Ventotto.

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Simone guardava preoccupato Federica che se ne stava in silenzio a guardare fuori dal finestrino.

Spostó una mano dal manubrio alla sua gamba che accarezzó.

Federica la strinse forte incrociando le loro dita.

"Simó."lo chiamó continuando a guardare fuori dal finestrino.

"Dimmi amore."rispose lui.

"Voglio sapere se queste cose sono vere,Simó.
Io per te non sono il meglio,per questo sei andato con lei?"inizió a chiedere.

"Federí ne abbiamo parlato un centinaio di volte,ho fatto una grandissima stronzata quella notte ad andare con lei,ma non perché tu non sia il meglio,semplicemente perché sono uno stupido."chiarí.

"Non è stata solo una notte,il ripostiglio di Vinovo prima che facevo la difficile,le cose dolci all'orecchio,che só ste cose Simó?"

"Una volta sola ci sono stato con lei Federì,nel ripostiglio di Vinovo,beh si capitó qualcosa peró non stavamo insieme."spiegó.

"Tu devi capire che io sono gelosa anche di quello che facevi prima di stare con me,caro."gli disse gesticolando.

Simone sorrise.

Non cambierá mai,pensó dolcemente.

"Non mi devo illudere che tu stia cambiando e che mi stia rinconquistando,dice lei."disse facendo una smorfia.

"Ma lo sà che sono venuto in brasile solo per riprenderti?
Lo sá che ti ho raccontato di quando ci siamo conosciuti?
Lo sá che abbiamo fatto l'amore all'alba,sulla spiaggia e davanti al sole che nasceva ti ho giurato eterno amore?
No,non lo sa Federì e non lo saprá mai,perché lei per me é stata solo una notte,tu sei tutta la mia vita."disse serio.

Federica si appoggió alla sua spalla,osservandolo mentre stava guidando.

"Davvero sono tutta la tua vita?"chiese con una voce dolce.

"Si,Morena."rispose.

"Ti amo."disse Federica lasciandogli un bacio sulla spalla.

"Ma se fai un'altra stronzata,te lo giuro su mia nonna,in pace all'anima sua che ti taglio le palle."disse gesticolando,tornando dritta sul suo sediolino,portando le ginocchia al petto.

"Ma poi,'manco un uomo ti sai tenere'.Sei la piú bella del canile,soré."commentó acida.

"Mo,c'ho scrivo proprio."disse digitando velocemente sul cellulare.

"Ma 'sta troia."gesticoló posandolo.

Simone rideva a crepapelle e le lasció un bacio a stampo.

Finalmente si calmò e si addormentó.

Dopo un paio di ore arrivarono,finalmente per Simone a Napoli.

"Oddio quanto é bella la mia cittá!"pensó.

I bambini che giocavano per strada,le signore anziane sedute fuori i grandi ed antichi portoni,i ragazzi a fare i pic nic sugli scogli di Mergellina.

Il mare era calmo e dorato,il vesuvio illuminato dal solito sole,i pescatori lavoravano sodo come al solito.

La confusione delle urla dei bambini,delle risate,gli odori.

LA SUA CITTÁ.

"Benvenuto amooo."disse Federica sorridente a Simone.

Simone la vide diversa.

Era solare,felice,tranquilla e meno acida.

La sua cittá era una parte del suo essere,la rispecchiava in tutto e per tutto.

Mi reina🌟\Zaza S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora