6. Testa: Amore = Croce: Abitudine

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Il sole si nascondeva tra i palazzi di Pasadena, lasciando il suo posto alla luna, che faceva capolino tra le nuvole. Mi stavo asciugando i capelli, sprecando un po' troppa corrente. Erano corti e bastavano pochi minuti, ma mi ero incantata a guardare il tramonto dalla mia stanza da letto.

Leonard aveva smesso di chiamarmi e doveva essere ormai tornato a casa. Dopotutto era sera. Era chiaro che né io né Sheldon volessimo affrontare l'argomento bacio. Howard doveva risolvere i suoi problemi con Bernadette e mi sentivo in colpa per il bacio tanto da non voler parlare neanche con Amy.

Avevo bisogno di qualcuno.

Spensi il phon, presi il telefono e scorsi la rubrica fino alla R. Cliccai al nome Raj e avviai la telefonata.

«Pronto?» rispose al terzo squillo, proprio quando volevo staccare, pentendomi di aver pensato a lui.

«Raj, ciao, sono Penny.» Mi passai una mano tra i capelli resi gonfi dall'aria calda del phon.

«Sì, ti ho riconosciuta. Tutto okay?»

Sentii Cannella abbaiare, ingelosita forse dalla disattenzione del suo padrone.

«Sì, magnificamente,» risposi, strofinando le mani sudate sugli jeans.

«Leonard sta bene?»

«Non lo vedo da un po', in realtà,» risposi, sollevando il braccio e toccando le punte dei capelli. Ero più nervosa di quello che dovevo essere.

«Non è tornato ancora a casa?»

«Non lo so,» borbottai, iniziando a camminare per la stanza e inciampando quasi nel tappeto accanto al letto. «Non... non sono andata da lui.»

Lo immaginai aggrottare le sopracciglia come quando Howard faceva una battuta stupida. Ebbe però il buon senso di non aggiungere altro.

«Volevo chiederti un parere su una storia che sta mettendo in difficoltà una mia collega, cioè una mia amica. Una mia amica che ho conosciuto al lavoro. So che sei molto sensibile... in senso positivo dico e,» mi interruppi, sedendomi sul bordo del letto.

«Se ho capito bene vuoi un mio consiglio su un problema di una tua amica?» chiese incerto. Era un ragazzo intelligente. Mi augurai che non scoprisse che in realtà fosse solo una scusa.

«Sì, sempre se non ti disturbo, ovviamente.»

«No, dimmi pure. Tra poco deve venire Emily qui per cena e per guardare un film, quindi se me lo potessi evitare, mi faresti un favore.»

«Cosa? Di vedere Emily?»

«No, di vedere un film horror con lei.»

Sorrisi appena, distratta dalla scena, ma trovare le parole adatte si rivelò più difficile del previsto.

«Raj, ascolta. La mia amica... Maggie è fidanzata con un ragazzo buono e dolce, ma soprattutto innamoratissimo di lei.»

«Non mi sembra un grande problema,» commentò, interrompendomi e facendomi sentire peggio. Leonard era davvero un tesoro.

«No, no, affatto. La situazione è peggiorata, cioè le sono venuti dei dubbi, quando lei ha baciato il collega del fidanzato... a una festa,» aggiunsi, scuotendo la testa. I dettagli dovevano essere quanto più diversi dalla realtà. Raj non disse nulla.

Il battito del mio cuore accelerò, temendo che mi avesse scoperta.

«Era ubriaca?» chiese dopo poco. Io respirai a fondo, sciogliendo il nodo che mi ostruiva la gola.

«No,» risposi, agitando il capo.

«Il collega lo era? Cioè quello che ha baciato?» continuò con interesse. Immaginai Sheldon ubriaco come quando fece il suo discorso. Lo avevo fatto ubriacare io stessa quella sera, quando indossava quel completo nero che evidenziava i suoi meravigliosi occhi.

L'impossibile diventa possibileDove le storie prendono vita. Scoprilo ora