Capitolo 10

31.6K 1.1K 19
                                    

Quando tornai a casa mi accorsi di non avere niente da mettere per una festa al mare. Non sapevo nemmeno come ci si dovesse vestire, non ero mai stata invitata ad una festa del genere: dovevo mettermi il costume oppure saremmo stati in spiaggia? Dovevo portare qualcosa tipo Coca Cola o panini? E a che fermata saremmo andati?
Insomma mi sembrava lasciato tutto molto al caso e questo mi dava un fastidio assurdo, iniziai ad imprecare lanciando all'aria tutti i vestiti che avevo nell'armadio, possibile che non avessi niente da mettere?
Ero super ansiosa, non volevo fare brutta figura con i compagni e gli amici di Mattia, si sa che se loro non ti approvano finiscono per convincerlo a lasciarti, e poi volevo che lui fosse fiero di me, che avesse voglia di vantarsi di avermi, e come se non bastasse c'era anche Soro.
Soro.
Era assurdo che dopo averlo baciato in quel modo lo chiamassi ancora così, forse avrei dovuto iniziare a chiamarlo per nome.
No, mai!
Quel Coglione non se lo meritava un nome, infondo era stata tutta colpa sua! Se non fosse stato così sexy non mi sarebbe mai venuta voglia di fare una cosa del genere! Okay... forse era anche un po' colpa mia, lo ammetto, infondo ero stata io ad iniziare.
Lo so, potrò sembrarvi ossessionata da questa cosa ed in effetti avreste pure ragione. Non riuscivo a darmi pace, era un chiodo fisso che faceva pure male, ma posso essere sincera con voi? Non mi era bastato.
La notte era passata senza che potessi chiudere occhio, mentre mi tormentavo nel sapere a cosa stava pensando lui, mi sentivo in colpa per aver tradito la fiducia di Matt, certo, anche se era stato solo un bacio, eppure volevo baciarlo ancora, e così non appena chiudevo gli occhi sognavo noi, pelle contro pelle, corpo contro corpo, un bacio dopo l'altro, e per un attimo lasciavo che quelle fantasie mi trascinassero, poi ripensavo al mio ragazzo e puff , il bel sogno si trasformava in un incubo.
E si: stavo di nuovo pensando a Coglione.
Iniziai a chiedermi come si sentiva, in effetti anche lui, come me, aveva tradito Mattia, il suo migliore amico, quindi doveva per forza sentirsi come mi sentivo io! A quel punto la domanda che mi stavo per porre era più che ovvia: che fosse una sua abitudine? Baciare le ragazze di Matt, intendo, sedurle e attirarle a se, ora si che stavo male.
A distogliermi dai miei pensieri contorti fu Mattia, grazie al Cielo! Un giorno o l'altro l'avrebbero fatto santo!
Mi affrettai a leggere: «Passo a prenderti alle 5»
«In macchina?» chiesi io.
«A piedi!» subito dopo arrivò un altro messaggio: «Certo che vengo in macchina» ovvio, che stupida! Mi diedi una manata sulla fronte, quel giorno avevo la testa da un'altra parte. Guardai l'ora sullo schermo del telefono, segnava le 15:33 ma doveva essere sbagliato, voleva dire che avevo passato più di un'ora pensando a Coglione, e questo era completamente privo di senso!
Alle cinque spaccate Matt suonò il clacson davanti al mio palazzo, mi affacciai al balcone per accertarmi che fosse lui e poi corsi subito giù, presi le scale perché non avevo voglia di aspettare l'ascensore, ma fu davvero una pessima idea, infatti i sandali che mi ero messa facevano un sacco di rumore ed io avevo paura che qualcuno spuntasse da una porta e iniziasse a seguirmi minacciando di staccarmi i piedi. Bella fantasia vero? Lo so, me l'hanno sempre detto.
Arrivai a terra sana e salva, senza che nessuno mi pedinasse e aprii lo sportello per sedermi nel posto davanti e diedi un bacio a stampo al mio autista, lui però mi guardò storto, con un sorriso poco convinto.
