Spillo - acino

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Binomio fantastico

Oggi sarò io il pranzo e credo anche la cena di un'altra spilungona. Prima o poi, tutte lo siamo. C'è stata solo una di noi che ha avuto un destino diverso, anche se non so quanto meno nefasto.

Grappie era nata nel mio stesso vigneto, ma sulla pianta opposta alla mia. Fin da piccola ha dimostrato una tale vanità e di avere un caratterino così acerbo che mia cugina, sai, quella che ha inacidito un'intera bottiglia di Chianti, era nulla al confronto.
Grappie sarebbe stata degna di un buon aceto, ma lei aveva aspirazioni ben più grandi. Non so dove avesse sentito o visto questa cosa, sta di fatto che aveva sviluppato un amore morboso per gli spilli.
E sai che ha fatto quella matta un giorno? Da poco superata la maturità se ne fece impiantare due di quelle diavolerie. Scommetto che la grandine di Novembre scorso non è stata niente rispetto al dolore che avrà provato. Ma lei ha detto che ne valeva la pena.
Bah... a cosa le servissero quei due stuzzicadenti impiantati nella sua perfezione sferica che tutte le invidiavano, non saprei dirlo; però di acini strani ce ne sono e lei non era da meno.

Poco prima della Grande Vendemmia Annuale la sentivi vantarsi di avere grandi sogni e grandi progetti. E che mi venga una peronospera se non li realizzò!

Mi informò mia madre, che lo aveva scoperto da una sua amica, a cui lo disse la figlia del capo-grappolo, che quella lì aveva sbirciato tra la corrispondenza di suo padre e aveva trovato questa lettera di Grappie.
Scriveva di essere in non so quale città, di aver viaggiato in comodità sul furgoncino della miglior compagnia di fruttivendoli e che la cassetta a cui era stata affidata non era affollata nemmeno la metà di quelle di cui si sente raccontare in vigna. Fortunella, lei.
E poi, raccontava di essere sulla lista di non so quale grande produttore di pubblicità di supermercati, o qualcosa di simile; era stata notata per i suoi lunghi spilli affusolati, che calzavano solo Sémillon originali, e le sue sode curve sferiche e diceva che a breve sarebbe stata chiamata a un provino.

La collega che mi ha preceduta qui, prima di andarsene mi ha svelato che a questa misera vita avrebbe preferito quella di una famosa Grappie che aveva visto di sfuggita sullo schermo del macchinario di questo camerino. Per tutte le potature, ho pensato, doveva per forza trattarsi della Grappie che conoscevo io. Allora ce l'aveva fatta!

Poi stamattina, il trauma: un colpo di brina mi ha colpita quando l'ho vista anche io, ma che orrore! Era asciutta la metà di me e io non sono mai stata pienotta, aveva la buccia tutta raggrinzita dalle rughe già alla sua giovane età e avrà perso, ho calcolato, almeno l'ottanta per cento del suo succo.
Che scempio! La pubblicità l'aveva proprio bacata come un fungo.

Osservandola inorridita rotolare sensuale su un tappeto di carta da cucina, mi sono chiesta: ma davvero ne vale la pena per un po' di fama?

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