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Primo Fondatore ? E chi caspio era ?
Guren non ottenne risposta.
E non ottenne nemmeno il sostegno dei suoi arti inferiori quando Crowley si palesò nel loro campo visivo.
Il moro notò che il vampiro massiccio aveva qualcosa in mano, ma non seppe dire cosa dato che le teneva dietro la schiena.

Col senno di poi, Guren, cosa Crowley stringesse fra le mani, non avrebbe voluto saperlo.

L'ex templare ghignò in loro direzione e, mantenendosi qualche passo dietro l'altro vampiro, lanciò cosa tenesse in mano.

L'oggetto atterrò con un tonfo sordo. E se la polvere della battaglia si sollevò a causa della caduta, su Guren ottenne l'effetto opposto: le gambe cedettero e crollò a terra.
Mito trattenne a stento un grido, stretta tra le braccia di Goshi.
Sayuri e Shigure si stringevano l'un l'altra.
Il silenzio era assordante.

Guren non stava piangendo. Non pensava di star piangendo.
Guardava ciò che era davanti a lui senza realmente vederlo.
Se solo avesse allungato la mano avrebbe potuto afferarlo.

Quell'arma demoniaca non racchiudeva più un demone all'interno.
Un demone non serve più dentro un arma quando il suo possessore muore.
È una delle prime cose che ti insegnano a scuola, Guren.

E quell'arma non aveva più un demone.
Quell'arma. La sua arma. L'arma di Shinya.

E lo sguardo vacuo si fece lucido. Guren non sapeva quando aveva iniziato a piangere, quando i suoi singhiozzi avevano tagliato l'aria come i migliori dei suoi fendenti.

"Shinya. Shinya. Shinya." Ripeteva il suo nome come un mantra, una nenia cantanta a bassa voce mentre passava le dita sulla lama, insanguinata.

È il tuo sangue, Shinya?

"Andiamo via, Ferid?" Il vampiro si voltò nella direzione del compagno. Ferid lo osservava con un sorriso dolce in volto. Strano a dirsi. Se non fosse stato uno spietato vampiro chiunque l'avesse visto in quel momento avrebbe potuto dire che fosse innamorato.

Si avvicinò al più alto con passo lento, cadenzato dal lieve ondeggiare dei fianchi.
Gli posò la mano sul petto, dove un tempo aveva sentito quel cuore battere. Ora era solo freddo.
"Come sei impaziente." gli soffiò in un orecchio, facendo sorridere l'altro.
Il settimo fondatore lo guardò a lungo. Specchiò le iridi rosse nelle sue gemelle, così simili eppure così diverse.
Ferid ricordava un tempo in cui gli occhi dell'altro erano di un blu meraviglioso al pari del cielo più limpido.
Gli accarezzò una guancia ma non disse nulla. Il tredicesimo capì lo stesso. Sparirono senza dire nulla.

Il suo Dio potrà averlo anche abbandonato, io non farò lo stesso.
Se siamo due anime dannate, allora balleremo abbracciati fra le fiamme dell'Inferno.

Shinya...Why?Where stories live. Discover now