41 IERI: Facce da stoccafisso e pesce lesso

694 53 70
                                    

Abituarsi alle novità è una cosa difficile per me, soprattutto se riguardano mio padre e Tess.
La cosa che mi da fastidio non sono tanto i baci o gli abbracci, non ne gioisco e non ne faccio mistero, ma il fatto che quando siamo tutti nella stessa stanza quei due si irrigidiscano. Sembrano stoccafissi. Statue di gesso. Sorridono, si comportano bene e fanno di tutto per cercare di non innervosirmi, neanche fossi una pazza criminale. Certo mi sono comportata male con loro, ma abbiamo chiarito. Credo. Io proverò ad accettare la loro storia con serenità e loro dovranno evitare di dirmi altre bugie. C'è sempre molta tensione tra tutti, nessuno è naturale. In poche parole uno schifo.

La vita continua solo che sembra più scolorita.

La mensa scolastica pare più confusa del solito. Gli ottimi piatti che sforna la cucina mi paiono insapore e le chiacchiere dei miei amici prive di colore. Non è che io stia sempre a pensare a mio padre, ma il pensiero finisce inevitabilmente lì. Il più delle volte mi ritrovo a fissare il vuoto, non che io abbia pensieri particolari, mi incanto e basta.

«Hai portato il libro di storia?», mi chiede Adrian passandomi la mano davanti agli occhi.
Sobbalzo, credo di essere da parecchi minuti fissa nella stessa posizione.
«Oggi pomeriggio ripasseremo storia visto che ci sono i test», mi dice mentre controlla sul programma fatto da Rebecca cancellando una voce con la penna.
«Andiamo alla biblioteca della scuola oppure a casa di James?», chiede Lucas.
«Preferisco la biblioteca. La Signora McArthur mi prende sempre in giro, credo mi odi», dice Rebecca.
«Mia nonna non ti odia, fa con tutti così. È il suo modo di fare. Chiedi ad Elena, la massacra ogni volta che la vede», dice sghignazzando James.
«Cosa?», rispondo in automatico nel sentire il mio nome. Non ho ascoltato quello che hanno detto.
«Ma che ti prende? Hai la faccia da pesce lesso. Sei su questo pianeta oppure no?», mi chiede Stephanie.
«Ho una valanga di pensieri che mi frullano in testa. Scusate», dico mesta.
«Elena non è l'unica ad essere in un universo parallelo, guardate Jo», dice Lucas.

Mi giro a guardare il mio amico. Sembra un mio clone, con i gomiti appoggiati sul tavolo e le mani che reggono il mento fissa un cestino della spazzatura a pochi metri di distanza. Dire che ha lo sguardo vuoto è poco.

«Che gli prende?», chiedo a bassa voce ad Adrian.
Alzando le spalle mi guarda confuso. Non ne ha la minima idea.
«Jo. Jo. Jo. Jonathan Kurtz!». James urla il nome dell'amico con forza.
«Che c'è? Che succede?», chiede confuso.
«Che ti prende? Hai sentito cosa abbiamo detto del ripasso di oggi pomeriggio? Facciamo storia, hai il libro e gli appunti?», gli chiede James.
«Sì... Hmm... ecco. Certo». Jonathan cerca nel suo zaino, ma si vede che pensa ad altro.
«Cosa ti turba? Il mio programma per i prossimi mesi è al completo, ma credo di poter trovare spazio per contrattempi imprevisti». Rebecca picchietta le unghie a ritmo sul tavolo della mensa.
«Niente di nuovo. La solita storia della lettera di presentazione. Ho inviato l'iscrizione per tempo, ma non ho ancora quella dannatissima lettera per il colloquio. Non mi posso presentare a mani vuote», dice Jo cupo, ha gli occhi umidi sembra molto nervoso.

Mi sento una pessima amica. Da quando ho saputo del suo problema non ho fatto nulla per aiutarlo. Come sempre mi sono immersa nei miei drammi senza rendermi conto di quello che succede intorno a me. I capelli neri di Jo ricoprono parte del suo viso, si mordicchia il labbro nervoso come fa ogni qual volta ha un problema.
L'estate scorsa mi è stato vicino, mi ha aiutata in tutti i modi, non posso abbandonarlo in questo momento, Jonathan non si merita nulla del genere da parte mia. Lui merita Yale più di tutti gli altri, ha passato ogni giorno della sua vita a studiare per poter accedere al college dei suoi sogni.
Devo aiutarlo per quanto mi è possibile.

Back For Love 2 {High School}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora