Nota dell'Autrice
Il termine 'Vermi' riferito ai Nani è un richiamo alla mitologia norrena, secondo la quale i Nani si sarebbero evoluti dai vermi che dimoravano nella carcassa di Ymir, il gigante ucciso da Odino e i suoi fratelli, e con cui è stata costruita Midgrad, la terra. Infatti, se notate, la parola 'vermi' è scritta con la 'v' maiuscola.
"Alfheim non combatterà per noi, ma ci darà soccorso alla fine della guerra, cosa che invece non farà con gli asgardiani. Ho ottenuto questo in cambio della promessa di qualche mela di Idun"
"E che se ne fanno?" chiede il re.
"Gli Alfar sono pacifici, non amano la guerra ed è stato proprio a causa di questa che la loro gente è stata decimata. Con le mele, renderanno altri Elfi immortali ed eviteranno una possibile fine del loro Regno."
"Che ne pensi della loro proposta?"
"E' ragionevole. Non supporteranno Asgard e in cambio vogliono solo riottenere la loro immortalità."
"Non rappresentano una minaccia?" chiede ancora.
"No. Gli Alfar preferirebbero morire piuttosto che fare del male a qualcuno. Non vogliono una guerra, la loro richiesta deriva solo dal loro orgoglio di Elfi." concludo.
"Bene. E i Nani?"
"I Vermi non saranno difficili da portare dalla nostra parte. Sono molto fieri dei loro lavori e molto orgogliosi. Gli Aesir, però, li hanno sempre disprezzati, pur non disdegnando i loro magnifici manufatti. Basterà far leva su questo e non solo avrai i Nani al tuo servizio, ma anche armi runiche a tua disposizione."
"Perfetto. Manca poco, ormai, alla gloriosa battaglia."
Gli sorrido accondiscendente e mi congedo.
"Mancano cinque giorni, Loki. Che ne è della strega?"
Mi blocco sulla porta.
"Ho quasi trovato quello che ci serve" mento.
"Sarà meglio" conclude Maeve.
Esco a grandi passi dalla stanza e mi avvio verso le mie stanze.
Le ultime parole del re continuano a risuonare nella mia mente, e il tono intriso di malignità mi agita particolarmente. Che sospetti qualcosa? Che abbia capito? No, è impossibile. E' completamente concentrato su questa guerra da non rendersi conto di tutto il resto.
E se anche fosse? Se anche avesse capito che tra me e Clary c'è qualcosa? Penserebbe che il mio è solo uno stupido desiderio carnale, un divertimento e nulla più. Tuttavia, c'era qualcosa nel suo comportamento di oggi che mi ha messo in allarme.
Accelero velocemente il passo, ancora di più, quasi correndo verso il mio studio.
Lì c'è Clary.
E non è sola. Avevo ragione.
Entro furiosamente nella stanza e mi avvento subito sulle due guardie che guardano divertiti l'altro compagno mentre si avvicina, viscido, a Clary. Colpisco velocemente i due lasciandoli storditi e poi mi avvento sul terzo. Lo tiro su con malagrazia, allontanandolo da Clary, e lo colpisco fino a lasciarlo tremante a terra, incapace di muoversi dal dolore. Gli altri due sono rimasti a guardare, impauriti.
"Portatelo via" ordino, allontanandomi con disgusto dall'Elfo del Buio fermo a terra "Se uno di voi, chiunque di voi, oserà di nuovo toccarla, giuro che lo ucciderò e poi andrò a riprenderlo a Nifheim per ucciderlo di nuovo" ringhio.
Chiudo le porte con la malia, mentre sento i passi delle tre guardie allontanarsi velocemente.
Poi, senza pensarci, mi avvicino a Clary e la stringo a me; anche lei mi stringe forte a sè.
Respiro il profumo di cocco dei suoi capelli. Quanto mi sei mancata, piccola mortale.
Quando il suo respiro è tornato normale, la aiuto ad alzarsi e la faccio sedere su letto.
Prendo un panno e lo bagno con un po' di acqua fresca; lo poggio sulla sua guancia sinistra, rossa e calda.
"Ti hanno picchiata?" chiedo.
Lei stringe le labbra al contatto fresco con la pezza e scuote la testa: "No, solo uno schiaffo" mormora.
"Solo uno schiaffo?" ripeto, notando anche un piccolo taglio sul labbro.
"Poteva andare peggio" conclude.
Ha ragione. Il solo pensiero mi riempie di rabbia e stringo la mano a pugno. Senza accorgermene, però, ho spinto più forte il panno contro la guancia di Clary, strappandole un gemito.
"Scusa" mormoro.
Lei poggia la sua mano sulla mia, facendomi addolcire la presa. Le sue dita sono fresche e gentili sulle mie.
"Guarda la tua mano!" esclama. Le nocche stanno diventando già scure e tutt'intorno la pelle è arrossata.
"Non è niente" rispondo, sottraendomi alla sua presa "E' normale."
Clary bagna nuovamente il panno e lo poggia delicatamente sulle mie nocche. Io non mi sottraggo.
"Ti faccio male?"
"No" rispondo "Parlerò a Maeve di quello che è successo."
"No, non lo farai" mi interrompe "Se mostrassi un interesse superiore rispetto a quello che dovresti avere nei miei confronti, lui si insospettirebbe e questo non deve succedere."
"Preferisci correre di nuovo il rischio?" ribatto.
Clary si avvicina ancora di più al bordo del letto e mi sfiora la guancia.
"Andiamocene via di qui" dice "Portami dove sarò al sicuro. Con te. Dovunque vuoi: Vanaheim, Alfheim, Jotunheim."
"Sbaglio o era Asgard il posto per me?"
"Volevo solo che tu fossi felice" risponde, guardandomi con occhi imploranti.
E' vicina, talmente tanto che potrei baciarla. Quanto ti vorrei, Clary.
Io ho messo in discussione tutto per lei, avrei rischiato tutto. Per lei, l'unica che ho amato davvero. Ma in cambio ho ricevuto niente. Ammesso che mi abbia allontanato per amore, perché ora è tornata? Dovrebbe continuare a starmi lontana.
"Non è vero" dico "Non sei qui per me, Guardiana. Tu sei qui per la sicurezza dei Nove Regni."
Lei sembra delusa dalla mia risposta, e i suoi occhi si spengono.
"Se solo avessi un po' più di fiducia negli altri, invece che solo in te stesso ..."
Mi sento come se qualcuno mi avesse colpito. Ritorno indietro nel tempo. Thor aveva appena ricevuto Mjolnir e si stava allenando. Io passavo di lì, proprio mentre il martello veniva lanciato a fendere l'aria. Mi ha colpito in pieno petto. Ricordo che fu atroce, sentivo i polmoni bruciarmi. E' così che mi sento adesso.Incapace di replicare, interrompo i contatto delle nostre mani.
"Dormi" riesco a dire, infine.
Mi siedo allo scrittoio, sentendo per tutto il tempo il suo sguardo su di me, e comincio a scrivere.
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Let me In
Fantasy"Di cosa devi parlarmi?" "Del tuo regalo di compleanno" "Zio, avevo detto niente regali!" esclama con aria di rimprovero la ragazza, ma sorridendogli calorosamente. Sebastian le tende un pacchetto nero, una scatolina lunga e stretta. Al suo interno...