capitolo

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CAPITOLO 1

POV ANNABETH

Non inizierò questo racconto dicendoti che l'amore è una cosa meravigliosa e che quando ti innamori tutto va sempre per il verso giusto.

Non comincerò a parlare di amore come se fosse una fiaba per bambini, perchè semplicemente non lo è.

La verità è che l'amore è imprevedibile, sorprendente, come un demone travestito da angelo.

L'amore è quella cosa che può farti sentire incredibilmente bene e farti dimenticare tutto ciò che c'è di sbagliato, quella cosa che molte persone cercano ma che solo in pochi riescono a trovare.

Ma d'altra parte questo sentimento ha anche un lato oscuro.

É quella cosa che riesce a farti piangere, a indurire il tuo cuore affinchè niente possa possa più intaccarlo come l'amore ha fatto, quella cosa che se usata nel verso sbagliato può ferire più di ogni tipo di arma.

Io non avevo mai creduto nell'amore, almeno finchè non incontrai il suo sguardo e fu allora, si proprio allora, che mi resi conto di una cosa, forse non serviva credere nell'amore ma solo essere capaci di riconoscerlo al momento giusto.

Mi presento, sono Annabeth, Annabeth Chase, ho diciotto anni e pensavo di avere la mia vita sotto controllo almeno fino a quando il nostro caro amico Amore, decise di farmi una visita. Ok, ricominciamo dal principio.

Io e Percy ci siamo conosciuti all'età di quattro anni, circa il secondo anno della scuola d'infanzia.

Per quanto riguarda il nostro primo incontro, i nostri genitori si conoscevano da tempo e mi decisero di farmi conoscere un nuovo compagno di giochi. Così mentre i miei genitori parlavano allegramente con i Jackson, andai in giardino vedendo un bambino con la testa incastrata in un secchiello da spiaggia e lo aiutai a liberarsi. Fine. Amici per la pelle.

Comunque 5 anni fa mio padre Frederick Chase, architetto di professione, venne trasferito con la compagnia a San Francisco in California praticamente dall'altra parte del paese e io e Percy ci siamo divisi per i successivi 5 anni, lui a Manhattan e io a San Francisco.

Ammettetelo che vi siete commossi, okay la smetto.

Ora, la questione è che mio padre ha da poco ottenuto il trasferimento di ritorno a Manhattan e io sono felicissima, non fraintendete, ma ho paura che con Percy non possa più essere lo stesso, insomma in cinque anni le cose possono cambiare, le persone possono cambiare. Avevo paura che al mio ritorno non avrei più riconosciuto il bambino a cui avevo tolto quel secchiello dalla testa e che lui non avrebbe più trovato in me ciò che un tempo ci univa.

Finita questa piccola premessa comincio col raccontarvi come tutto iniziò, il giorno del trasloco.

"Annabeth!" mi svegliai di soprassalto al grido di mio padre "Ti aspetto in macchina fra cinque minuti sbrigati o perderemo l'aereo". Mormorai qualcosa in risposta e mi diressi in bagno. Mi legai i capelli in uno chignon di fortuna da dove cadevano vari ricci biondi disordinati e mi contornai gli occhi grigio tempesta con un filo di matita nera. Non sapevo come era diventato Percy, insomma, quando avevo lasciato Manhattan 5 anni fa, non era quello che si definirebbe bel ragazzo. Era sempre stato un ragazzo magrolino, anche se abbastanza alto. I capelli neri lunghi e disordinati che l'avevano sempre caratterizzato avevano coperto per anni i suoi occhi verdi acqua e e quando ero partita Percy portava ancora l'apparecchio ai denti.
Decisi così di non presentarmi come una barbona dei bassifondi ma neanche come Beyonce. Uscii dal bagno e mi diressi verso il mio armadio, optai per un leggins nero, una camicia bianca e le mie adorate converse bianche. Scesi le scale e raggiunsi mio padre già impaziente a bordo della sua auto.

Best Friends -Percabeth-Where stories live. Discover now