Capitolo 3.

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Dopo circa mezz'ora, la porta dell'ufficio si aprì, Theo fece qualche passo barcollando e poi cadde a terra, svenuto, proprio ai piedi di Nathan.

Nate istintivamente andò in suo soccorso, seguito da Gilb. Lo scossero fino a quando Theo non rinvenne.

-Tu.- disse una voce alla sua sinistra. Quando si voltò, Nate vide che aveva l'indice dell'uomo in nero puntato contro.

Nathan si alzò e, accompagnato da due soldati, entrò nel famigerato ufficio del Signor Roux, diventato ormai un interrogatorio.

L'uomo in nero prese posto nel tavolo, e invitò Nate a fare lo stesso.

-Qual è il tuo nome ragazzo?- gli chiese con aria cupa.
Nonostante l'accento aspro e duro, parlava bene la lingua di Nate.

-Nathan Dumont.-

Udendo quel nome, l'altro uomo in nero, posto in piedi di fianco all'altro, inarcò un sopracciglio e tirò fuori un foglio, che cominciò a leggere.

-Bene Nathan. Io sono il comandante Becker. E non stiamo cercando indirizzi. Da voi vogliamo sapere qualcos'altro.-
Nate rimase basito.
-Cosa intendete?-

-Abbiamo mentito al vostro capo, lui non deve sapere che i suoi postini vengono meno al loro dovere.-

Nate rimase a bocca aperta, non sapeva né cosa dire né cosa pensare.

L'uomo in nero tirò fuori dal taschino della sua enorme giacca una fotografia. La mise sul tavolo e la fece scivolare vicino a Nathan.
-Conosci questa donna?-

Nate sentì il sangue raggelarsi rapidamente ed ebbe la sensazione di perdere dei battiti.
La signora nella fotografia era Madame Dubois. Ora capiva cosa intendeva per "venire meno al proprio dovere".

Deglutì prima di rispondere.
-No signore.-

-Stai mentendo.- disse lui visibilmente irritato.
-So che la conosci... sei un fottuto postino. L'avrai vista qualche volta, no? Il tuo compagno è svenuto è non ha potuto collaborare, perciò confido in te.-

Nate non poteva negare l'evidenza.
-Sì è vero, l'ho vista ma non so il suo nome.-

-Bene.- l'uomo in nero parve compiaciuto.
-E dimmi...-

-Signore!- lo interruppe l'uomo al suo fianco. -Guardi, Il ragazzo è sulla lista.- disse porgendogli il foglio che stava consultando.

Il comandate Becker diede una rapida occhiata al foglio e poi scoppiò a ridere.
-Nathan Dumont!- esclamò.
-Ma guardalo! Biondo e con gli occhi azzurri. Con queste fattezze sembrava del tutto innocente! Invece...- si girò verso l'altro uomo e proseguì la frase in tedesco. Nate non capì, ma a giudicare dall'espressione divertita dei due, lo stavano deridendo.

Nate si sentiva sul punto di svenire come Theo. Sapeva che essere in una lista non significava nulla di buono.
Aveva paura, ma lo chiese lo stesso. -Che lista?-

-Quella degli omosessuali, signor Dumont.-

-Non è possibile, dev'esserci uno sbaglio.- rispose prontamente Nathan.

-Nessuno sbaglio! Deve sapere, signor Dumont, che il nostro informatore è riuscito solo a scoprire il suo nome, ma non il vostro indirizzo. Sarebbe stato impossibile trovarvi in questa immensa città. Se non si fosse incappato in questa brutta faccenda di Madame Dubois forse non l'avremmo mai trovato.
Questo lo rasserena? La vedo pallido.-

1943. Tre Passi per Sopravvivere.Where stories live. Discover now