«Che c'è ora? Non va bene come sono vestita?» chiesi, iniziai a preoccuparmi, mi ero vestita come se dovessi semplicemente andare al mare, con una canotta bianca non troppo scollata e dei pantaloncini corti, mi ero persino messa gli occhiali tondi con le lenti blu a specchio, avevo anche provato a rubare i trucchi waterproof di mia mamma, ma lei mi aveva scoperta a frugare tra le sue cose e mi aveva mandato via.
«No, no, anzi sei perfetta, mi piaci con le trecce» sorrisi fiera di me stessa, o meglio di mia mamma, era stata lei a consigliarmi di farle e a farmele, «però questo è il posto di Fede»
«Che c'entra ora Federico, lui non viene con noi» ma lo sguardo che implorava perdono mi diceva il contrario, «vero?» mi fece una specie di sorriso tra il dolce e l'amareggiato.
Focus, Sara, devi ancora farti perdonare! Mi dissi per incoraggiarmi.
«Okay, però io da qui non mi muovo» di nuovo quel sorriso.
Mi arresi all'evidenza di essere stata messa in secondo piano, ma proprio mentre slacciavo la cintura per scendere Soro aprì lo sportello e mi tirò fuori di peso.
«Ehy, che fai!» strillai, lui ignorò la domanda e mi ringraziò per avergli tenuto il posto, non c'è di che scimmione!
No dissi niente però, anche se avrei voluto, dovevo essere la fidanzata perfetta e litigare con il migliore amico di Matt non era il modo migliore per esserlo.
Non appena partimmo Coglione mi passò un pallone, io però ero distratta, osservavo come la sua figura sembrasse slanciata anchd da seduta e quanto gli stesse bene la maglia rossa smanicata che lasciava in bella mostra i bicipiti, e quindi mi prese in faccia. Già.
I due scoppiarono a ridere, ignorando completamente le mie imprecazioni e le mie maledizioni.
La mia, di maledizione, invece io la notai eccome, si girò con un sorriso abbagliante, il ciuffo sistemato ad arte e un paio di occhiali Ray-Ban. Aspettate un attimo: occhiali Ray-Ban? E dove li avrebbe trovati i soldi per comprarli? Chiedere a chi li avesse rubati mi sembrava inopportuno, quindi mi stetti zitta e mi limitai ad ammirarlo.
«Non sarai troppo leggera?» mi chiese divertito.
«Stiamo andando al mare, non in montagna» osservai notando che sulle gambe aveva una felpa.
«Vediamo se la penserai ancora così stanotte»
«Stanotte? Quanto durano le vostre feste al mare?» i due si scambiarono un sorriso complice che non prometteva niente di buono.
«Parecchio!» esclamarono all'unisono, poi il volume della musica della radio salì alle stelle e ogni tentativo di fare conversazione morì lì.
Dopo mezz'ora la macchina si fermò, solo che io non me ne accorsi, le canzoni della radio non mi piacevano e così mi ero messa gli auricolari, me ne resi conto solo quando Mattia bussò al mio finestrino, mi girai spaventata e lui, ridendo, mi fece cenno di scendere, poi iniziò ad incamminarsi con Soro, presi la mia roba e li seguii.
Quando li raggiunsi notai la scritta "BAGNINO" sulla maglietta di Coglione e gli chiesi se aveva davvero lavorato come tale.
«Certo,» come se ogni ragazzo avesse fatto il bagnino, «le ragazze amano i bagnini»
«Ne sei davvero così sicuro?» chiesi scettica, io lo trovavo sexy con quella maglietta, ma io lo trovavo sexy comunque.
«Oh, ci puoi contare! È stata l'estate più attiva della mia vita!» mi portai la mano alla fronte disperata, quante ragazze erano cadute vittima del suo fascino da stronzo bastardo!
Nel frattempo eravamo arrivati in spiaggia e un gruppo di ragazzi ci raggiunse per indicarci dov'erano, come se una decina di ombrelloni passassero inosservati. Lí tutti si lasciarono andare a grandi abbracci, baci e pacche sulle spalle.
E io?
E io niente!
Sarebbe stata una lunga serata.

Autrice: sono riuscita anche oggi a pubblicare un nuovo capitolo, non ci credo!
Spero che vi piaccia e che votiate e commentate in tanti.
Non ho riletto il capitolo per corregerlo, quindi se ci sono errori fatemelo sapere.
Adios♡

Il Migliore Amico Del Mio RagazzoWhere stories live. Discover now