Biscotti

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Ero euforica e carica al massimo perché, entro due ore, avrei rivisto mio fratello. Sarebbe rimasto soltanto cinque giorni ma non potevo lamentarmene e mi sarei goduta ogni istante della sua presenza.

Da brava sorellina amorevole quale ero, stavo preparando i suoi biscotti preferiti per accoglierlo. Era una tradizione del Giorno del Ringraziamento, poiché durante quel periodo lasciava il dormitorio del college e ci veniva a trovare, ma avevo deciso di anticiparla e sorprenderlo: se si voleva far felice Zack, bastava puntare al cibo e coccolarlo con dolci fatti in casa.

Senza perdermi in altri pensieri, infornai la seconda teglia di biscotti e impostai il timer a dodici minuti. Avrei approfittato di quella pausa per lavarmi il viso pieno di farina, zucchero a velo e impasto appiccicoso, invece bussarono alla porta con un'energia che trasmise urgenza.

Lisciai le mani sul grembiule per togliere i pezzettini di biscotti crudi, poi aprii senza premurarmi di chiedere chi fosse. Me ne pentii quando trovai di fronte a me James, con il suo sorriso spavaldo.

«Lavori oggi?» esordì senza neanche salutare.

«No, ma non ti avrei comunque portato con me.»

Si accigliò. «Perché? Sono stato bravo ieri, sul set.»

«Sì, lo ammetto. Anche se avresti potuto strafogarti meno!»

«Quel buffet era così ricco che non ho saputo resistere.»

«Come fai a mangiare come un maiale ma avere quel fisico?» Indicai con la mano il suo corpo perfetto.

«Brucio tutto con la palestra e il canto.»

E con le ragazze no? Pensai, ma evitai di chiederlo perché non potevo prendermi quella confidenza.

«So a cosa stai pensando» affermò sogghignando.

«N-non credo.»

«Oh, invece sì! Tanto per essere chiari, al momento non sto uscendo con nes-» Lo interruppi con un gesto della mano.

«Non te l'ho chiesto e non ci tengo a saperlo.»

«Come vuoi.» Sospirò, poi gettò un'occhiata alle mie spalle. «Ti ho disturbato?»

«Sto preparando i biscotti. Ti serve qualcosa?»

«Volevo darti questo.» Mostrò un volantino sul quale c'era scritto "Big Time Reunion. 2J. 21.30"

«Cos'è?»

«Daremo una festa strepitosa e super segreta nel nostro appartamento.»

«La tenete segreta distribuendo volantini?» chiesi sarcastica.

«Solo alle persone giuste.» Mi fece l'occhiolino. «Dai, prendilo!»

Lo afferrai e restai a guardarlo pensierosa. Se mi stringi tra le mani, sei una superstar, diceva l'ultima frase. Mi chiesi automaticamente cosa c'entrassi con tutto quello.

«Non posso venire.»

Corrugò la fronte. «Perché?»

Ci risiamo... «Non sono affari tuoi.»

Mise le mani in vita. «Sappiamo bene entrambi come andrà questa conversazione: io insisto, tu non rispondi. Io ti tormento, tu cedi. Arriviamo direttamente all'ultimo punto?»

«Sei insopportabile.»

«Allora perché sorridi?» chiese soddisfatto.

Roteai gli occhi al cielo, ma non tentai più di nascondere il mio divertimento. «Avrò ospiti.»

«Quanti?»

«Una sola persona.»

«Puoi portarla. Sarà epico!»

«Non è tipo da feste» mentii spudoratamente, ma tanto James non poteva saperlo.

Inarcò un sopracciglio. «È un ragazzo?»

«Sì. Ora scusami ma devo andare. Non vorrei bruciare i biscotti.»

Gli s'illuminò il viso. «Ce ne sono di pronti? Si sente un profumino!»

«Puoi mangiarne uno solo.»

Sporse il labbro inferiore in un'espressione tenerissima. «Due?»

«Stai negoziando?» Fece sì con la testa. «Mi sento buona oggi: te ne concedo tre.»

S'illuminò come se gli avessi promesso la Luna. Mi ringraziò entusiasta, poi con l'indice prese un po' dell'impasto che avevo sulla guancia e lo assaggiò. «Buono» affermò.

«T-ti prendo i biscotti.» Lo lasciai sulla soglia e mi precipitai in cucina cercando di non ripensare a quel suo gesto. Non ero più una ragazzina, eppure mi scioglievo davanti a cose così semplici. Scacciai l'immagine di James dalla mente e sistemai i tre dolcetti su un tovagliolo. Quando mi voltai per portarglieli, lo trovai vicino al divano che si guardava intorno.

«Non ti ho invitato a entrare» gli feci notare.

«Lo so, ma non ho bisogno di un invito. Se voglio fare una cosa, la faccio e basta» spiegò come se la faccenda non dovesse farmi arrabbiare.

Incrociai le braccia al petto e lo guardai torvo. «Non puoi fare ciò che vuoi in casa d'altri.»

«E va bene, esco!» Si avviò alla porta ma gli afferrai il braccio per impedirglielo.

«Non scordare i biscotti.»

Me li strappò di mano indispettito. «Grazie.» Mi scappò un sorriso divertito che lo fece alterare ancora di più. «Ti diverti?»

«Sì» ammisi senza problemi.

Aprì il tovagliolo e assaggiò un cookie. «Delizioso» borbottò con la bocca ancora piena.

«Potrei portarne un paio a Logan.» Sarebbe stato un modo carino per ringraziarlo.

James si accigliò ancora. «Voglio mangiarli solo io.»

Scossi la testa rassegnata. «Va bene, piccino, ma non fare i capricci.»

«Anche tu sembri una bambina oggi.» Sorrise dolcemente. «Sei tutta sporca di zucchero e farina.»

Mi sentii arrossire. «È questa la parte divertente del cucinare.»

Si avvicinò rapidamente e lasciò un bacio sulla mia guancia, poi sussurrò al mio orecchio: «Sei dolce».

Sentii le proverbiali farfalle allo stomaco. «Sai esserlo anche tu.»

Fece per dire qualcosa ma si bloccò nel sentir suonare il timer. «Ti ho lasciato l'invito sul tavolo nel caso in cui cambiassi idea. Ci vediamo in giro.» Si avviò alla porta e, prima di uscire, si voltò per dirmi: «Grazie dei biscotti.»

«Prego» gli risposi, non mi sentì perché si era già chiuso la porta alle spalle.



Angolo autrice:

Buongiorno! Ci ho messo un po' troppo tempo ad aggiornare e, dato che è un capitolo breve, ho deciso che il prossimo lo pubblicherò tra un paio di giorni. Stay tuned ;)

InvisibleWhere stories live. Discover now