Capitolo 24

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Le tre ore più lunghe della mia vita.
Passate nel più totale silenzio.
Fu la prima volta che seguii un'intera lezione di storia senza collassare addormentate sul banco.
Francesca aveva continuato a chiedermi cosa avessi per tutto il tempo ed io le avevo sempre risposto con un breve e incomprensibile borbottio.
Non avevo la forza di parlare, respirare, vivere.
Volevo gridare al mondo che amavo Federico, lui e solo lui.
Ma che importanza avevano i miei sentimenti?
Ormai avevo capito che per lui non ero stata nient'altro che sesso.
Inizialmente era stato così anche per me, lui era simpatico come lo ricordavo, ma non provavo certo quel genere di sentimento che ti spinge a buttarti nuda sul suo letto. Era il suo corpo l'unica cosa che desideravo da lui, non pensavo di innamorarmi e non pensavo di ritrovarmi a piangere il suo amore.
La ricreazione suonò ed io fuggì dalla classe alla disperata ricerca di un attimo di pace per poter stare da sola e riflettere, ma, non appena uscii, Matt mi raggiunse.
Aveva un sorriso enorme, mi si avvicinò e mi strinse a se rubandomi un altro maledetto bacio. Mi dava quasi fastidio percepire le sue labbra sulle mie e diventava sempre più difficile fingere che andasse tutto bene, era stato più facile fingere che Fede fosse il mio ragazzo. Per quanto non ci parlassimo da tempo, io e lui avevamo recuperato subito la vecchia intesa e direi proprio che l'avevamo recuperata col botto.
Sin da subito mi era stato impossibile non cadere tra le sue braccia, mentre ora sentirmi nuovamente stretta tra quella di Matt mi creava quasi repulsione.
«Cos'hai, tesoro?» domandò allentando la presa sul mio corpo.
«Nulla» mentii abbassando lo sguardo.
«Mi sembri distante» aggiunse, sollevandomi il viso e costringendomi a guardarlo negli occhi, ora non ci vedevo più nessun mare infinito, non riuscivo a perdermi nella loro bellezza, vedevo solo degli occhi azzurri, occhi che avevo amato e che ora non amavo più.
«Ma quale distante! Sono esattamente qui» dissi con finto entusiasmo dandogli una pacca sul petto e poi aggiunsi a denti stretti: «Tra le tue braccia. Mentre mi stritoli. E mi fai male» mi guardò divertito prima di lasciarmi andare.
Mi prese per mano proprio mentre Federico stava uscendo dalla classe, il moro si fermò sulla porta, fissando con quadro indecifrabile le nostre dite che si incrociavano.
Matt non si era accorto di nulla, mentre nel mio cuore aveva preso ad agitarsi una tempesta. Volevo chiedergli scusa, ma scusa per cosa? Lui mi aveva ceduto come un premio, non avevo avuto alcun valore per lui e non volevo fargli credere che per me fosse stato diverso.
Appena anche il mio ragazzo lo vide, Fede cambiò espressione, sorrise e, venendoci in contro, salutò il suo amico con un bel pugno, forse un po' troppo forte a giudicare dalla smorfia che si dipinse sul volto del biondo.
«Tranquillo, non c'è bisogno che saluti anche me così» ironizzò lanciando a me una fredda occhiataccia che non tardai a ricambiare.
Scendemmo tutti insieme nel cortile interno della scuola e Matt mi fece sedere sulle sue gambe, stringendomi a se.
Mi sembrava che ci fosse qualcosa di diverso nel suo comportamento, nel modo in cui mi teneva tra le sue braccia, non smetteva un secondo di baciarmi il collo e diventava sempre più difficile per me fingere che tutto ciò mi stesse bene, tenere quella maschera di amore e felicità si stava rivelando particolarmente impossibile e lo sguardo accusatorio che Fede continuava a riservarmi non aiutava.
«Sabato prossimo diamo un'altra festa al mare, vuoi venire?» butto lì il moro, grattandosi la nuca imbarazzato, si sentiva il terzo incomodo e il suo imbarazzo era evidente, ben gli stava, per come mi aveva trattata e usata tutto ciò che gli creava imbarazzo mi stava bene, ma quella festa...
Non saprei, l'ultima volta era stata un disastro, ero finita nel letto di Fede e questo non si doveva assolutamente ripetere.
«No» dissi, riflettendo su come Matt mi sarebbe stato appiccicato tutto il giorno.
«Dai, piccola, vieni. Così mi fai un po' di compagnia» tentò subito di convincermi il mio ragazzo.
Beh, quello era proprio l'ultimo motivo per cui sarei andata.
«Non penso sia una buona idea» mi giustificai guardando Federico e aspettandomi che capisse a cosa mi riferivo, «visti gli esiti dell'ultima festa» aggiunsi.
«Quali esiti, Sara?» domandò appunto con voce maliziosa.
«Beh, io e Matt ci eravamo lasciati» improvvisai.
«Certo, dev'essere per quello» borbottò, incrociando le braccia al petto.
Cosa si aspettava che dicessi? Che avevo fatto sesso con lui?
Quel poveretto si era bevuto il cervello, c'era poco da fare.
«Comunque non accadrà di nuovo» rispose Matt stampandomi un bacio sulla guancia e facendomi alzare, «io e te siamo tornati insieme più forti di prima, giusto?» domandò porgendomi una mano.
La guardai dubbiosa, stringerla avrebbe significato suggellare una silenziosa promessa, non farlo gli avrebbe lasciato capire che le cose non erano più come prima, ma non nel senso positivo come lui credeva.
«Certo» sorrisi e posai la mia mano sulla sua, incrociò le sue dita alle mie e mi tirò a sé, cingendomi la vita e baciandomi con foga. Mi venne difficile ricambiare con tanta passione, soprattutto considerando la presenza di Fede lì davanti a noi, sgranai gli occhi per la sorpresa quando sentii le sue mani calde scorrere lungo i miei fianchi e infilarsi sotto la maglietta.
Qualcosa era decisamente cambiato.
Il vecchio Matt non avrebbe mai fatto una cosa simile, non a scuola almeno.
Per un attimo incrociai lo sguardo di Federico che mi guardava schifato, chiusi gli occhi, non ero in grado di reggere il suo sguardo, e quando li riaprii lui non era più lì.
Mi separai da Matt, consapevole che la campanella stesse per suonare senza che io avessi fatto merenda e con la scusa di andare a prendermi qualcosa alle macchinette riuscii finalmente a scollarmelo di dosso.
Mi sembrava di riprendere a respirare dopo un'intera ricreazione passata a trattenere il fiato.
Feci la fila e prima che arrivasse il mio turno una voce familiare richiamò la mia attenzione: «Spero che tu ti stia divertendo» disse con odio Federico, allontanandosi subito dopo senza nemmeno lasciarmi il tempo di prendere fiato.
Alzai gli occhi al cielo.
Non poteva nemmeno immaginare quanto mi stessi divertendo.

Autrice: chiedo scusa per il ritardo, sono da ergastolo, lo so.
Comunque mi sono costretta ad aggiornare prima di partire, voi siete fantastiche e meritavate un nuovo capitolo.
Spero che vi piaccia e che per il prossimo dobbiate aspettare meno tempi.
Anyway, grazie per il sostegno.
Un bacio,
-LaBugiarda💕
PS: scusate eventuali errori di battitura e se ne doveste trovare, segnalatemeli, grazie 😄

Il Migliore Amico Del Mio RagazzoWhere stories live. Discover now