Capitolo 2: prime parole

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*Avvisino:
Ho saltato tutta la storia classica e sono già andata oltre perché mi sembrava troppo noioso riscriverla di nuovo e visto che la mia storia parla della Kyouten non mi sembrava tanto pertinente*

I due ragazzi, conosciutisi grazie al calcio, erano ancora lì, nel campo, quel campo, dove si conobbero la prima volta.
Non avevano affatto dimenticato quei momenti.

"Kyou!
Dai facciamo qualche passaggio!"
"Tsk..
va bene."

In fondo lo infastidiva.
Lo infastidiva che lo chiamasse 'Kyou'.
Era troppo confidenziale per i suoi gusti.
Ma lo faceva stare bene.
Il suo viso, innocuo angelico viso imperlato di sudore come rugiada dove uno smagliante sorriso lo valorizzava, lo faceva stare bene.
Bastava la sua presenza.
Bastava guardare la sua tenacia a calciare un semplicissimo pallone e per lui era tutto.

"Dai Kyou! Passa!
.... Uhm?
Kyou?
Perché mi stai fissando?"

Tenma inclinò la testa da un lato, cercando l'attenzione del blu.
Lui, accorgendosene, scosse la testa. Non poteva essersi imbambolato di un visino di ceramica. Non uno come lui.

"Niente, niente... stavo solo pensando..."
"A cosa?"
"Non ti riguarda"

Si vedeva benissimo che c'era rimorso, tristezza e dolore in quelle poche, fredde parole scolpite nel ghiaccio.

"Parli di Yuuichi?"

Il blu strinse i pugni, tanto da far comparire dei segni sui palmi.

"I FATTI MIEI NON SONO TUOI!"

"Kyou..."

Tenma l'aveva notato.
Stava piangendo.
Dopo tanto, troppo tempo il blu era riuscito a far scendere qualche lacrima, diventata acida per non averla fatta uscire per tutto questo tempo.
Anche se in realtà non era proprio il fratello la causa del suo dolore.
Ma si sentiva vuoto.

"Ten... Tenm..."
"Tsu.. TUSURUGI!"

Troppo tardi.
Il blu aveva poggiato le mani sul petto del ragazzo, mentre cadeva rovinosamente a terra con uno sguardo assente.

Quel piccolo, leggero contatto sul suo petto lo faceva sentire strano.
Come se il blu volesse cercare sicurezza in quel ragazzo dagli occhi cobalto.

Le gote del ragazzo si arrossarono in modo evidente, si notava da un miglio che era rosso quasi fino ai piedi.
Ma forse non l'aveva mai notato.

"TSU! TSU RISPONDI! RISPONDI!"

Il ragazzo cercò di prenderlo in braccio. Non aveva forze.

"Non risponde.."

Si lasciò andare e si inginocchiò a terra, e mentre le lacrime solcavano il suo pallido viso sentiva nelle ossa l'increscioso dolore alle gambe, e le stelle e la luna non sembravano collaborare, erano buie, inghiottite dalla notte.

"Psst... Tenma!"
"Uh?"
Solo in quel momento Tenma vide un ombra, poi degli occhi color nocciola e una fascia arancione.

"Mister..
Mister vi prego aiutatemi!"

Per tutta risposta lui prese dolcemente Tsurugi, e fu quando lo vide in che condizioni era cominciò a correre.
"Il polso... IL POLSO!"
"Cos.. cosa? Cosa succede?"
"È... debole...."
"No... non è possibile..."

Tenma rimase lì, mentre la sagoma del mister era sempre meno visibile.

"TENMA!
CORRI!"

Fu un momento.
Fece un rapido scatto, e in un attimo aveva anche superato il mister.
Ma non lo voleva raggiungere.
Vide il tetto della sua casa, si precipitò nella sua stanza e si buttò sul suo letto.
Non voleva restare a lungo.
Non poteva crederci.
Pianse e pianse, le lacrime sul cuscino l'avevano già inzuppato.
Lo strinse forte, poi si rialzò, si avvicinò alla finestra, accese la luce, si risedette sul letto.
Ma nonostante tutto sperava che quel cellulare che aveva in mano vibrasse, che fosse Kyounsuke, che dicesse che stava bene.
Ma non poteva comunque fare niente.
Si addormentò a stento, non pensava ad altro.

Kyounsuke, ce la farai.
Anche senza la mia presenza.

Ma la vera domanda era...
Perché gli importava così tanto?

Angolo mio!
Ed eccoci con un altro capitolo!
Vi ringrazio ancora per le stelline e i commentini! (Positivi per giunta!)
Non so come ringraziarvi!

Basta ringraziamenti, ci vediamo con il prossimo capitolo!
~inazumata

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