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Luglio

Audrey

     «Giuro che se mi capita quel farabutto fra le mani io l'ammazzo!» Sento urlare a mio padre da dentro il suo studio.

«Calmati Chad!»

«No Cassandra! Questo è troppo! Nove mesi. . . NOVE MESI ha avuto a sua disposizione quel disgraziato per dire come stavano le cose realmente! E lui ha aspettato l'ultimo momento per parlare?»

Rumore di vetri rotti. . . probabilmente ha gettato a terra un bicchiere, o peggio il costoso vaso in cristallo che è sul mobile accanto la scrivania.

«La mia bambina. . . come hanno potuto umiliare così la mia bambina?»

«Chad. . .»

Non ho mai sentito mio padre così disperato! Mi fa sentire lo stomaco come stretto in una morsa ghiacciata.

Io me ne sto seduta sull'ultimo gradino della grande scalinata, immersa nel buio della notte. Pancake è vicino a me tutta raggomitolata, Lily è andata a letto da tempo e Miss Liz si trova in cucina a preparare la colazione per domattina.

Mia sorella non esce mai dalla sua camera. Mangia a malapena e io non so davvero cosa fare.

Per esempio. . . due settimane fa sono finalmente arrivate tutte le sue cose, portate dall'autista degli O'Brian e due cameriere. Olivia è stata un'ora a fissare tutte quelle scatole, quando a un certo punto ha iniziato a prendere tutto quello che le era stato regalato dalla signora Ursula e a buttarlo fuori dalla finestra, comprese le bellissime Manolo. Mi è venuto un colpo!

«Oly!!! Ma che fai?» Esclamo sconvolta.

«Tutto questo. . . tutto. . . non sono io! Non gli piacevo io!» Ha iniziato a urlare isterica, continuando a buttare tutto quanto all'aria, fino a quando non ha preso un delizioso vestitino in pizzo nero iniziando a stracciarlo.

«Fermati!» Sono intervenuta togliendole di mano l'abito controllando lo strappo, pensando che Miss Liz sarebbe riuscita a rammendarlo.

«Oly. . . vuoi calmarti un attimo? Fai un bel respiro e dimmi che ti prende! Cosa intendevi con "Non sono io"?» Mi sono inginocchiata vicino a lei sul tappeto.

Ovunque sul pavimento c'erano sparsi abiti e scarpe, e la mia sorellona in mezzo. . . in lacrime.

«Tutti questi vestiti sfarzosi, sexy, il trucco, le scarpe col tacco vertiginoso. . . non sono io! A lui piacevo, se gli piacevo almeno un po', solo per questi!» Ha sibilato gettando contro la parete una scatola con delle decolté, la quale si è aperta spedendo le scarpe in due differenti direzioni. «A lui della vera me non gliene importa nulla, o sarebbe rimasto!!! Nonostante tutto sarebbe rimasto. . .» Ha singhiozzato disperata coprendosi il volto con le mani.

«Oh tesoro!» L'ho abbracciata forte.

La mia grande e forte sorellona in quel momento mi è sembrata così piccola e fragile! Avevo paura che stesse per frantumarsi in mille pezzi come cristallo.

Non saprei dire se aveva torto o ragione. Magari è vero che Christopher l'aveva notata per via di quel nuovo look, ma io credo che, alla fine, fosse rimasto colpito da com'è lei veramente, solo che nemmeno questo è bastato per fermarlo e farlo restare.

«Audrey. . . non mi riconosco più. . . non mi sento più io!» Ha sussurrato affondando ancora di più il volto nel mio abbraccio.

«Tesoro, certo che sei tu! Stai solo soffrendo!»

Per mezz'ora non ha aperto più bocca. Ha pianto e basta. Non l'avevo mai vista in quello stato. Nemmeno quando ha ricevuto la notizia del matrimonio combinato!

Quello Che Cercavo - quando l'amore vince sulla logicaWhere stories live. Discover now