Capitolo 3

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Appena entriamo in casa ci laviamo le mani ed andiamo a tavola, ovviamente io devo sedermi vicino a lei...

<<Mi fa piacere che sei tornato figliolo>> dice il papà di Sara,mi limito a sorridere uno dei sorrisi più finti che si siamo mai visti

<<Spero che tu sia qui per aiutarla a studiare, ultimamente non prende bei voti>> dice la mamma

<<Mamma!>> urla lei

<<Stia tranquilla signora non faremo nulla di male>> dico prendendo l'ultima forchettata di pasta, Sara mi tira un calcio sotto il tavolo.

A fine pranzo ci ritiriamo in camera sua, quando entriamo mi siedo sul letto e lei fa lo stesso

<<Bene che ti va di fare ora?>>

<<Di certo non quello che stai pensando tu>>

<<Non ne avevo dubbi... Beh che ne dici di guardare un film, magari horror>> dice cercando un film tra gli streaming di un sito <<Trovato! Ora dobbiamo solo aspettare, quindi dobbiamo trovare qualcos'altro da fare per circa mezz'ora>> sbuffo, ma lo fai apposta o cosa?

<<Senti togliti pure dalla mente che io farò qualcosa con te oggi o altri giorni, quindi lasciamo stare>>

<<Ti piace qualcun'altro?>> chiede guardandomi dritto negli occhi

<<Come prego?>>

<<Hai capito bene, ora rispondimi>>

<<Io... no perché?>>

<<Pensi che non ho visto come stai sempre appiccicato a Choi. Da quando è arrivato lui hai cambiato le tue abitudini e poi fai quella squallida battuta al mattino sulla colazione>> ma che sta dicendo questa pazza

<<Non è vero!>> dico irritato

<<Sì invece. Sei così preso dall'amore che non te ne accorgi>>ride << Guardati sei diventato gay, sei patetico!>> ride ancora più forte

<<Senti stupida ragazzina viziata>> incomincio prendendola per il collo della maglia << Come vivo la mia vita saranno affari miei, non ti azzardare mai più a dire queste cose>> faccio per andarmene, ma poi mi fermo << Sai una cosa, sì e vero forse mi piace e allora? Solo perché sono bisessuale sono diverso dalle altre persone, penso in modo diverso da loro? Non mi pare. Qui quella patetica sei tu non io. Mi fai schifo. Vuoi dirlo in giro fai pure a me non cambia niente, ma prova ancora una volta a parlare con Choi e ti strappo la lingua con le pinze, mi hai capito?>> mi guarda con espressione spaventata

<<Ho... capito...>> esco dalla camera sbattendo la porta molto forte, scendo le scale molto velocemente e mi fiondo fuori da quella maledetta casa; però poi mi ricordo che non posso tornare a casa a piedi quindi suono e chiedo alla cameriera se può chiedere all'autista della stronzetta se può portarmi a casa e poco dopo che si allontana torna con lui a seguito

<<Noto che è durato poco l'incontro>>

<<Faccia pochi commenti la prego>>

<<Mi dia pure del tu>>

<<Ok, comunque non era un incontro gradito, sono venuto solo perché mi ha costretto. Io non la sopporto sta ragazzina viziata e spero che oggi l'abbia capito una volta per tutte>>

<<Lo spero pure io>> ribadisce, il resto del viaggio lo passiamo in silenzio.

<<Sono a casa!>> urlo mentre entro

Amami mio infinitoDonde viven las historias. Descúbrelo ahora