;;15Yugyeom

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Un colpo di cuscino in faccia mi sveglia. Ho ancora il mio cellulare accanto, controllo l'orario e penso che forse ho dormito un po' troppo ma che dopo la serata di ieri non potevo non dormire tranquillamente come un bambino dopo essere tornato dal parco divertimenti: stanco ma comunque felice.

«Devi venire a pranzo con noi,Yugyeom» mia madre se ne sta in piedi davanti al mio letto. I suoi capelli biondi sono ondulati in modo perfetto, ordinata nel suo tailleur nero con la sua collana di perle che circonda perfettamente il suo collo.

Tutto il mio contrario, visto che io sono ancora con i capelli spettinati e con addosso soltanto un paio di boxer con stampato sopra i simpson.

«Perché? Andate voi e lasciatemi dormire in pace» prendo il mio cuscino e mi copro la faccia.

«Ti do dieci minuti per vestirti in maniera decente e farti trovare pronto in soggiorno» mia madre si avvicina e toglie di forza il cuscino dalla mia faccia «È un pranzo importante, tuo padre ci tiene alla tua presenza»

Sbuffo seccato e mi alzo dal letto. Resto due minuti seduto a fissare la parete gialla della mia stanza, quando mi decido ad alzarmi, apro il mio armadio e afferro velocemente una camicia bianca e dei jeans scuri.

Mi vesto, cerco di sistemare decentemente i miei capelli e sorrido quando mi accorgo di avere un segno rosso sul mio collo.

«Stupida di una sanguisuga» rido tra me e me davanti allo specchio.

«Cosa? Stai per caso parlando con me?» sento mia mamma urlare dalla stanza accanto.

«No, mamma! Stavo pensando a un documentario che ho visto ieri sera, niente di importante» sistemo per bene il colletto della mia camicia in modo da nascondere quella macchia scura sul collo.

Il tragitto verso il ristorante lo passo a guardare la schermata del mio cellulare, mando un messaggio a June e l'avviso che sono a un noiosissimo pranzo con i miei.

Il ristorante è vicino al negozio dove lavora June, è uno di quei ristoranti dove le porzioni sui piatti sono minuscole ma che comunque le fanno pagare quanto una cena per venti persone. Sono abituato a questi posti, è da una vita che sono abituato a stare seduto sulla sedia in modo rigido e a mangiare il mio pranzo seguendo le regole imposte da mia madre.

Musica classica, camice, persone per bene, champagne amaro e macchine scure. La mia vita è sempre stata questa, una vita fatta di plastica.

«Yugyeom, comportati bene e sii educato» mi sussurra mia madre quando si accorge dell'arrivo degli ospiti.

Riconosco subito la chioma bionda che mi viene incontro per salutarmi, SoYeon. La figlia di un amico di mio padre: ricca, bella, lo stereotipo di tutto quello che odio di questo mondo.

«Ciao Yugyeom, da quanto tempo!» si avvicina e mi lascia un bacio sulla guancia, il suo profumo è decisamente troppo forte.

«Ciao SoYeon» gli sorrido e mi risiedo.

Abbiamo avuto una specie di storia in passato. Frequentavamo gli stessi posti, le stesse feste e le nostre famiglie hanno sempre cercato di farci mettere insieme, come se già non bastasse avere una vita già scritta e dettata da mio padre.

Mangiamo e io resto per le mie. Annuisco solamente ai loro discorsi sul lavoro, sorrido quando la madre di SoYeon parla di quanto sua figlia sia perfetta, dolce e ingenua.

SoYeon finge di essere imbarazzata quando so benissimo che non c'è nulla che la imbarazza e non è affatto ingenua come pensa la sua famiglia.

«Yugyeom, mi faresti compagnia fuori?» mi chiede SoYeon sorridendo in modo estremamente gentile, una gentilezza anche estremamente falsa.

Mi volto verso mia madre e mi accorgo che mi sta minacciando con lo sguardo.

Mi alzo dalla sedia e seguo SoYeon verso l'uscita, ancheggia sui suoi tacchi rosa confetto facendo muovere così anche il suo vestito bianco esageratamente corto.

«Devi dirmi qualcosa?» gli chiedo quando si siede, accavallando le gambe, su una poltrona color caramello all'entrata.

«Sono felice che tu sia venuto oggi,avevo una voglia matta di vederti»

Resto in piedi con le mani in tasca e la guardo. Ci siamo lasciati perché io ero stanco del suo essere troppo possessiva e della sua convinzione che un giorno ci saremmo persino sposati, mentre a me non importava nulla se non avere qualcuno con cui sfogare durante il giorno le mie frustrazioni.

«Hai intenzioni di startene alzato e non rivolgermi la parola?» SoYeon si alza e viene verso di me, poggia una mano sui bottoni della mia camicia e mi guarda in maniera troppo maliziosa.

«SoYeon non toccar-» non mi lascia il tempo di finire che mi lascia un bacio veloce sulle labbra e rientra al ristorante.

Resto per un secondo confuso e quando alzo lo sguardo, il mondo mi crolla addosso.

June se ne immobile e mi guarda sconvolta. Ha in mano dei caffè, i suoi capelli sono legato in una treccia scombinata e anche da questa distanza riesco a vedere il suo volto deluso e amareggiato.

«Yugyeom, è arrivato il dolce» mia madre è accanto a me e mi accarezza una spalla.

Io resto immobile fin quando non vedo June camminare svelta e sparire completamente dalla mia vista.

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Le parole dei capitoli stanno aumentando, ma io non posso proprio farne a meno🙈

 DR. MARTENSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora