveva sempre considerato l'amore una debolezza eppure adesso stava cominciando a diventare la sua forza, Cassie era la sua forza, indipendentemente da chi o cosa era.
Arrivò di fronte alla porta che gli aveva descritto Isabelle e notò con grande stupore che nessuno la stava sorvegliando. C'era qualcosa sotto. Si sporse ancora un po' e guardò meglio ma anche questa volta non vide nessuno. Erano sicuramente nascosti da qualche parte in attesa di un passo falso. George sapeva che Morgan sarebbe andata a salvarla e non voleva farsi cogliere di sorpresa. Ma, per quanto potesse essere meschino e calcolatore, c'era una cosa che gli era sfuggita. Lui non sapeva chi fosse il nuovo cacciatore e solo Isabelle avrebbe potuto dirglielo ma non lo aveva fatto, era troppo affezionata a lui per potergli fare un torto del genere.
C'era stato un tempo in cui lui aveva sinceramente provato dell'interesse per quella ragazza, ma era durato troppo poco e presto si era reso conto che neanche lei era la persona giusta. Isabelle non era dello stesso parere. Si era innamorata di lui e probabilmente ancora adesso le faceva qualche effetto vederlo come le faceva un certo effetto vedere come lui guardava Cassie. Ma non aveva agito per gelosia, lei non era così, aveva semplicemente eseguito un ordine e solo dopo aver capito la gravità della cosa aveva deciso che scappare era la scelta giusta da fare. Era strano che una cacciatrice impavida come lei facesse un gesto simile, ma probabilmente anche Nate avrebbe agitò in quel modo.

Sentì un lieve brusio alle sue spalle e si voltò impugnando l'elsa della spada ma non c'era nessuno. Stava per voltarsi ma ci fu un altro rumore strano. Qualcuno lo aveva intercettato e stava cercando il momento adatto per attaccare. Sorrise tra sé e fece un passo avanti sfoderando la spada.
– Invece di continuare a giocare con me che ne dici di venire fuori? – Non ci fu nessuna risposta ma Nate sapeva che c'era qualcuno dietro il pilastro – Ti prometto che non ti ucciderò... almeno non subito! – ma tutta la sicurezza e la spavalderia che aveva appena mostrato pronunciando quella frase svanì nel momento in cui udì una risata.
– Davvero pensavi che ti avremmo fatto andare da solo?
Nathan spalancò gli occhi – Che cosa ci fate qua? Come avete fatto a trovarmi?
– Non sei tanto silenzioso fratello – Ethan gli sorrise e, insieme a Morgan, si avvicinò a lui e gli tolse la spada dalle mani – La prossima volta che ti viene in mente di partire per una missione suicida evita la spavalderia, non porta a nulla di buono.
Non sapeva se essere felice per il fatto che non era più arrabbiato o se dargli un pugno per il fatto che lo aveva appena preso per il culo.
– E' in quella stanza? – Morgan ruppe il silenzio. Nathan annuì e lui strinse i pugni – Dobbiamo escogitare un piano per liberarla.
– Per prima cosa dovremmo chiederci dove sono nascosti gli scagnozzi di quel bastardo di tuo nonno – disse Ethan senza troppi giri di parole – Dopodiché potremmo pensare a tirarla fuori da la.
– Non possiamo sapere dove si nascondono se non li attacchiamo – dice Morgan serio.
– Ma sei impazzito? Potrebbero essere centinaia! Saremo morti in meno di trenta secondi!
Ma a Morgan non importava, gli si leggeva in faccia che in quel momento stava mettendo la vita di sua sorella al primo posto. Prese la spada e andò avanti – Io vado, voi fate quello che volete. C'è mia sorella la dentro e non posso permettere che le venga fatto del male – E sparì nel buio delle celle.
Ethan e Nathan si guardarono negli occhi – Dunque adesso mi consideri tuo fratello? Non avevi detto che era meglio se non fossi mai esistito?
Ethan sorrise ma era evidente quanto fosse mortificato – Penseremo più tardi a questa cosa. Adesso dobbiamo salvare una donzella in difficoltà! – disse in tono sarcastico prima di sparire anche lui nelle celle.
Nate si concesse un paio di secondi per riflettere. Sapeva anche lui che si trattava di una cosa pericolosa ma era fiducioso nelle sue forze e in quelle dei suoi nuovi compagni d'avventura. Così, dopo aver preso un bel respiro, corse dietro i due ragazzi e li raggiunse.


***

Ecco a voi, come promesso, il nuovo capitolo. Ho fatto un reso conto di quello che dovrò scrivere e vi annuncio che mancano circa quattro capitoli alla fine...


La cacciatrice ibridaWhere stories live. Discover now