Capitolo VIII

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Mentre tornai a casa insieme a Raphael, mi venne in mente un dubbio.
"Senti Raphael, posso farti una domanda?"
"Certo, sono qui apposta per aiutarti a capire."
"Oh! Ehm... come conosci l'altro mondo?"
"Sono un appassionato, ci sono dei libri che ne parlano in modo dettagliato."
"Chi ti dice che siano storie vere?"
"La fede."
"Pensi che forse potrebbe averli scritti qualcuno di quel mondo."
"Può darsi."

Quando arrivammo a casa non pensavo di trovare ancora Christian e Kevin, infatti quando lo videro i loro sguardi da tranquilli passarono a pieni di odio: -Ma cosa ha fatto di male Raphael per guadagnarsi tanto odio da parte di quei due?- poi guardai mio padre e mia madre ed erano tranquilli, quasi rassicurati nel vedere che ero insieme a Raphael. Era impressionante la differenza, mi confondevano.
Christian: "Dov'eri finita? Ti abbiamo cercata dappertutto al parco."
Io: "Non lo so... non avevo il controllo delle mie azioni, ero presa dai sentimenti..."
Kevin: "Sei anche andata in giro in pigiama, interessante." disse ambiguamente mettendosi una mano sotto il mento, con una punta di desiderio nel suo sguardo.
Christian: "Ehi non ci provare!" si ingelosì strappandomi una risatina.
Papà: "Guarda guarda chi si vede! Salve Raphael come stai?"
Raphael: "Bene è un piacere rivederti!" disse sorridente.
Io: "Vi conoscete?" chiesi basita.
Papà: "Certo tesoro eravamo compagni d'armi."
Io: "Ah!" dissi scioccata. Passò qualche secondo prima che capii e feci un'altra domanda: "Perché le armi?"
Papà: "La guerra eterna tra angeli e demoni, prima che io fossi privato delle ali."
Io: "Oh!" sembravo un'imbecille per le mie reazioni: "Ma quindi..." La mia mente si illuminò.
Raphael: "Esatto Elettra, faccio parte anche io di questo mondo, speravo non lo scoprissi così in fretta, ma l'incontro con Giacomo era inaspettato. Che ci fai qui?" intanto che parlavano, entrammo in casa tutti quanti e vidi che Christian aveva un'aria strana. Era arrabbiato? 
Papà: "È casa mia, tu invece?"
Raphael: "Ah! Quindi posso dedurre che quella bella donna là in fondo alla sala sia tua moglie."
Mamma: "Hai fatto centro giovanotto."
Marta: "Mamma! Mi aiuteresti..." mia sorella si bloccò appena vide i tre ragazzi girati verso di lei, Raphael la guardava incuriosito.
Christian: "Ciao Marta come stai?" chiese sorridente, mentre Kevin sembrava non curarsi della sua presenza.
Marta: "B-bene!" rispose, ma stava guardando impaurita Kevin.
Kevin : "Beh! Perché mi guardi così?" domandò nervoso.
Marta: "Stammi lontano chiaro?" disse spaventata a Kevin
Kevin: "Ancora con questa storia? Sono cambiato, non sono più quello di prima!" disse sbuffando e mettendosi le mani dietro la testa incurante.
Io: "Sempre molto gentile tu eh!"
Kevin: "Che vuoi? È la mia natura." disse vantandosi.
Io: "Sempre molto modesto anche, giusto?"
Kevin: "Ovvio. E' la mia prima qualità." gli scoccai uno sguardo severo.
Marta: "Non mi interessa! Tu stammi alla larga ok? Così andiamo d'accordo." ripeté.
Kevin: "Si si!" disse girando lo sguardo verso il cielo annoiato. La scena era comica, faticavo a tenere le risate.
Marta: "E lui chi è?" chiese curiosa indicando Raphael.
Raphael: "Ciao mi chiamo Raphael! Tu come ti chiami?" domandò sorridente.
Marta: "Tu mi stai più simpatico del cornuto lì dietro." disse indicando Kevin, mi scappò una risatina che mi fece guadagnare uno sguardo ostile da parte sua: "Io sono Marta la sorella di Elettra."
Raphael girò lo sguardo verso di me sorpreso.
Raphael: "Non vi somigliate affatto."
Io: "Lei ha preso tutto dalla mamma e io da papà." spiegai.
Raphael: "Quindi tu e la piccoletta siete figlie di quel furfante?" chiese curioso Raphael indicando mio padre.
Io: "Perspicace!" lo presi in giro sfruttando la sua stessa battuta.
