Cap 8. L'EPILOGO DI UNA STORIA

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Dopo che Loki ebbe chiuso il portale, fu condotto all'interno della Stark Tower circondato da alcuni Avengers, mentre i restanti scortavano la ragazza, tenendola a debita distanza dal Dio.
Cat sapeva che sarebbe successo, o che per lo meno non sarebbero stati gentili con lui, ma sperava che finché ci fosse stata lei gli avrebbero permesso di stare insieme, invece dopo averli scortati nell'atrio semi distrutto, vennero divisi: il Dio dell'Inganno venne scortato in una prigione temporanea, sorvegliato costantemente da Thor e da JARVIS; Cat, al contrario, venne fatta accomodare su un divano che non aveva assisto alla distruzione e venne medicata: il taglio sulla fronte, con bernoccolo annesso, i veri graffi sulle mani e sulle braccia, piccoli tagli sulle gambe.
La ragazza se ne stava in silenzio, assorta e pensierosa, mentre veniva curata e ciò la riportò indietro di qualche settimana, quando aveva fatto la stessa a Loki.
Nessuno osava dire niente, ma tutti si lanciavano sguardi carichi di significato, di dubbi e sospetti.

"Che cosa succederà a Loki, adesso?" chiese con un filo di voce mentre si portava le gambe al petto e se le stringeva con le braccia.

"Domani verrà condotto ad Asgard, giudicato ed incriminato per i crimini commessi."

A parlare era stata una donna, corti capelli rossi e sguardo gelido.

"E quanto... quanto pensiate possa rimanere imprigionato?"

A Caterina gli ci era voluto tutto il coraggio che aveva per formulare quella domanda, troppo spaventata per sapere la risposta ma anche infinitamente determinata per scoprire che ne sarebbe stato di Loki e, di conseguenza, di lei.
La sua domanda catturò l'attenzione di tutti, facendoli smettere di parlare tra loro, che si fecero partecipi alla conversazione delle due donne.

"Molti anni." rispose il Capitano, con indosso ancora la sua uniforme.

"Molti decenni." lo corresse la donna, ancora al fianco di Cat.

"Non è giusto." si lasciò sfuggire dalle labbra la ragazza.

"Ragazzina, non è giusto quello che lui ha fatto! Ha ucciso centinaia e centinaia di persone!" la rimproverò Barton, con tono aspro.

Per poco a Cat non le vennero le lacrime agli occhi se ripensava a tutto quello che aveva visto e che aveva vissuto su pelle.

"Caterina. Il mio nome è Caterina." fu tutto quello che riuscì a dire, con le troppe emozioni intrappolate in gola che non trovarono sfogo alcuno, rannicchiandosi ancora di più.

"Come hai conosciuto Loki?" chiese Tony, curioso di sapere la sua storia.

Caterina li guardò uno ad uno, vedendo come si erano fatti più vicini per ascoltare la sua storia. Tutti, tranne l'uomo che si era trasformato in Hulk e che era ritornato uomo, e nudo, davanti ai suoi occhi, che se ne stava per conto suo, scrutandola di tanto in tanto con uno sguardo che non seppe decifrare.

"Stavo tornando a casa quando l'ho visto riverso per terra, ridotto male che respirava a fatica. Credevo che fosse morto. Quando mi sono accertata che fosse ancora vivo, l'ho portato in casa per curarlo." e ripensò a quei momenti, il panico di vedere uno disteso per terra, portarsi uno sconosciuto dentro casa, ma anche alla voglia e alla determinazione di aiutarlo. Tutto era partito da lì. "Non so chi sia stato, non me lo ha mai detto, ma qualcuno deve esserci andato giù pesante con lui. Nei giorni successivi ci siamo rivisti e siamo stati insieme e..." se ripensava ai momenti che avevano trascorso insieme, non riusciva ad andare avanti; i sentimenti e l'emozioni che provava per lui sembravano più forti di prima.

"Ti ha fatto del male?" disse la donna, vedendo come Cat si era chiusa in se stessa e non sembrava intenzionata ad andare avanti.

"Ti ha minacciata? O ti ha soggiogata con il suo scettro" domandò Barton, stringendo le mani a pugno.

Grazie a leiOnde histórias criam vida. Descubra agora