Olivia è la classica brava ragazza, ottimi voti, ereditiera di un immenso e ricco ranch e con il futuro promettente. Non crea mai problemi e va d'accordo con tutti.
Christopher, invece, è il classico cattivo ragazzo. Odia studiare, detesta sentirs...
Non sono arrabbiato. Davvero! Non ce l'ho con lei. Giuro!
Forse sono stato un po' troppo impulsivo nella vasca, ma mi sembrava davvero che lo volesse anche lei! I suoi baci, le sue mani, i suoi gemiti! Cielo cosa erano quei sospiri timidi! Si è visto subito che la sua bocca non li aveva mai emessi da come si è subito imbarazzata. Per non parlare del sapore della sua pelle. . . un gustoso biscotto tutto da mordere e posso solo immaginare quanto questo sapore sia ancora più accentuato e delizioso in altre parti del suo corpo! Al solo ripensarci ho rischiato di rimanere sotto il getto della doccia per almeno un'ora! Mi ha fermato solo la voglia di tornarmene il più in fretta possibile in camera.
A ogni modo, solitamente quando una ragazza fa così è perché ci sta, e io ho il nullaosta per procedere! Dopotutto ho una certa esperienza in questo campo, ma quando si tratta di lei non ci prendo mai.
«Centra per caso mio fratello?»
Non so perché gliel'ho chiesto, ma sta diventando come un tarlo per me. Un'idea che inizia davvero a tormentarmi. Non mi riconosco più! È un semplice problema di invidia? Forse non sopporto che mio fratello l'abbia vinta su di me? Eppure è quello che voglio da quando mi hanno detto del matrimonio! Mi risolverebbe un mucchio di problemi. Tuttavia. . . tuttavia questa faccenda mi irrita da morire.
Decido che forse è meglio non vederla per un po', almeno fino a quando non mi sono calmato. Ora come ora potrei solo trattarla male e per una volta non voglio. E poi devo cercare di entrare nell'ottica che molto probabilmente è meglio se lei mi ha fermato. Sono sempre più certo che una volta iniziato non sarò più in grado di smettere e non va bene. Io devo trovare un modo per andarmene e non una ragione per restare.
Una volta uscito dalla doccia mi vesto velocemente, e scappo in camera a cambiarmi, prima di chiamare Iris. È meglio se passo la giornata con lei e le sue amiche.
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Giriamo un po' il posto, mangiamo un boccone in un ristorantino molto caratteristico, poi nel pomeriggio le altre due se ne vanno a fare un giro con dei tipi che hanno conosciuto la sera prima in un pub, mentre io e Iris rimaniamo al bar a fare due chiacchiere.
«Un caffè per me!» Ordina lei al cameriere che se la sta letteralmente mangiando con gli occhi.
«Per me una birra chiara piccola.» Gli dico fissandolo fingendomi geloso e minaccioso, solo per vederlo impallidire e sparire dentro il bar. Ma onestamente non me ne fregherebbe niente se Iris decidesse di appartarsi con lui nel bagno del locale. È che mi diverto a fare il bastardo!
Mentre aspetto le nostre ordinazioni, mi guardo un po' attorno. Il posto non è un granché. Tavolini in plastica bianchi, divanetti in ecopelle rossi, mura arancioni e un bancone pieno di dolci e tramezzini. Dalla filodiffusione fuoriescono le note di un'orribile canzone country e oltre a noi non c'è praticamente nessuno in questo posto sperduto a quest'ora del pomeriggio.