Raphael: "Caspita che sorpresa."
Io: "Anche io ho i miei segreti." dissi superba.
Marta: "Ehi io non sono piccoletta chiaro?" lo ammonì.
Raphael: "Chiedo scusa milady." disse inchinandosi come un galantuomo guadagnandosi uno sguardo schifato da Christian e Kevin.
Marta: "Grazie." disse felice del trattamento riservatole: "Mamma verresti a darmi una mano?"
Mamma: "Certo tesoro andiamo."
Marta si allontanò trotterellando portandosi via la mamma e io rimasi da sola in mezzo a quattro uomini, per così dire dato che avevano tutti l'aspetto di ragazzi di vent'anni circa o anche meno, tanto da sembrare miei coetanei, nonostante i secoli di differenza che ci dividevano.
Papà: "Accomodati." lo invitò mio padre.
Raphael: "Ti ringrazio."
Papà: "Allora che mi racconti?" chiese sorridente.
Raphael: "Niente di che solo che ora ho un incarico, tu?"
Papà: "Anche io non ho niente da raccontare tranne forse il fatto che ora ho una famiglia da mantenere. Ti offro qualcosa?"
Raphael: "No grazie!"
Papà: "Cucciola, questo tizio qui di fronte a me è un burlone quindi ti consiglio di stare attenta a lui!"
Io: "Ehm... ok! Ne ho già avuto un esempio poco fa." affermai.
Raphael: "Ehi per te è un problema se Elettra si allena con me?"
Papà: "Perché dovrebbe? Anzi tu forse puoi starle più dietro rispetto a quanto possa fare io e forse la puoi aiutare di più rispetto alle mie possibilità."
Raphael: "Ottimo tutte le mattine alle 11 è un problema?"
Papà: "Affatto!"
Christian che fino a quel momento era stato in silenzio ad ascoltare, si alzò in piedi e fece la sua obiezione.
Christian: "Io non sono d'accordo!"
Kevin: "È la prima volta per me appoggiare l'angioletto, ma nemmeno io sono d'accordo che lei si alleni con questo qua!"
Io: "Qual è il vostro problema?"
Christian e Kevin: "Non mi fido di lui!" dissero in coro. Si guardarono sorpresi.
Io: "Bel coretto, dovreste provare a creare un bel duetto di giovani cantanti. Degli Idol che piacciono tanto alle ragazze adolescenti."
Christian e Kevin: "Ehi!" si scambiarono lo stesso sguardo sbalordito.
Io: "Appunto."
Kevin: "Ragazze adolescenti eh? Tipo te stella? Dopotutto hai solo 18 anni e quella è l'età in termini umani." Disse ammiccante.
Io arrossii imbarazzata, ma ciò non mi fece cedere e dissi la mia: "Comunque io faccio di testa mia e ho già accettato! Sono abbastanza grande per decidere della mia vita."
Christian: "Prima dovevi parlarne con me!"
Io: "Cosa? E per quale ragione scusa? Non ti sei mai fatto vedere in questi giorni, a parte ieri che non so nemmeno se eri tu o no, ma perché dovrei rendere conto a te che, da quando è arrivato Raphael, ti comporti in modo strano e non ti fai vedere?"
Christian: "Ieri è venuto qualcuno con le mie sembianze?"
Io: "Non mi hai sentita prima?"
Christian: "Non avevi detto che aveva le mie sembianze. Che ti ha fatto?" chiese preoccupato.
Io: "Niente, e poi che ti importa? Mi hai lasciata qui da sola per giorni."
Christian: "Sono sempre il tuo ragazzo ti ricordo." disse ostile.
Io: "Infatti, lo sei forse, non sei Giacomo ti ricordo, ovvero il signore qui dietro, ossia mio padre. E non ti stai più comportando come mio fidanzato! Quindi non so nemmeno se lo sei più. Perciò per quale ragione dovrei chiedere a te cosa fare della mia vita? Perché dovrei stare qui ad ascoltarti? Forse è meglio se io e te la finiamo qui. Detto ciò io me ne vado, non voglio più né sentirti né vederti!" detto ciò me ne andai in camera mia, in lacrime, per non sentire più ragioni.
Raphael: "Caspita sono arrivato in un brutto momento."
Papà: "Non preoccuparti, le cose si sistemeranno, sono abbastanza grandi per risolverla tra loro e poi devono iniziare a camminare con le loro gambe non sono più bambine le mie figlie."
Raphael: "Concordo pienamente."

Angeli Custodi-Tutto sta cambiandoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora