118. CXVIII Chapter

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È quasi mezzanotte e mi rendo conto di quanto il tempo sia passato in fretta. Oramai la bottiglia di whisky è vuota e pronta per essere buttata via, continuo a fissare la tv spenta, non posso credere che dovrò ritornare a Londra, è vero, probabilmente neanche incontrerò Louis, c'è così tanta gente che in mezzo alla folla non mi vedrebbe, ma ho comunque una possibilità in più, starò comunque più vicino a lui e tra noi intercorreranno forse pochi metri di distanza.
Penso poi al fatto che non ho abbastanza soldi per comprare quella casa in campagna e che questa occasione sia buona, sia da prendere al volo ecco.
Ho bisogno di rilassarmi, di uscire un attimo dagli schermi e di godermi anche solo un giorno da "uomo libero". Dove non pensa a mio padre e a mia madre vedova, dove non ci sia Louis, dove non ci sia tutta questa sofferenza.

***                                  ***                                   ***

Sono davanti alla casa di Jake, non posso credere di averlo fatto veramente, non me ne sono nemmeno reso conto.
Sono qui, sono qui veramente. Non credevo che mi sarei ricordato la strada, è passato così tanto tempo dall'ultima volta.

Le luci della casa sono spente e le finestre tutte chiuse. Indugio un attimo a bussare ma poi mi faccio coraggio e batto un pugno sulla porta di casa, c'è il campanello ma non vorrei svegliarlo e fargli prendere paura.

Sento dei passi avvicinarsi piano piano, sento la chiave cigolare lentamente e il leggero sbadiglio che ha emesso.

«Harry?» sembra confuso, sorpreso e confuso «cosa ci fai qui?»
Non so che rispondere, sono titubante nel parlare, mi sento stupido, non dovevo venire qui.
«Non lo so, ho aperto gli occhi e mi sono ritrovato qui» sorrido con aria nervosa.
«Dai entra» posso giurare di averlo sentito beffeggiare per un attimo.
Mi fa accomodare sul letto, ricordo gli interni di questa casa, il bagno è dritto davanti al letto e affianco c'è la cucina con un tavolo e quattro sedie.
«Vuoi qualcosa di caldo?» chiede gentilmente.
«No grazie» mi guardo intorno, non mi sento molto a mio agio.
«Oppure preferisci qualcosa di forte?» ride per mascherare il sonno.
«Stavi dormendo?» chiedo, mi sento in colpa, non dovevo piombare qui senza avvisare.
«Mi ero buttato a letto per leggere ma sono finito col addormentarmi» rimango stupido all'idea di un Jake che legge un libro con gli occhiali da intellettuale, è buffo.
«Tu invece? Non dormi?»
«Ho smesso di dormire da molto tempo» rispondo. «Se riposo quattro ore a notte è già un miracolo»
«Beh mi dispiace amico» prende in mano la tazza di the e se la porta alla bocca. «però devo dire che mi fa piacere averti qua stanotte»
«Oh ma ritorno a casa io, non sto qui» corrugo le sopracciglia, non avrà pensato veramente che sarei rimasto.
«Sei ancora mezzo ubriaco, non te ne vai a casa in macchina tesoro» mi fa l'occhiolino e mette nel lavandino la tazza. «Quindi» sospira «ti vado a prendere un buon pigiama, di quelli belli comodi» mi raggiunge a letto e apre l'anta dell'armadio a fianco al comodino «ecco questo ti dovrebbe andare bene» lo appoggia sul letto in attesa che io lo prenda. «puoi mettertelo anche dopo» sorride e chiude l'armadio avviandosi poi in bagno. «io vado un attimo in bagno, la natura chiama!»

«Verresti a Londra con me?» sta per chiudere la porta ma si blocca di colpo. Non dovevo chiederglielo. Perché gliel'ho chiesto? Non concluderemo nulla di buono, insomma, è una domanda stupida, sono ebete, lo sono troppo.
«A Londra?» balbetta «Non avevi chiuso con quei posti?»
«Ho chiuso infatti! Solo che ho bisogno di soldi e mi hanno chiesto di fare un servizio fotografico»
«Ah wow, beh sono contento per te, Harry!» smette di sorridere all'istante e corre in bagno, "la natura sta chiamando" ripete.

Ne approfitto per mettermi il pigiama, mi calza a pennello e mi infilo sotto le coperte, questo posto ha tutto un altro aspetto da come me lo ricordavo, e non parlo di muri, mobili o altro ma della pace che c'è. Pensavo che Jake si portasse a casa persone ogni sera, che facesse festa ogni notte e che si sbronzasse ogni giorno. È una persona totalmente diversa e da questo punto di vista lo ammiro tantissimo.
Quando esce dal bagno chiude la porta e si toglie la maglietta senza esitare.
«Scusa, muoio di caldo» non sembra per nulla imbarazzato, probabilmente lo fa ogni notte.
«Hai sete o posso spegnere la luce?»
«Non ho sete» sistemo il cuscino.
«Perfetto» spegne il lampadario della cucina e si dirige al letto. «Eccoci qua» sospira.
Non parlo, non voglio fiatare, vorrei ritornarmene a casa, senza tutta questa agitazione.
«Sai sono contento che tu abbia riflettuto su ciò che ti ho detto» non rispondo «So quanto difficile possa essere. O almeno posso immaginarlo ecco» sento i gatti in strada miagolare e faccio un sussulto, devo stare tranquillo, tra qualche ora potrò ritornarmene a casa, devo solo dormire. «Sai da quando ti conosco ho sempre visto in te una persona forte, piena di tante belle cose e una personalità unica. Sei una bella persona, Harry. Sono orgoglioso di ciò che stai diventando e spero tanto che tu trova qualcuno che ti ami veramente per ciò che sei» siamo già arrivati a parlare di questo? Non so che dire, non so se dovrei intervenire o limitarmi ad ascoltare.
«Non importa quante persone la vita ti riserverà di amare, non importa nemmeno a quanti uomini dovrò far fronte o per quanto dovrò sopportare tutto questo. Voglio essere l'ultimo Harry, voglio essere l'ultima persona che amerai e sarò pronto ad aspettare anni»

Obsession || Larry StylinsonWhere stories live. Discover now