Cap 2. LITIGIO

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I giorni trascorsero fin troppo veloci. Sembrava che qualcuno avesse schiacciato il tasto fast del telecomando e non si fosse più ricordato di premerlo. Il tempo non le bastava mai, i pomeriggi le parevano sempre troppo corti, le ore si accorciavano e gli impegni si sovrastavano gli uni agli altri.
Caterina stava affrontando gli esami di maturità ed era concentrata solo su quelli, su quella massa esagerata di libri, appunti e fotocopie che le dovevano entrare in testa. Doveva avere un solo pensiero: lo studio.
Peccato non fosse così. L'incontro con quel disgraziato ridotto uno straccio, Loki diceva di chiamarsi, l'aveva distolta spesso dai suoi impegni. Non l'aveva più visto, nemmeno nei paraggi e si domandava se abitasse lì vicino o se fosse solo uno straniero di passaggio, e la cosa che le premeva di più, nonostante non riuscisse a spiegarselo, era sapere se lo avrebbe rivisto.

Forse è meglio così. Anzi, no. E' sicuramente meglio così. Quello porta solo guai.

Cercò di concentrarsi sul libro e sui suoi appunti, su quella mole esagerata di nozioni che doveva leggere e ripassare in vista del grande momento. Ma era più forte di lei, i suoi pensieri indugiavano spesso nel ricordo di quello strano ragazzo. Aveva colto nel suo sguardo una nota di tristezza così profonda e sconcertante che immediatamente veniva assalita da quella stessa emozione.

Dall'altra parte anche Loki non l'aveva dimenticata. Nonostante il suo piano di vendetta gli occupasse tutta la giornata, arrivato a sera, quando i pensieri di una vita si concentrano e non ti lasciano dormire, ripensava a quel viso, ai suoi lunghi capelli castani che le ricadevano fin sotto le spalle e a quel sorriso che non aveva mai abbandonato la sua bocca durante quelle poche ore di due giorni prima.
Si sentiva sciocco e debole in quel suo corpo mortale, non si riconosceva più. Si ripromise di non fare l'errore che aveva fatto suo fratello nell'affezionarsi ad una creatura mortale.
Quando sarebbe tornato in possesso dei suoi poteri, avrebbe fatto vedere a tutti, nei Nove Regni, quanto valeva e di che cosa era capace.

Passò una settimana e di Loki nessuna traccia. Non aveva detto niente ai suoi e si era preoccupata di sistemare ogni cosa al suo posto, in modo da non dare sospetti ai genitori. Non era certo il tipo che nascondeva le cose, aveva sempre avuto un rapporto molto aperto e maturo con coloro che l'avevano messa al mondo, ma sapeva che non avrebbero reagito bene, che non avrebbero compreso il suo comportamento e decise di risparmiarsi una bella lavata di capo e una lunga punizione tacendo l'accaduto, sperando che poi, se ne fosse dimenticata, come se fosse stato solo un sogno o il delirio di uno studente a fine anno scolastico.
Ma lei aveva ancora la prova, vera e tangibile, che quell'incontro non era frutto della sua mente stanca, no, quell'incontro inaspettato c'era stato davvero. La dimostrazione di tutto ciò stava nella maglietta che aveva lavato stirato e ripiegato con cura nell'armadio, in attesa che il suo padrone fosse tornato per riprendersela. Le piaceva la stoffa con cui era fatta, la precisione delle cuciture, la seta lieve e fresca a contatto con la pelle. Una sera, spinta dalla curiosità e dalla noia, decise di indossarla. Se la infilò constatando quanto fosse realmente comoda sebbene decisamente lunga per lei; alla fine ci si addormentò e si rese conto di averla ancora quando sua madre le chiese dove avesse trovato una maglietta del genere e perché ne indossasse una a maniche lunghe.
Cat borbottò qualcosa di incomprensibile per i genitori e scappò in camera per cambiarsi e nasconderla.
Cercò su internet nei negozi on-line che vendevano indumenti particolari, sopratutto vendita di articoli per ricostruzioni medievali, di guerra, ma non trovò niente che assomigliasse a quello che aveva lei.
Sembrava che se la fosse fatta fare su misura.

Un caldo pomeriggio di fine giugno lei e le sue amiche si ritrovarono per studiare in vista degli orali. Erano tutte e tre chine sui libri, un bicchiere di tè freddo e un panino col burro di arachidi accanto, che leggevano a voce alta, si davano consigli e supporto morale. Sopratutto supporto morale.
Linda era disperata per letteratura, era rimasta indietro e aveva da studiare una caterva di scrittori che le sarebbero stati chiesti dalla professoressa ma che a lei non interessavano per niente; l'altra ragazza, Mary, la sua migliore amica dai tempi delle scuole primarie, stava imprecando contro algebra e le sue odiose regole, mentre Cat si stava concentrando sulla nascita e la morte di una galassia quando qualcuno bussò alla porta.
Tutte e tre balzarono dalla sedia per essere state riscosse dai loro problemi così all'improvviso, ma furono immensamente grate al visitatore dall'altra parte della porta per aver concesso loro la scusa per un po' di riposo.

Grazie a leiWhere stories live. Discover now