Giulia.

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Lo skate park era desolato, di sera non c'era mai nessuno li. Le sigarette nel mio pacchetto si stavano consumando una dopo l'altra tra le mie labbra, mischiandosi al sapore della bottiglia di Guess stretta nell'altra mano. I miei capelli erano scomposti e dentro il corpo sentivo ribollire la rabbia. Non la tristezza, non la delusione ma pura, raffinata rabbia.
《È una fottuta stupida!》urlai scaraventando la bottiglia di vetro vuota a terra che si frantumò in mille piccoli pezzetti. Poi mi portai le mani alla fronte e chiusi gli occhi.
I pensieri si affollavano nella mia testa, si contorcevano ed urlavano, in ogni maniera ferivano, ferivano tanto.
《Giulia! Oh cazzo...》una voce conosciuta mi raggiunse, mi voltai e vidi Greta correre affannosamente nella mia direzione.《Stai bene?》domandò stringendomi per le braccia, ma in realtà non avevo idea di cosa rispondere.
《Ti sta cercando in un modo disperato, che fine ha fatto il tuo cellulare?》
《Distrutto ed affondato nella fontana del centro》,risposi freddamente.
《Ma sei ubriaca? Puzzi d'alcol...》
Mi divincolai con forza dalle sue mani. 《Non sono ubriaca cazzo, lasciatemi in pace!》era vero, l'alcol non aveva avuto nessun effetto. Iniziai a camminare cercando di distanziare la mia amica ma lei di ribellò.
《Senti, non ti lascio andare in giro da sola in queste condizioni, che tu lo voglia o meno. Oggi mi odi e domani potresti ringraziarmi》,pronunciò con decisione fermandomi.
《Ora siediti e parliamo...per favore》addolcì il tono.
Arresa mi portai a gambe incrociate sulla piattaforma di cemento, ed appena la sua mano sfiorò la mia guancia mi lasciai andare ad un lungo ed ininterrotto pianto.
《Faccio solo casini, cazzo. Io le ho dato l'anima, l'anima purché mollasse quelle persone, quei giri, e solo adesso ho capito perché io abbia faticato tanto. L'ho vista da sola, con William, il suo ex... il tipo finito in una casa di cura per tossicodipendenti. Improvvisamente mi è stato chiaro il perché tutta quella fretta, quell'esagerare e prendere ogni cazzo di appiglio per litigare. Non ci sono io nella sua testa, capisci? Sono solo un cazzo di ripiego, da sempre!》
Greta mi strinse le braccia al collo affettuosamente.
《Ehi, sh, non dire stronzate... lo sappiamo tutti che Bea va fuori di testa solamente per te. Ci sarà una spiegazione plausibile.》《Te l'ho appena data la spiegazione plausibile.》
Mi asciugai le guance con il dorso della mano gonfiando il petto, non dovevo essere così fragile.
《Probabilmente sono io a non meritarla, a non aver fatto abbastanza.》
《Sei solo poco lucida, Giù. Dai vieni andiamo alla macchina, passa la notte da me, magari ti fa bene!》mi invitò.
Dopo pochi minuti di riflessione annuii e la seguii alla Fiat Punto color blu elettrico parcheggiata in divieto all'uscita dal parco.
Per fortuna, sul parabrezza non appariva alcuna multa.
《Ma sei impazzita?》le domandai fissando l'auto stranita.
《No, andavo solo un po' di corsa.》
Impugnò le chiavi ed io sorrisi sentendomi per una volta, un briciolo importante.
L'auto partì e lei si ammutolì cercando di lasciar voce solo alla radio che trasmetteva Beyoncé, sapeva che era una dei miei artisti preferiti ma in quel momento era come se neppure la musica riuscisse a placare il mio nervosismo.
Lo stomaco era in subbuglio e qualche conato di vomito mi fece pentire di tutto quello stress. Ma in momenti come quelli pensi irrimediabilmente che la tua salute valga meno delle circostanze.
Aprii il finestrino automatico sporgendomi al di fuori per prendere aria e scontrai lo sguardo con quello di Beatrice dall'altra parte del marciapiede.
Guardai accusante Greta.
《Che ci fa lei qui?》domandai.
《Non lo so》rispose quasi più stupita di me.
《le ho solamente scritto che stai bene, altrimenti avrebbe continuato a cercarti tutta la notte!》si giustificò scrollando le spalle.
Scesi velocemente dalla macchina ed incrociai le braccia mentre si dirigeva verso di me velocemente.
《Perché non hai risposto ai messaggi?》mi domandò mentre indietreggiavo ad ogni suo passo per mantenere le distanze.
《Credo tu abbia preso la tua decisione Bea, ora lasciami stare.》
《Non ho deciso proprio nulla...》
《Sparisci!》urlai furiosa diventando tesa come un tronco e lei si ammutolì, senza muoversi di un centimetro. Greta non fiatava, ma fissava la scena come un cane da guardia pronta ad intervenire in caso di problemi.
《No》bisbigliò Beatrice scuotendo la testa con lo sguardo basso.
《Dimmi cosa vuoi》chiesi poi.《Voglio che tu venga con me》mi rispose.
《Ok》risposi seria sperando che quella serata potesse finire alla svelta.
Abbandonai Greta e mi fermai in un posto isolato qualunque con Beatrice, un vicoletto appena illuninato. Ci fermammo sui gradini di una casa non abitata sedendoci, appoggiai pesantemente la testa dolorante al muro.
《Tutto ok?》domandò lei accarezzandomi le tempie con dolcezza, e mi lasciai fare. Ancora una volta mi sentivo arresa a lei, l'amavo così tanto...
《Si》sussurrai poco sicura massaggiandomi la fronte.
《Non mi devi spiegazioni Bea》, farneticai.《Non vuoi sapere perché ero con lui?》
《No.》
Lei sospirò mordendosi il labbro inferiore.
《Giulia... non è nulla che riguardi noi.》
《Beh, ovvio...》
《Smettila di fare l'idiota!》mi abbracciò, sentii il calore del suo corpo riscaldarmi, poi le sue labbra attingere alle mie senza lasciarmi fuga. Si staccò dopo pochi secondi senza approfondire, schiuse gli occhi per fissare la mia espressione confusamente ferita ed affondò nel mio collo in una smorfia.
《Ricordi quando ci siamo conosciute? Il mio vecchio gruppo di amici, la gente che io e William frequentavamo?》
《Ricordo che era gente per bene》risposi sarcastica ridacchiando sprezzante.
《Olaf il polacco, Debby e quello con la vespa che chiamavate Skip... quello che si è beccato i domiciliari la scorsa settimana.》Fissai in punto fisso nel vuoto,《non so neppure cosa tu ci facessi tra quella gente li》, ammisi.
《Giulia...》richiamò la mia attenzione.
《Olaf è morto tre giorni fa, di overdose.》
Sgranai gli occhi e la rabbia sparì facendo posto ad un alta emozione:un tremendo senso di colpa.
《Oh mio Dio!》

LSB- Ad occhi Chiusi.Where stories live. Discover now